12 agosto 2022

'U TERRABILIU DEL TORRENTE "LI URNI"

 Stamattina, poco prima delle 7,00, si è scatenato su Scilla un violento nubifragio che in poco più di un'ora ha riversato per le strade, le scalinate e i torrenti una quantità d'acqua che non si vedeva da qualche tempo.

La quantità di pioggia misurata, secondo le notizie diffuse dagli organi d'iformazione, è stata pari a circa 85 mm, il che significa che su ogni metro quadrato di superficie sono caduti 85 litri d'acqua. Considerato che in un metro quadrato ci stanno quattro persone, è come se sulla testa di un individuo siano caduti oltre 20 litri d'acqua.

A seguito dell'evento atmosferisco, si sono instaurati fenomeni franosi nella zona collinare, la cui entità è ancora tutta da accertare. Inoltre, danni evidenti si sono verificati nella zona del torrente "Li Urni" (nome terribilmente italianizzato in "Livorno"). Non è una novità. Come già accaduto a luglio del 2017, anche oggi il torrente ha portato fin sulla spiaggia, invadendo il lungomare, una enorme quantità di materiale vario: canne, di quelle che non si fumano ma si usano per 'ttaccari 'u pomaroru; pietre e mazzacani di armacie dei vigneti incolti, evidentemente travolte a monte; pietre, mattoni e cacinazzi cementati, (evidentemente risultanti da lavori edilizi di vario genere), che purtroppo sono divenuti parte integrante dell'ecosistema moderno.

La furia dell'acqua, agevolata ed incrementata dalla ridotta sezione del torrente nel suo tratto finale, nonché dal fatto che, nello stesso tratto, gli argini sono stati ridotti o eliminati -come era stato accertato nel 2017- e, ancora, dal fatto che vi è una pavimentazione in bitume, ha travolto diverse automobili che erano parcheggiate praticamente nel letto naturale del torrente o nelle sue immediate vicinanze.

Ora, a fenomeni naturali come quello verificatosi stamattina, che negli ultimi anni ci si affanna a spiegare con varie teorie scientifiche, i nostri antichi davano un nome specifico che, da solo, bastava a dare l'idea di ciò che era accaduto: 'u terrabiliu.

'U terrabiliu, deriva dall'unione di due termini: terra + ribellione. 'U terrabiliu, dunque, è riferito ad ogni fenomeno attraverso cui la terra -inteso come pianeta- si ribella ai soprausi e alle prepotenze subite per mano dell'uomo o della noncuranza da lui dimostrata nei di lei confronti. La noncuranza porta a dimenticare.

Solo pochi giorni fa era stato reso nuovamente fruibile il sentiero "Le Urne", che da piazza San Rocco, percorrendo Via Canalello, porta giù fino al torrente il cui nome dialettale originario era "Li Urni" -ovvero "Le Urne", intese come le urne d'acqua che il torrente forma nel suo percorso fino al mare. Lo stesso torrente, che da questa sua caratteristica ha preso il nome, alimentava anche la zona lato Est (lato castello) rispetto alla foce, tanto che la parte di Marina Grande compresa tra la piazzetta Spirito Santo e il Largo San Nicola è noto come Rione Gornelle -in dialetto "Urneddhi", ovvero "piccole urne" d'acqua.
Sarebbe, però, opportuno riportare l'originario nome dialettale, ovviamente tradotto anche in italiano.  Ciò perché il ripristino del sentiero, oltre che opera che dimostra rispetto verso questi luoghi che la Natura ci ha donato è, nel contempo, recupero della memoria storica.

Quella memoria storica che come collettività scillese abbiamo perso per noncuranza.
Il fatto di aver modificato i nomi della toponomastica, da "Li Urni" a "Livorno", dunque, ha contribuito in maniera decisiva alla perdita della memoria collettiva circa il fatto che quella parte del oggi asfaltata e percorribile con le auto è, in realtà, la naturale sede di passaggio dell'acqua del torrente.

Il "Li Urni" ce lo ha ricordato nuovamente, a distanza di cinque anni. Tutti ci auguriamo che non sia necessario 'n'atru terrabiliu.

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