La penna è da signori, la matita è per i bambini, i giovani.
La penna è per chi è sicuro di sè e non ha paura di sbagliare. Se si sbaglia quando si scrive a penna, è difficile correggersi e si finisce con lo "sporcare" il foglio. La matità è insicura, è per chi ha dubbi, per chi vuole migliorarsi, perché ti lascia il tempo e il modo di correggere gli errori cancellandoli e lasciando il foglio bianco, in ordine.
La penna ha l'inchiostro colorato: una volta c'erano solo le penne dall'inchiostro nero, blu o rosso. Il primo era per i burocrati, il blu per i dotti e gli uomini importanti, quelli che avevano il colore dello stesso sangue, il rosso per le intestazioni o i dati importanti. Poi, sono arrivate le penne multicolor.
Di matite, invece, c'erano quelle rosse/blu, usate dalle maestre per correggere i compiti (gli errori gravi erano segnati in blu, quelli meno gravi erano segnati in rosso) o metter i voti sul quaderno; e c'erano le matite normali, il pezzo di grafite rivestto di legno -il più delle volte di colore giallo o marrone- e sormontato, a volte, da una gomma. Più tardi, il bastoncino di legno è divenuto multicolor (unico elemento in comune con le penne).
La penna è silenziosa, come chi agisce di nascosto. La matita, invece, fa rumore. Mi è sempre piaciuto ascoltare il "suono" della punta di grafite mentre scorre sul foglio, dà l'idea del movimento della mano e, al contempo, del movimento dei neuroni nel cervello, dove si formano le idee che vengono poi trasferite sulla carta, dove prendono forma.
La penna ha una conformazione robusta, una corazza (di plastica o di metallo) e il suo inchiostro scorre liscio, scende in verticale, dritto, senza deviazioni. E' un percorso facile il suo, ma noioso. Quando finisce, l'inchiostro della penna, quasi non te ne accorgi nemmeno. La penna è come una persona che vive la sua vita in modo piatto, nell'anonimato. E' un'esistenza comoda la sua, scorre sul foglio liscia, facile sì, ma di una noia insopportabile.
La matita, al contrario, è esile, un piccolo pezzo di legno che può rompersi o spezzarsi facilmente, al minimo urto. La sua esistenza è legata alla sua fragilità. Usare la matita dà l'dea del tempo che passa, che si consuma piano piano, come la sua punta. Ha una vita travagliata la matita, ma ogni volta che sembra che stia per morire -quando la sua punta è consumata- finisce con l'essere girata e rigirata dentro il temperino. Perde un po' della sua corazza di legno ma ogni volta rinasce, temperata, cioè formata plasmata e, allo stesso tempo temprata, resa più forte e vigorosa, irrobustita. La vita della matita è come quella delle persone semplici, che combattono e si consumano nelle difficoltà di ogni giorno, ma sono capaci di creare meraviglie.
Non a caso, Santa Teresa di Calcutta diceva:
Sono come una piccola matita
nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa.
È Lui che scrive.
La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo.
La matita deve solo
poter essere usata.
nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa.
È Lui che scrive.
La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo.
La matita deve solo
poter essere usata.
Con la penna puoi soltanto scrivere e, ormai non si usa quasi più, perché il suo posto è stato preso dai computers o dai telefonini.
Con la matita, invece, si può fare di tutto: scrivere, truccarsi, disegnare figure geometriche, nature morte, opere d'arte, su un pezzo di carta come su un muro, creare meraviglie. La matita è lo strumento della cretività umana: quante opere d'arte sono nate da un piccolo pezzo di grafite! Niente e nessuno potrà mai sostituire la creatività umana. Per questo la matita è più viva che mai, difficilmente potrà essere sostituita.
Immagine tratta da: https://www.gaservices.it/shop/gadget/penne/personalizzazione-a-colori-matita-mod-pd057-100-pz/
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