- E' ancora estate e l'aria della notte
- entra silenziosa nella stanza,
- con il vento lieve, leggera avanza.
- E portato dal vento all'orecchio mi giunge
- l'eco sinistro di uno scoppio improvviso:
- un colpo forte, come un pugno, preciso.
- Una colonna di fumo in alto si alza
- da una strada in paese, poco distante:
- ma il danno è lieve, non è cosa importante.
- No, niente paura né preoccupazione,
- è solo un piccolo, isolato spavento
- che nella notte si perde, come fumo nel vento.
- Altri giorni, altre ore, la vita continua:
- sì, c'è chi lavora e non si rassegna,
- c'è chi cieco per l'odio a far male s'ingegna.
- Così, dove riposano i giganti d'acciaio,
- che strade e montagne modellan di giorno
- di notte, qualcuno, ha levato di torno.
- Tra le alte fiamme si contorcono, muti,
- si piegano inermi, resiston per poco
- alla calda morsa mortale del fuoco.
- La loro forza e la loro potenza,
- son di colpo svanite senza un lamento,
- nella notte di perdon, come fumo nel vento.
- Passano i giorni, la gente dimentica,
- si scaccia il ricordo, si tocca legno,
- come per allontanar un brutto sogno.
- Ma ci pensa qualcuno a ricordarci
- che quell'incubo che di notte ci assale
- sì, fa male dirlo, è più che reale.
- Delle nostre rinunce, di sogni e sacrifici
- in modo subdolo, amaro, vigliacco,
- i prepotenti e spavaldi ne fanno un bivacco.
- Sdegno e poi confusione, bisogna reagire
- dicono tutti, un coro, un commento
- ma le parole si perdon, come fumo nel vento.
- "Mai più guerra" dicon le Forze Armate,
- combattuta in cielo, in terra e nel mare,
- ma ahimè ‘sta guerra deve continuare.
- Contro il diritto che diventa favore,
- contro chi sfrutta l’indifferenza
- e l'ignoranza, madre di prepotenza.
- Tutti, di certo, ne siam consapevoli:
- c'è chi ha famiglia, perciò si spaventa;
- chi invece urla di rabbia e così si lamenta.
- Un grido ch'è un attimo, lampo di sirena,
- che tra i vetri rotti avanza lento,
- mentre l'urlo si perde come fumo nel vento.