Tempi duri per tutti. O quasi.
Avendo altro di meglio da fare che presentarsi in tribunale, cioè scorrazzare tra un vertice e l'altro, il premier Silvio ha deciso di passare ad aprire la sua villa di Antigua che, 'u 'maricchieddhu, non si è potuto godere finora.
Sempre più convinto di essere saldamente al comando del suo governo, volendo imitare in tutto e per tutto il grande Fausto Coppi, ha pensato bene di farsi accompagnare nel suo viaggio da una misteriosa (mica tanto poi) "dama bianca", la cui identità è stata però svelata subito dai giornali, scombinandogli (almeno in parte) i piani!
Mentre stiamo tutti lì in attesa per sapere cosa ne sarà delle nostre tasche e il premier se ne va in vacanza (di lavoro), anche i ministri hanno le loro occupazioni: inventarsi cioè una scusa per dichiararsi "legittimamente impediti" e non fare così il proprio dovere davanti ai giudici.
E' l'ultimo "macchiavello" -come direbbe il buon Nino Manfredi- che hanno sparmentato i politici della seconda repubblica, che ci tengono tanto a continuare a differenziarsi così da quelli della prima, che hanno finito col ribaltare completamente le cose.
Eh già: nella prima repubblica, i ministri diventarono ladri; nella seconda, i ladri (o presunti tali) diventano ministri.
Nel frattempo, il resto d'Italia, causa anche la malaviruta mondiale, si mina 'a testa o' muru.
Le Regioni si sono lamentate per i troppi sacrifici cui sono chiamate e si sono dette disponibili a rinunciare a parte dei poteri che hanno attualmente, pur di avere qualche possibilità di manovra in più con i loro bilanci. Ma, se non ce l'hanno adesso, che hanno poteri enormi, come potranno mai averli se tutto dovesse dipendere nuovamente da Roma?
Allo stesso tempo, anche i sindaci di ottomila comuni -cioè l'Italia sana- hanno protestato, anche se gli organi d'informazione, con la scusa dei mondiali, hanno preferito sorvolare.
Immersi in una marea di competenze che prima erano dello Stato o della Regione e con organici ridotti praticamente all'osso, i nostri comuni non hanno nemmeno l'ombra di un quattrino per la gestione ordinaria.
La soluzione del problema -secondo i fautori del federalismo all'italiana- dovrebbe essere almeno in parte rappresentata dal passaggio dei beni demaniali agli enti territoriali che sono la spina dorsale del nostro Paese.
Andrà a finire dunque, specie nei comuni del meridione come Scilla, per esempio, che per poter arrivare a pagare gli stipendi o far fronte alle altre spese di ordinaria amministrazione, ogni comune si potrebbe veder costretto a vendersi puru 'i petri ru mari.
Pensate che sia esagerato? Non credo proprio, stando a quello che sta succedendo in Grecia.
Il governo dei nostri vicini ionici (lì di federalismo, nemmeno a parlarne), per fare cassa e cercare di superare prima possibile la terribile crisi economica che sta attraversando, ha pensato bene di cominciare a vendersi -o nella migliore delle ipotesi affittare- le tantissime isolette che compongono l'arcipelago ellenico e, siccome pare che tra il jet-set mondiale possedere un'isola faccia tanto status-symbol, non mancano gli acquirenti disposti a pagare qualche milione di euro solo per intestarsi puru sulu nu scogghiu.
Pare che ad essere interessati siano soprattutto i cinesi, i quali dopo essersi accaparrati alcuni tra i maggiori porti e le ferrovie, adesso puntano direttamente alle isole, per assicurarsi direttamente le entrate economiche che il turismo greco è capace (diversamente da quello calabro) di generare.
Così facendo, i cinesi sono in pratica diventati i colonizzatori della Grecia!
E visto che, a suo tempo, dall'Ellade non c'impiegarono poi tanto a sbarcare in Calabria, nulla vieta di pensare che la stessa cosa non possano fare oggi i cinesi. Potremmo così passare in breve tempo, dalla Magna Grecia alla Magna Cina.
Immaginatevi la scena: uno scigghitano cala a mari o' 'Livitu e voli iari mi si 'mpuzza 'na calata a' Petra Oia. Mancu 'u tempu mi 'mpiccica supra alla rocca chi ttà: cumpari nu cinesi chi nci rici:
"Dove tu volele andale? Questa essele mia pietla".
E nci sbatti nta facci tantu di attu notarili stipulato via internet, direttamente da Pechino!
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