15 ottobre 2005

TU VO’ FA’ L’AMERICANO…

Come forse saprete, domenica prossima si svolgeranno le primarie del centrosinistra (o centro-sinistra o Unione o…. fate un po’ voi, a piacere).
Dovendomi definire “comunista” –nell’accezione berlusconiana del termine, nel senso che chi è contro di lui è comunista o discendente dei comunisti cattivi chi si mangiavunu i figghioli- avendo un orientamento politico sinistrorso, in relazione all’attuale e particolare momento storico che stiamo vivendo (in cui abbondano querce, ulivi, sceccareddhi, elefanti, slogan da stadio, e via dicendo), dovrei essere interessato alle iniziative poste in essere dalla formazione (o forse sarebbe meglio definirla accozzaglia) politica che cerca di offrire un’alternativa valida da contrapporre all’ormai quinquennale ed incontrastato dominio del ben noto cavaliere.
In verità, NON MI PASSA MANCU PI L’ANTICAMIRA RU CIRIVEDDHU mi vaju mi votu chiazzi chiazzi, banchitti banchitti, circoli circuli o sezioni sezioni che siano. E se vuliti sapiri pirchì, eccovi serviti.
Hanno rimproverato –a ragione, secondo il sottoscritto- all’attuale capo del governo e alla maggioranza (parlamentare) che lo sostiene, di aver “drogato” la legislazione vigente, facendo approvare –in quantità tutt’altro che modica- delle leggi ad uso e consumo personale, spacciandole come utili all’intera comunità, nonché di aver poi contribuito ad avviare delle riforme discutibili che hanno interessato la sanità (ancora parzialmente) ed in maniera più profonda la scuola.
Il risultato, a quanto si è capito dalla lettura dei giornali, dagli scioperi continui degli studenti, dalla fuga dei nostri ricercatori, dal continuo passaggio delle medicine da una fascia all’altra (dalla A, alla C, poi alla B, poi di nuovo alla A. Mancu fussi ‘a Scillesi!), dai ticket che appaiono per poi scomparire il giorno dopo tipu Mandrake,…ecc. ecc., il risultato dicevo è stato quello di aver americanizzato sia la sanità che la scuola.
Ora, credo che tutti sappiano che tra le cose che non funzionano negli States (perché, nonostante siano la prima nazione al mondo, anche lì hanno i loro “trubili”, ovvero sia, troubles), ce ne sono tre che sono in cima alla lista:
-SANITA’: Se non hai un’adeguata copertura assicurativa neanche il più Ippocratiano dei medici ti potrà prestare le cure di cui hai bisogno. E siccome le assicurazioni costano (e anche tanto), il povero cristo senza casa che si ubriaca per scaldarsi dal freddo, rimediando magari solo una bella cirrosi, poti ittari sangu sulu, a menz’ ‘a strata e nuddhu ‘u bbara.
Il divo di Hollywood, bampatu a sordi, che magari guardandosi allo specchio nota una piccola ruga in più sul viso, può facilmente e comodamente cercare il più costoso chirurgo plastico di Beverly Hills per farsi riempire di Botox, silicone e quant’altro, facendo poi bella mostra di sé in televisione, e nui nci battimu puru ‘i mani!
-SCUOLA: E’ vero che gli studenti statunitensi si laureano e lavorano quasi subito dopo, a un’età media di 22-23 anni. E’ vero anche però che se chiedi loro dove si trova Pechino o, peggio ancora, qual’ è la capitale del loro stato, oppure chi era il presidente USA durante la seconda guerra mondiale, non ti sanno rispondere pirchì sunnu veri e propri “scecchi bardati”!
-SISTEMA ELETTORALE: E’ universalmente riconosciuto, dai più affermati studiosi in materia che quello in vigore negli Stati Uniti sia il sistema elettorale più lungo, contorto, farraginoso e bisognevole di snellimento procedurale tra quelli attualmente in vigore nelle democrazie occidentali.
Di recente, per evitare i brogli che si sono verificati in Florida nel 2000, hanno persino istituito una commissione parlamentare guidata da Jimmy Carter (ex presidente, democratico) e James Baker III (ex ministro degli esteri dell’amministrazione del presidente George Bush, repubblicano), per legiferare sull’adozione di un documento di riconoscimento in modo tale che chi si registra per votare, lo faccia una sola volta ed in un solo stato! A questo in Italia ci siamo arrivati ben 57 anni fa: la carta di identità!

Se i primi due aspetti sono stati “scopiazzati” e per di più malamente dall’attuale governo, il terzo è stato “importato” in Italia -in maniera non ufficiale- dal centrosinistra, quando in Puglia hanno scelto il candidato da opporre allo schieramento avversario per le elezioni regionali.
Adesso, dato che il giochino è piaciuto, nonostante abbiano deciso da tempo che a guidare l’Unione debba essere Prodi –che infatti s’è messo a girare l’Italia su un camion giallo- a queste fantomatiche e carnascialesche primarie parteciperanno un po’ tutti i leader (ad eccezione, salvo ripensamenti, di Rutelli e Fassino), oltre a gente comune (manca sulu ‘u postinu ‘i Catafuriu, senza offesa).
Dall’altra parte (centrodestra), dopo aver passato l’intera estate a prendere in giro ddhi sbinturati “comunisti”, hanno evitato una crisi di governo concedendo un regalo alla forza politica che aveva osato mettere in dubbio l’autorità e la forza del nostro amato-odiato Presidente del Consiglio. Quale? Semplice: fare le primarie anche loro! E’ un modo –dicono- per dimostrare a tutti –avversari ed alleati capricciosi e biricchini- che per loro il Grande Capo è sempre e solo uno: il cavaliere brianzolo.
Ma, aggiungono nel centrodestra, le nostre primarie non sono quelle “populiste” di Prodi & C. Noi non chiamiamo chicchessia, ci sono sufficienti i nostri pezzi da 90, ovverosia, ‘i tri ra vineddhazza (senza offesa pa vineddha): Sirbiu, Gianfrancu e Pierferdi.
Quel che è certo, comunque, è che da entrambe le parti c’è grossa confusione su come queste primarie debbano svolgersi e ci si affanna a tirar fuori le soluzioni più disparate e, oserei dire, disperate:voto agli immigrati, conventions con ricchi premi e cotillons con tanto di contributo fisso pari a € 2,00, ecc.
Il tutto accade nel bel mezzo di un’altra –l’ennesima- riforma del sistema di voto: si incrementerebbe la quota proporzionale, pervenendo in pratica ad un sistema maggioritario ma a maggioranza proporzionale. Neanche Azzeccagarbugli riuscirebbe a far di meglio, complimentoni!
Perché dobbiamo complicarci la vita stravolgendo per l’ennesima volta quella carta costituzionale inviadataci da tutti e che è servita da esempio alle democrazie di mezzo mondo?
Perché aggraviamo ulteriormente le cose, ricorrendo a degli strumenti impropri che non sono regolamentati da nessuna legge dello Stato e, cosa ancora più grave, non fanno parte della nostra cultura e del nostro DNA politico-istituzionale che ritengo, senza paura di esagerare, sia di gran lunga superiore e più evoluto di quello statunitense o tedesco (cui tutti sembrano voler fare riferimento)?
Risposta: perché ci piace tutto ciò che viene dall’estero; perché soffriamo di un complesso di inferiorità tipicamente e solamente italiano, tanto da arrivare a credere che tutto quello che fanno gli altri sia migliore di ciò che riusciamo a fare noi.
Beh, che dire, è una cosa chi mi faci smoviri a nervatura!

Non andrò quindi a votare alle primarie del centrosinistra (né lo farei se fossi stato dall’altra parte). Bensì, da buon italiano (calabrese, per giunta), seguirò il proverbio che dice “Canta chi ti passa” e trascorrerò la domenica a cantare l’unica canzone appropriata per la circostanza: TU VO’ FA’ L’AMERICANO

1 commento:

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