Qualche giorno addietro, guardavo la foto di un bimbetto allegro e sorridente, intento a giocare
con la sabbia. Guardavo il suo sorriso, e ho provato ad immaginare il motivo della
sua felicità.
Era la libertà di creare nuove forme, era la gioia di
riuscire a dare concretezza alla propria fantasia, al proprio estro,
alle proprie capacità.
Un po' di sabbia, un po' d'acqua di mare, un secchiello e una paletta.
Solo
i bambini riescono a farti capire, con la semplicità dei loro gesti e
la loro purezza d'animo, quanto poco serva per poter essere davvero
felici.
Ultimamente a Scilla di felicità se ne vede ben poca, c'è un decadimento diffuso -in ogni campo, nessuno escluso- che
fa paura, vedo un paese smarrito che non lascia ben sperare.
Dallo scorso marzo pare non ci si sforzi -pur tra mille difficoltà-
di fare quel poco che serve per dare una immagine presentabile.
Adesso, che amministra direttamente lo Stato, non abbiamo più nemmeno quella. Ormai
Scilla non viene bene neanche nelle foto, che l'hanno resa famosa e
invidiata in tutto il mondo, nonostante siano tanti i paesi che hanno cercato di appropriarsi della sua inconfondibile immagine. Avanti di questo passo,
con questa apatia, Scilla potrà durare qualche altra decina d'anni (trenta, al più
quaranta, ma a cinquanta non 'rriva), poi farà la stessa fine di tanti
altri piccoli borghi della nostra Calabria, oggi semideserti e
diroccati.
Nonostante tutto, vedere la foto di quel bimbo (avrà circa due anni), mi ha regalato un
po' di serenità. Se fossimo liberi di dare sfogo alle nostre capacità
senza dover fare i conti con la cattiveria e con l'invidia, forse questa
terra non sarebbe ridotta così. Se ce ne rendiamo conto, forse siamo
ancora in tempo a frenare questo degrado, prima del precipizio.
Ben
venga, dunque, il ‘FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL MEDITERRANEO
DELL’ARTE CONTEMPORANEA – FIMAC 2018’ – in programma presso il CASTELLO RUFFO DI SCILLA DAL 10 AL 25 AGOSTO 2018.
L’idea della mostra, nasce dalla collaborazione tra la rivista Italia Arte, Museo MIIT (Museo Internazionale Italia Arte di arte moderna e contemporanea di Torino), Associazione Culturale Galleria Folco, con il Patrocinio di Istituzioni pubbliche e private. Quella in programma a Scilla è la terza edizione dopo quelle tenute al Museo
della Memoria di Lipari e alla Biblioteca Civica di Albenga.
La rassegna -come specificato sul sito http://www.italia-arte.it- "rappresenta un appuntamento importante e
istituzionale per la valorizzazione dell’arte contemporanea in un
contesto storico, artistico, archeologico, culturale e sociale
importante come il Bacino del Mediterraneo. Come luogo simbolo di tale contesto è stata scelta, per l’edizione 2018,
la Calabria e il Castello Ruffo di Scilla, sbocco naturale sul mare di
altre numerose regioni italiane che hanno da sempre dialogato con essa
dal punto di vista culturale, sociale, storico, ma anche, in ogni tempo e
ancora oggi, luogo di contatto, di passaggio e di partenza verso terre
più o meno lontane del Mediterraneo."
L’obiettivo della mostra è selezionare in maniera rigorosa
per mezzo della selezione di qualità operata dalla Redazione di “Italia Arte” (composta da
storici e critici d’arte, giornalisti, editori, professionisti del mondo
legale, economico, finanziario, dalle gallerie coinvolte e partners del
progetto), per conoscere e valorizzare l’opera dei migliori autori.
Tra questi, c'è la talentuosa artista reggina Angela Celeste Costantino, che in questi anni si è fatta apprezzare in Italia e all'estero per le sue opere caratterizzate da una non comune sensibilità ed attenzione, in particolare riguardo alla figura della donna nella nostra (malata) società contemporanea.
Angela proporrà al pubblico la sua nuova opera, che lascia spazio-come sempre nei lavori di questa artista- a riflessioni che vanno ben al di là dell'opera d'arte in sé, dal titolo evocativo: "Notturno di Luci".
Con l'elegante semplicità del tratto che la contraddistingue, l'artista reggina ci regala un'immagine che esprime, da sola, la stiuazione attuale di Scilla. A illuminare il cielo notturno non c'è lo scintillio della movida o le luci della festa o i fuochi d'artificio, non c'è nulla di ciò che rappresenta la leggerezza con la quale, di solito, si trascorrono le serate estive nei paesi che si defniscono turistici. Di tutto ciò, Scilla offre ben poco.
Nel cielo scillese, come nell'opera di Angela Celeste Costantino, c'è solo la bellezza della Natura: piccoli frammenti di luce lunare e le stelle, che sembrano squarciare le nuvole e cadere. Ma non sono le stelle cadenti, simbolo di desideri inespressi o non realizzati -e a Scilla ne potremmo enumerare molti! Sono luci notturne proiettate verso un cielo più chiaro che, per un gioco di prospettiva, potrebbe anche essere visto come un mare tranquillo, dal quale traspare il primo bagliore di una nuova luce. Questa è la Scilla di oggi, un "Notturno di luci".
Ecco come anche per mezzo di un'opera d'arte è possibile ritrovare la luce di una nuova fiducia.
Dunque, mi auguro vivamente che questa esposizione -che invito tutti ad andare a vedere nei prossimi giorni- sia il segnale che dare
sfogo alla fantasia, all'arte, che affidarsi a vicenda alle capacità di
ciascuno di noi, è l'unico modo che abbiamo per salvarci tutti. Me lo
auguro davvero.
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