28 ottobre 2006

DEI GIOIELLI DELLA TECNICA E DI ... ALTRI GIOIELLI

Proprio oggi ho letto su ''Gazzetta del Sud'', in un articolo firmato Pasquale Pellicone, che l'aula magna della facoltà di ingegneria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria ha ospitato un covegno dal titolo:''La nuova era delle comunicazioni multimediali su terminali mobili o del wireless''-senza fili per i non_english-. Tra gli interventi, quelli del preside della facoltà, prof. Morabito (qualcuno dei miei amici ingegneri -o quasi- lo conosce, esti i Villa): "E' un' innovazione di grande valore scientifico, ormai indispensabile per il progresso dell'industria". Caspita! Poi è stato il turno dell'ing. Antonio Iera, ordinario di Telecomunicazioni (sempre gli stessi amici ingegneri -o quasi- lo conosceranno di sicuro), che ha concluso il suo intervento così: "Ovunque ci si trovi, basta avere un cellulare o un pc per raggiungere ogni angolo del mondo". Caspita! A chiudere i lavori, il prof. Giorgio Franceschetti (i miei amici di cui sopra non lo conoscono), docente all'Università Federico II di Napoli, nonché autore premiato per la pubblicazione di un libro dal titolo lunghissimo che comunque parla delle applicazioni e del controllo dei collegamenti senza fili. Dice il prof. Franceschetti:"Il wireless ci vizia con le sue comodità..." ma (perché c'è sempre un ma) "...L'avvento del digitale ha però un prezzo. Le antenne che permettono la diffusione delle onde magnetiche hanno un impatto che deturpa l'ambiente e spaventa le persone. In molti, alla visione di quei "mostri" temono di ammalarsi. E' bene perciò fare chiarezza. In teoria, ma solo in teoria,l'esposizione al campo magnetico potrebbe essere cancerogena. I bambini, se irradiati, rischiano la leucemia. Ma la legge garantisce severe misure di controllo. Quindi non mi sento di definire il wireless pericoloso". Ah, meno male!

Passano poche ore e ricevo una mail da mio cugino (grazie, Carmelo), con allegato un file il cui testo, ripropongo per intero.

Necessitiamo: 1 uovo fresco 2 cellulari; 65 minuti per chiamare da un telefono all’altro (meglio se con un contratto che permetta le chiamate gratis tipo You and Me).
Montiamo tutti gli elementi come nell’immagine sottostante

(foto n° 1):








Iniziamo la chiamata tra i due cellulari e laportiamo avanti per circa 65 minuti...
I primi 15 minuti non succede nulla......
a 25 minuti l’uovo comincia a scaldarsi.... a
45 minuti è molto caldo..... e
a 65 minuti è cotto! (foto n° 2)


Conclusioni: le radiazioni emesse per i cellulari sono capaci di modificare le proteine dell’uovo... immaginate quello che può accadere alle proteine del nostro cervello quando abusiamo del cellulare e non cambiamo orecchio ogni 5 minuti. Immaginate cosa può succedere alle proteine dei vostri genitali quando tenete il telefono in tasca e parlate con l’auricolare sicuri di stare preservando il cervello. MINCHIA!


Caro prof. Franceschetti, dopo aver letto (e anche visto) i risultati dell'esperimento scientifico, dal...basso delle mie modeste conoscenze in campo fisico (ai miei tempi, nell'esame di fisica diciamo che il professore è stato molto...comprensivo poiché ero "reduce" dal servizio militare), visto che la prova pratica ha contraddetto la teoria, cioè, comu riciva me nonnu:"' 'A pratica rumpi 'a grammatica", a preoccuparmi non è la sorte di quei gioielli della tecnica moderna che sono le antenne, bensì la sorte di altri...gioielli, molto più preziosi e indispensabili.


01 ottobre 2006

A RRIGGIU

  • Mi truvava aieri a Rriggiu,
  • in pienu centru, oh chi misteru!
  • Sì, chì ‘i Roma pari peggiu,
  • puru senza ‘n Ministeru.
  • Nta ‘stu paisi sbinturatu,
  • ch’i città pari ‘na speci,
  • ogni purtusu era ‘ntasatu,
  • ma eran circa…quasi ‘i reci.
  • Vardu avanti, in luntananza,
  • c’è ‘na machina chi sbanda:
  • non v’è dubbiu di faglianza,
  • è l’onnipresenti Panda!
  • Sugnu arretu, è longa ‘a fila,
  • centu metri nta menz’ura
  • e cu’ poti si la spila,
  • tagghia dalla ‘ccurciatura.
  • Cusì recupiru ‘u svantaggiu,
  • a pocu a pocu m’avvicinu.
  • Sugnu calmu, non m’arraggiu,
  • di pacenzia sugnu chinu.
  • Viru ‘a Panda ch’è guidata
  • da ‘na ‘gnura di bon pisu,
  • chi ri pulici è pigghiata,
  • nisciu paccia all’improvvisu.
  • Nto sedili non sta’ para,
  • mentr’ ‘a ggenti arretu ‘spetta,
  • si vota e gira, oh sciumara!
  • comu a ‘na cutuletta.
  • Ieu ‘a viru ru specchiettu
  • e non mi teni la natura
  • sì, ‘u sacciu, è un me’ difettu,
  • già mi smovi ‘a nerbatura.
  • Schiccia, ferma, poi riparti,
  • par’ ch’ ‘a Panda avi ‘a tussi
  • e a sparti, non cuntenta,
  • blocca puru l’autobussi.
  • Varda supra e varda sutta,
  • non si sapi chi pirdiu
  • e poi nta facci quant’ è brutta!
  • fatti ‘i latu, Santu Diu!
  • E’ propriu ‘na mala iurnata
  • pi cu’ è arretu di ‘sta Panda:
  • sentu allur ‘na gran sunata,
  • nu cuncertu senza banda!
  • Ma poi si cheta, ‘a prisuntusa,
  • ‘u so’ pulicìu sbenta,
  • com’ ‘i ‘na figghia dispittusa
  • quandu ‘a mamma l’accuntenta.
  • ‘N saccu ‘i traficu pi nenti
  • e infin la ‘gnura vulinteri,
  • surda a tutti li lamenti,
  • si cacciau a menz’ e’ peri.
  • ‘A scustumata si ndi iau
  • e di nenti fici finta,
  • mancu scusa ndi circau,
  • facci tosta, brutta e tinta!