20 agosto 2023

Festa di San Rocco 2023. Appunti dalla processione -2

 



 


Seconda giornata di processione, per le strade de quartiere San Giorgio, come da tradizione. Tre i momenti significativi che ho annotato nella memoria.

 

La sosta davanti al nostro ex ospedale "Scillesi d'America". Un'accorata preghiera perché ci si adoperi a far tornare le strutture disponibili alla piena fruibilità non solo degli scillesi ma dei tanti abitanti del comprensorio che gravitano attorno a questa struttura da ormai sessant'anni.

Durante la sosta, riflettevo sul fatto che noi scillesi siamo predisposti all'aiuto e all'accoglienza, al prestare soccorso in genere. A questa particolare natura, ho fondato motivo di credere -e mii piace farlo- che molto abbia influito su ogni scillese l'esempio del nostro Santo Patrono. Il passo del Vangelo di Matteo (25,35-44) "Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi…" che viene citato in occasione della festa liturgica, il 16 agosto, e in ogni celebrazione durante la festa, è quello che ogni scillese ha ascoltato fin da bambino guardando la potente espressione della statua lignea di San Rocco e che, per questo, ha ben impressa nella propria mente e nel proprio cuore.



Vedersi privati di una struttura attraverso la quale, per oltre sessant'anni, si sono date cura ed assistenza ad una moltitudine di persone, genera nello scillese, proprio in quanto devoto al Santo taumaturgo di Montpellier, un naturale sentimento di opposizione, di ribellione contro decisioni (siano esse politiche, aziendali o di altra genesi) che hanno annullato la dignità dei malati e hanno fiaccato quel bisogno di umanità che, invece, è oggi sempre più fondamentale.

 

La sosta davanti a' Cresiola, a pochi metri dalla villetta comunale, luogo di svago per giovani e meno giovani. Per i giovani che la frequentano, in cerca a volte non di semplici momentanee e sane distrazioni dallo studio o dalle proprie  attività, ma in cerca di soluzioni alternative per raggiungere l'indipendenza economica o, peggio, la ricchezza, in maniera del tutto apatica e sfruttando le debolezze dei propri coetanei.

Che l'esempio di San Rocco, che ha abbandonato ogni privilegio ed ogni ricchezza, possa essere d'aiuto a comprendere la ricchezza e la bellezza del sacrificio, del sudore della propria fronte, dell'aiuto -attraverso le proprie capacità- dell'intera collettività di  cui si fa parte.

 


Il trionfino. Momento culminante della festa. E' la corsa che, in pochi secondi, raffigura il trionfo di San Rocco sul morbo della peste, il fuoco del suo tempo. E' una corsa che si conclude simbolicamente davanti alla chiesa, come a voler rappresentare il suo andare incontro al Signore, che ha voluto che questo uomo, pellegrino della carità, fosse elevato alla gloria degli altari della Sua Chiesa, quale umana incarnazione delle sue parole, come il versetto ricordato in precedenza.

Il contorno di fuochi pirotecnici che fa seguito alla corsa, ti toglie il fiato; il rumore dei colpi fa quasi tremare piazza San Rocco, ti rimbomba dentro, e ti costringe a respirare a bocca aperta. In quei pochi minuti non esiste altro: tutti i pensieri, le preoccupazioni, svaniscono, sei come anestetizzato dalla realtà che ti circonda. Alla fine della cassa infernale, un urlo gioioso di liberazione unisce la piazza: Viva San Rocco!

Sono ancora stordito dal crepitio e dai colori dei fuochi d'artificio, mentre mi avvio a far ritorno verso casa, attraversando a fatica, seppur a piedi, gli ingorghi di un traffico le cui luci e i cui rumori, però, per la paterna intercessione di San Rocco, sono stasera più sopportabili.

 

n.b.: foto tratte dalla pagina Facebook di Pasquale Arbitrio

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