Aaaahhh! Figghioli bongiornu!
Ho ancora le palpebre 'mbiddhate dal sonno dopo 'na nuttata passata a smaltire pranzo, cena e paninu ca satizza d'ordinanza (e ddui e menza 'i matina).
Mi pigghiaia 'u cafè, ma ancora deve trasire in circolo. Nell'attesa, eccovi un commento a caldo (fora 'u suli bruscia, anche quassù a Ieracari Hill) della festa di San Rocco che per la prima volta, grazie allo smisurato 'ngegno inventivo del nostro Tatomaster abbiamo trasmesso praticamente in diretta su questo Malanova di sito (e 'u megghiu è ancora arretu).
Come ogni anno, ci sono state delle novità.
Per prima cosa però, seppur di malavoglia, lasciatemi dire che sono rimasto sorpreso nel vedere che qualcuno -frmatosi scillaponte- abbia avviato una raccolta di firme contro il parroco.
Ora, ieu non vogghiu difendiri a nuddhu, però volevo fare presente che, cusì facendu, tutte le preriche, le messe, le processioni, le 'ntrocce, le bande, ecc., ndi putimu 'ttaccari o' coddhu, perché vanno stupidamente a farsi strabenedire. Ch' 'a ficimu a fari 'a festa? Tutta 'a farina si ndi iau a livatu!
Certo, io sono il primo a dire che le tradizioni secolari -che si tramandano da padre in figlio- vadano mantenute. E' una questione di storia, di valori (richiamati anche dal parroco nell'omelia) e le tradizioni, secondo me, sono alcuni degli strumenti mediante i quali i valori si trasmettono.
In questi ultimi anni si sono fatti dei cambiamenti, che alcuni chiamano prove. Ma, appunto comu e muluni a prova, alcuni sunnu boni e alcuni nesciunu cucuzza.
E' innegabile ed apprezzabile il fatto che il nostro parroco, sia dotato di molta "inventiva" in fatto di cambiamenti, sostenuta anche dalla sua giovane età (siamo quasi coetanei). E' impressione mia personale però che spesso, questo suo entusiasmo lo porti a strafare, a voler fare le cose un po' troppo di prescia. Questo, a volte, contribuisce anche a far perdere la lucidità, come è successo per esempio ieri durante l'omelia (che comunque ho apprezzato tanto), quando per un involontario lapsus freudiano, la peste è divenuta lebbra e gli appestati sono divenuti lebbrosi.
E' altresì innegabile che la gente dello Scigghio invece sia abituata a ritmi di vita quotidiana molto più lenta, direi quasi da "siesta" messicana. Pertanto, è quasi fisiologico che per comprendere il senso di alcune innovazioni -che anche in passato altri parroci hanno gradualmente attuato- ci vorrà del tempo.
Intanto però, e questa è la prima novità, già ieri sera durante la processione abbiamo registrato in diretta (alle 20:30 o giù di lì) che -seppur ancora con una pronuncia da migliorare- il nostro parroco ha intonato il tradizionale canto "Sant'(a) Roccu ra gran putenza", dopo esser stato sollecitato con una certa insistenza -ma è sempre un'impressione mia personale- da numerosi fedeli in processione. E' comunque un buon segno, che lascia ben sperare per il futuro, nel senso che le cose vengano decise prima e siano frutto non dell'induzione (dell'uno verso l'altro) bensì di un dialogo aperto, franco e sincero, senza inutili polemiche.
Seconda novità: pareri contrastanti in merito al trionfino in modalità TAF (Trionfino A doppia Filarata). Sicuramente è più scenografico vedere il Santo correre tra due ali di fuoco. I problemi principali sono due: 'u Santu non si viri, perché 'ccuppato dal fumo delle doppie luminarie; si limita lo spazio a disposizione della gente, con conseguenti problemi di ordine pubblico. Ieri l'attesa per la partenza del trionfino è stata lunga, proprio perchè i poliziotti hanno voluto assicurarsi che tutto fosse a posto. Da rivedere.
Due annotazioni: 1) complimenti ai 'mbuttaturi del trionfino, è stata una corsa degna del miglior Carl Lewis, velocissimi. 2) A parziale recupero della lunga processione di sabato, quella di ieri a San Giorgio è durata praticamente un'ora in meno rispetto agli orari consueti. Merito di poche fermate e cambi volanti, favoriti certo da una temperatura sopportabile. E' stata, forse, la processione più veloce della storia scigghitana.
Terza novità: A proposito di tradizioni, per la prima volta (almeno credo), durante la messa solenne di ieri, non c'è stata la tradizionale offerta del cero votivo da parte dell'Amministrazione comunale. Nenti ceru, nenti gonfaloni, sindicu senza fascia. Ma figghioli, pirchì? Anche in questo caso si sono raccolte in giro le voci più disparate. Quella comunque che sembra aver maggior credito è la seguente. Pare che le spese per l'acquisto del cero votivo siano sostenute, con turno quadriennale dal comitato organizzatore e dall'Amministrazione comunale. Quest'anno sarebbe toccato al Comune ma, a causa delle attuali traversie economiche che l'Ente sta attraversando, non è stato possibile affrontare la gravosa spisata. La notizia è da prendere con beneficio d'inventario, in quanto "voce di processione", e mi aspetto magari maggiori precisazioni in merito. Comunque, qualora dovesse essere vera, vuol dire chi simu cumbinati malamenti: non c'è sordi mancu pi 'na candila!
Non posso però non far notare che (sempre se quanto sopra risponde al vero), anche il comitato avrebbe potuto fare un'eccezione alla regola e provvedere.
Quel che è oggettivamente rilevabile dall'esterno, è che tra il nostro Peppone
e il nostro Don Camillo, quanto meno sia mancato il necessario coordinamento. Conseguenza? Una gran malaviruta.
Per finire, chiudo in bellezza. L'unica tradizione che si rinnova ormai da anni? satizzi! Appena finiti i fuochi, con gli amici abbiamo fatto un breve quanto intenso slalom al fine di effettuare un censimento delle "ravigghie" ambulanti presenti sulla via Marina. Pirdimmu 'u cuntu. Non è mancata la chicca: oltre alle "ravigghie", qualcuno ha pensato bene di iarmarsi di "triporu" con sottofondo di lamera (vedi foto sul malablog). Che sia il preludio alla caddarata di iambuni e zziringuli del prossimo anno, sulla scia di festa Maronna a Reggio? E' confermato: tuttu 'u mundu è frittuli!
CONVENGO CON TE CHE RACCOGLIERE LE FIRME CONTRO IL PARROCO NON è COSA BUONA, MA NON è COSA BUONA NEANCHE QUANDO IL PARROCO RACCOGLIE FIRME DI FEDELI CONTRO ALTRI FEDELI,E SI PERCHè CI SONO FEDELI DI SERIE "A" E FEDELI DI SERIE "b",DEL RESTO A SCILLA CI SONO SANTI E CHIESE DI SERIE "A" E SERIE c12. IN MERITO AL ROSARIO IN DIALETTO O LINGUA SCILLLESE LA SERA PRIMA "Tà CURBA RU GRECU" QUANDO PER VOLONTà SPONTANIA, I PORTATORI HANNO INTONATO IL ROSARIO SONO STATI RIMPROVERATI DAL NOSTRO AMATO PARROCO (STAVA SUONANDO LA BANDA CHE ESSENDO COSì LONTANA NON SI SENTIVA). PER IL CERO VOTIVO IL PARROCO NON HA VOLUTO RINNOVARE QUESTA TRADIZIONE (QUARDA CASO INTRODOTTA DA DON MIMMO), PERCHè NON E GIUSTO MISCHIARE SACRO E PROFANO, PURTROPPO SCILLA DA QUALCHE ANNO STA CADENDO IN PICCHIATA VERSO IL BASSO, LE PAROLE SONO BELLE MA CIò CHE CONTA è L'ESEMPIO, PREDICARE BENE è RAZZOLARE MALE NON SO COSA PORTA DI BUONO E IN MODO PARTICOLARE SE QUESTO VIENE DA CHI DEVE ESSERE IL PASTORE DI TUTTI !!!!!!!!!!
RispondiEliminaSPERIAMO CHE SAN ROCCO CI STIA ACCANTO PERCHè PER MOLTI, QUESTI 4 ANNI SONO STATI ANNI MOLTO DURI E NON SOLO PER GLI ANZIANI MA ANCHE PER MOLTI RAGAZZI. SCUSA SE HO DISTURBATO LA SENSIBILITà DI QUALCUNO.
Alcune piccole annotazioni.
RispondiElimina1. Figghioli, ieu i commenti i pubblicu, per dare voce a tutti ma, pi favureddhu, 'u vuliti mintiri nu nomu!?
2. Caru Roccu, 'Ntoni, Peppi, Pascali, Giuvanni (pensu chi a menz' a chisti 'u to' nomu 'u 'nduvinu), dalle tue parole desumo che tu sia uno dei portatori.
Ti devo smentire su una cosa. Non è vero che ci siano Santi di serie A o B o C, non potrebbe mai esserlo. Magari riuscissimo a essere nui comu a iddhi! L'ha ribadito il parroco -e anche con una certa forza- durante l'omelia.
E' vero però che vedere le chiese chiuse al passaggio del Santo, non è bello. E questo, magari induce ad arrivare alla tua riflessione. Provare a riaprire i portoni di una chiesa, non credo sia tanto complicato o richieda sforzi particolari.
3. Ricordo a tutti che nel 1990, proprio nell'anno in cui si è inaugurata l'attuale Chiesa di San Rocco, si è rischiato di rovinare tutto per iniziativa di pochi. Tanto che l'allora parroco don Mimmo è intervenuto in termini abbastanza decisi e perentori al termine del trionfino, momento di massima gioia collettiva.
Questo per dire che errori se ne sono sempre fatti, da una parte e dall'altra.
Certamente il tuo intevento non disturba il sottoscritto, anzi contribuisce a sviscerare quegli aspetti che magari ai più restano nascosti.
Scusa se non mi presento ma dopo le tante volte che il parroco a usato il pulpito per scagliare anatemi nei confronti di chi non la pensa come lui, a questo punto credo che sia giusto salvaguardare non solo la propria persona ma quanto meno le persone che ti circondano, parlare si è parlato tanto il fatto è che quando uno si sente "illuminato" e depositario della verità (sua verità) non c'è discussione , per santi di serie b c d mi riferisco alle ricorrenze delle varie chiese oltre che chiuse tutto l'anno rimangono chiuse anche nelle ricorrenze. E' un discorso lungo e credo che non sia la sede adatta, ma le cose purtroppo non vanno bene, è vero che ci sono state anche prima difficoltà tra parroco e pochi, oggi i pochi sono tanti, chi paga il prezzo maggiore sono i ragazzi e giovani che si allontanano dell'ambito della chiesa perchè non capiscono atteggiamenti e scelte, dico questo per esperienza.
RispondiEliminasaluti da uno scigghitanu.
Mi viene in mente una filastrocca in inglese, che ha imparato a scuola mia sorella:
RispondiEliminasticks and bricks
can break my bones
but words won't hurt me.
Che, tradotto, più o meno significa:
bastoni e mattoni
mi possono spezzare le ossa
ma le parole non mi feriranno.
Ora, se questo vale per le parole "scagliateci contro" da tutti, a maggior ragione deve valere per le parole pronunciate da un parroco. Di certo, non sono state pronunciate a mo' di minaccia, perciò non vedo la necessità di nascondersi.
Scusami se insisto, ma se unu non poti dialogari mancu cu nu previti (che, per giunta è la persona deputata a raccogliere le confessioni di ciascuno di noi), in che mondo viviamo?
Per quanto riguarda l'allontanamento dei giovani e le chiese abbandonate. Premesso che non sono, diciamo così, un assiduo frequentatore, non si può dire che i giovani non frequentino la parrocchia, considerato che sempre durante la messa di domenica il parroco ha annunciato che ci sono circa 400 adoratori (e tra di loro numerosi giovani).
Mi pare però paradossale che le chiese -luoghi di accoglienza di tutto il popolo cristiano e non, per definizione- rimangano a porte chiuse proprio al passaggio di un Santo!
Lancio una proposta. Perché non fare l'adorazione anche nelle altre chiese, magari a turno, oltre che a Matrice?
Ciò consentirebbe di: tenere aperte le chiese e quindi anche in condizioni migliori di quanto non siano attualmente (vedi ad esempio chiesa di San Rocco); dare la possibilità a un numero maggiore di persone (penso soprattutto agli anziani)di praticarvi anche l'adorazione, con una maggiore facilità "logistica".
Concordo in tutto con te ma questa non è la volontà del ns caro Arciprete purtroppo anchio non frequento più la parrocchia (non venite più!!!!!! direttamente faccia a faccia). Ad alcuni è stato detto, da lui durante una processione e in chiesa "mele marcie mafiosi" (sono intervenuti persino le forze dell'ordine per chiedere informazioni e il Vescovo), ho saputo che stanotte i soliti ignoti hanno fatto saltare una macchina credi che lui interverrà?
RispondiEliminaComunque la speranza e sempre l'ultima a morire ma purtroppo per alcuni riconoscere i propri errori non è cosa facile.
Arrivererci
Invito te e chiunque lo voglia a leggere un interessante commento di un turista, sullo stato delle chiese di Scilla, pubblicato nella sezione littiri o nonnu.
RispondiEliminahttp://littiriononnu.blogspot.com/
Sull'episodio di stanotte, sintia 'a botta i Ieracari.
Alla commentatrice anonima del 15.10.2007
RispondiEliminaNon ho ritenuto di pubblicare i due commenti da te inviati, poiché quanto da te esposto è stato già ampiamente dibattuto e discusso sia in risposta a questo post che nelle "littiri o' nonnu".
In quest'ultima sezione, puoi anche leggere le motivazioni per le quali la discussione è stata considerata definitivamente conclusa.