Giornata dedicata alle donne quella del 8 Marzo.
Anche a Scilla sono state ricordate in particolare coloro che hanno rappresentato per l'epoca in cui hanno vissuto -nell'arco di poco più di un secolo, a cavallo tra la metà del 1800 e i primi degli anni '90- un grande esempio di passione, volontà, sacrificio e servizio verso la comunità scillese e, insieme a loro, tutte le madri, figlie, nonne, sorelle e mogli che hanno fatto progredire il nostro paese.
Se ne è ampiamente discusso in un doppio appuntamento dal grande valore culturale, due eventi particolari, come da tempo non si vedevano a Scilla.
Nel pomeriggio, presso la sala convegni del castello “Ruffo”, la Commissione per le Pari Opportunità (costituita con il voto unanime dell'intero Consiglio Comunale), ha presentato la sua proposta per l'intitolazione di sei vie del centro urbano cittadino a sei donne scillesi che hanno dato lustro a un periodo storico che ha visto Scilla colpita da calamità naturali, guerre, fame e povertà, ma che alla fine è sbocciato nel progresso economico, sociale e culturale -soprattutto a partire dagli anni '50-60 del secolo scorso, un progresso cui le donne hanno contribuito in maniera determinante.
Le sei donne scillesi cui la Commissione ha ritenuto di dover rendere omaggio sono:
Giselda Macrì -conosciuta da tutti come “Donna Gisa”, giornalista pubblicista e dama di carità, il cui sogno era quello di fare di Scilla un riferimento culturale per l'area dello Stretto e di tutto il Meridione;
Antonia Assunta Paladino, medico-psicologa e, nel 1952, prima Sindaco donna della storia d'Italia;
Vittoria Martello, donna caritatevole che col suo impegno riuscì a fondare un ospizio per assistere le persone sole e malate, acquistando e cominciando a trasformare una struttura fatiscente che è oggi diventata la “Casa della Carità”, fiore all'occhiello della sanità calabrese;
Giuseppina Marzano, insegnante ed educatrice, sempre ricordata dall'intera generazione delle nostre nonne;
Clara De Franco, professoressa, poetessa e scrittrice, che si occupò per lunghi anni della nascita e della gestione dell'ospedale “Scillesi d'America”;
Rosa Imbesi, farmacista e chimica, donna apprezzata per la sua grande umanità e per il suo impagabile spirito di servizio nell'assistenza di tutta la comunità scillese.
Sei figure di donne, diverse tra loro, ma che proprio per questo rappresentano e completano al meglio quel variegato quadro costituito dalle “donne lavoratrici” che, pur mantenendo intatto il loro ruolo naturale e primario di madri,sorelle e mogli, non hanno esitato a mettere le loro capacità e il loro sapere a servizio del paese.
La proposta annunciata oggi, oltre a rendere un doveroso omaggio a queste importanti figure femminili, va a colmare una lacuna incredibile: in tutto il comune di Scilla non c'è una via, una strada, un vicolo, dedicato a una donna!
Le vie indicate nella proposta di intitolazione, sono le traverse che congiungono le parallele via Libertà e via Rinnovamento. Strade scelte non a caso, poiché estremamente indicative della lotta sostenuta dalle donne per vedere riconosciuta la loro completa autonomia e libertà in quanto esseri umani.
Libertà di poter esprimere secondo le loro naturali inclinazioni, il talento, l'intelligenza e le capacità, tutti strumenti che hanno consentito al nostro paese di rinnovarsi continuamente e di procedere ad ampi passi verso un progresso che però, dal punto di vista dell'effettiva parità dei diritti, è ancora lontano dal compiersi pienamente.
La proposta di intitolazione, dopo l'adozione delle relative delibere da parte degli organi comunali, passerà al vaglio definitivo della Prefettura, al fine di ottenere le autorizzazioni necessarie all'intitolazione delle strade.
A completare il quadro di una giornata tutta al femminile, in serata, presso la “Casa della Carità”, è stata presentata una pubblicazione curata dal gruppo “Futuro Donna”, dal titolo emblematico: “Le donne scillesi nella società e nel lavoro”.
E' un viaggio nella storia recente di Scilla, potremmo dire parallelo e complementare a quello intrapreso nella descrizione dell'opera svolta dalle sei donne citate in precedenza.
Qui la storia viene ripercorsa in particolare attraverso una puntigliosa e ricca analisi delle diverse attività lavorative -il più delle volte semplici e umili, ma aventi una grande valenza economica- svolte dalle donne scillesi nel loro complesso, “donne che hanno saputo mettersi in gioco, entrando a far parte concretamente del mondo del lavoro, spianando la strada a tutte quelle che sarebbero venute dopo di loro”.
Non è solo un elogio -dovuto e meritato- ma è anche il ritratto, anche attraverso numerose immagini fotografiche d'epoca, di un'economia cittadina nella quale le donne hanno avuto molteplici ruoli fondamentali e strategici: non solo professoresse, giornaliste, sindaco, medico o farmacista, ma anche fornaie, ricamatrici, contadine, operaie nelle filande o nei cantieri, commercianti, artigiane.
Ma mentre quelle attività economiche di un tempo sono oramai scomparse, le donne scillesi hanno saputo migliorarsi, sfidando a viso aperto una realtà sociale come quella calabrese, per nulla facile e che, ancora oggi, non manca di dimostrare nel peggiore dei modi tutta la propria retrograda ostilità.
Le donne scillesi hanno combattuto e combattono con caparbietà, perseguendo legittimamente le loro aspirazioni, la loro voglia di successo e di affermazione personale, pienamente consapevoli di rivestire “un nuovo ruolo nella società, variegato e molteplice ma soprattutto a passo con i tempi”.
Una giornata dunque che non abbiamo timore di definire storica per Scilla che, grazie alle sue donne, non solo ha riscoperto il passato (molte volte colpevolmente dimenticato) e ciò che è stata, ma ha soprattutto preso coscienza di quello che potrà essere nel suo futuro.
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