Era il 2004, l'anno in cui le Olimpiadi si tennero ad Atene...dove tutto ebbe inizio.
L'allora governatore della Calabria, Chiaravalloti (a dimostrazione di quanto sia stato amato dal suo popolo, nessun calabrese sa che fine abbia fatto, o quasi), ebbe una bella pensata: "Perché non cloniamo i bronzi di Riace e li mandiamo ad Atene?"
I guerrieri sarebbero così potuti tornare -sotto le mentite spoglie clonate- nella loro patria, tutto il mondo li avrebbe potuti vedere, con ovvio (secondo il governatore) ritorno d'immagine per la Calabria.
E quelli veri? Non se li sarebbe filati più nessuno e avrebbero continuato a starsene al sicuro in una fresca stanza del Museo della Magna Grecia di Reggio.
Fu questa considerazione a guidare il fronte del "no" alla clonazione. Fronte di cui faceva parte -ed in prima fila- l'allora ed attuale primo cittadino di Reggio Calabria, Scopelliti.
A quel tempo, tutti i reggini furono grati al Sindaco per aver impedito la realizzazione del progetto del governatore -per giunta della sua stessa coalizione politica.
Sicuramente -anche se non è stato mai pubblicamente ammesso da nessuno- un ulteriore motivo per cui dire "no" ad un proggetto tanto ambizioso quanto ad alto rischio di improduttività, era stato dettato dalla circostanza che il governatore era di origini catanzaresi, razza con i quali, è risaputo, i riggitani non è che siano mai andati tantu d'accordo.
A distanza di cinque anni, non è più il governatore della Regione a farsi avanti, bensì il Presidente del Consiglio in persona, il cavalier Silvio. L'idea dei bronzi in trasferta non si è prescritta (d'altra parte, al Cavaliere interessano ben altri tipi di prescrizione) ma viene riproposta con due varianti di non poco conto.
Per fare bella figura con gli altri pari-grado del G8, dovendo ospitarli ha scelto la terra di Sardegna a lui così tanto cara. Sulu chi, per fare ammirari ai suoi amici le meravigghie possedute dall'Italia, nci vini nta testa di farsi mandare la coppia di guerrieri bronzei ripescati nel mare antistante Riace.
Ma stavolta -e qui sta la seconda novità- il Silvio non vuole le copie (lui non è cosa da...fotocopie), bensì gli originali!
Visto il pulpito dal quale è giunta la richiesta, il Peppone riggitano si è riserbato di decidiri dopo l'incontro di dopodomani con il ministro Bondi -praticamente, il portavoce del Berlusca- facendo intendiri di aviri 'ntinzioni di fare un referendum -o simili- tra i riggitani. Intantu però, la maggioranza che lo sostiene in Consiglio Comunale ha vutatu sì! Peppone, Peppone, ma chi fai ti smentisci da solo?
Per il fronte del "sì" (ma a Reggio su' pocu), si ribadisce l'opportunità di sfruttare un "palcoscenico" così prestigioso come il G8 e si fa notare che a luglio, il Museo riggitano sarà impraticabili per via di lavori di ristrutturazioni che vanno avanti già da tempo.
Il fronte del "no", si ricorda che a luglio cominciano ad arrivari le più consistenti comitive di turisti e che le due statue greche, ma oramai reggine d'adozione, devono rimanere dove sono. Chi vuole vederle, venga a Reggio!
Tutti sannu chi l'Italia è bella perché è varia ed è varia pirchì è bella. Troppu bella.
Personalmente, non credo che la Sardegna non possegga quegli elementi naturali, le bellezze paesaggistiche o gli elementi storico-culturali per far restare ca bucca 'perta tutti quanti:'mericani, 'ngrisi, tedeschi, francisi, ecc. D'altra parte, se il cavalier Silvio ha preferito la Costa Smeralda alla Costa Viola un motivo ci dovrà essere stato.
Grazie a Dio, l'Italia ha un patrimonio artistico-culturale da far invidia a tutto il resto del mondo. Ecco perché sono convinto che tutti coloro che ci rappresentano, a maggior ragione se rivestono una veste istituzionale e per di più se chiamati ad intervenire in un contesto internazionale, debbano mettere in risalto le bellezze italiane nel contesto ove si trovano.
Chi cintra 'a Magna Grecia cull'isola de La Maddalena? Non mi risulta ci sia mai stato qualche sbarco ellenico da quelle parti, nemmeno di clandestini in questi ultimi tempi.
E' come se a Reggio volessimo il David di Donatello o la Pietà di Michelangelo. Eh no, chi vuole vederli avi aviri 'a pacenzia:parti pi Firenzi o pi Roma.
Portarli da un'altra parte, per quanto commercialmente conveniente possa essere (ma lo è davvero?), vuol dire annullare con un sol colpo le vicende storiche che hanno consentito la realizzazione di tali capolavori e quindi, grossa parte del loro fascino, della loro bellezza.
Quando ho visto il David o la Pietà, mi 'mmaginava a Donatello e a Michelangelo cu scappeddhu e' mani: sintiva 'i marteddhati, viriva a sulura chi nci sculava ra frunti mentri si firmavunu ad osservari la nascita delle loro opiri d'arti.
Se unu viri i Bronzi a Riggiu, si 'ffaccia ra Via Marina e, guardandu 'u Strittu i Missina, l'isole Eolie, s'immagina ddhi navi, ddhi bastimenti provenienti dall'Est, chi carriavunu ogni ben di Diu; s'immagina magari 'na battaglia o, chi sacciu, 'na iurnata di punenti e maistru, di mari grossu e 'sta navi chi 'nfunda, purtandusi dintra la stiva le due statue bronzee.
Se invece quelli del G8 e pochi altri dovessero vedere i Bronzi a La Maddalena, si affacciano dall'isola e vedono le Bocche di Bonifacio, la Corsica, luoghi di Bonapartiana memoria che con l'Ellade cintrunu picca e nenti.
Ma stasira, mentri faciva lo slalom tra le frane sulla S.S. 18 pi turnari a' casa, forsi ho compreso per quali motivo il cavalier Silvio ha avutu la bronzea pinsata: visto che la Calabria -e la provincia reggina in particolare- sono irraggiungibili, come faranno i tanti turisti ad andare ad ammirare i guerrieri di Riace? L'autostrada è chiusa; la Statale ionica 106 è "la strada della morte"; la Statale 18 è una frana; l'aeroporto dello Stretto è, ma...non è (nel senso di esistere).
Tanto vale -ha pinsatu il Berlusca in un impeto di sinceru "mindifuttismu"- portarli da me...cioè volevo dire in Sardegna, dove le più grandi personalità internazionali a trovarmi e a passare con me 'na settimana di (finto) lavoro, (pavatu e strapavatu).
Eh no, caro Presidente Berlusconi. Non lo possiamo accettare. Se davvero ci tiene a vedere e far vedere i Bronzi di Riace ai suoi potenti amici, li porti a Reggio.
Sì, venga. Tanto per lei avrà poca importanza se le strade e le autostrade sono chiuse e gli aeroporti non funzionano.
Potrà venire lo stesso insieme ai suoi illustri amici e salutare con le facce sorridenti, indurite dal mare ed abbronzate (o dovrei dire di bronzo?), chi al porto di Reggio assisterà all'attracco del suo yacht da 48 metri. Se così fosse, Le auguro buon viaggio e di... non fare la fine dei bronzi.
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