17 agosto 2025

FESTA DI SAN ROCCO 2025 - LA PROCESSIONE DELLA DOMENICA: IL FUOCO DELL'AMORE DI DIO CONTRO LA PESTE DEL NOSTRO TEMPO


Seconda giornata dei festeggiamenti scigghitani in onore del Santo Patrono San Rocco come meglio non si potrebbe.

Il Vangelo di questa domenica così particolare per gli scillesi non poteva che essere più attuale.

Il testo, tratto dall'evangelista Luca, è tanto breve quanto potente:

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Letto in maniera distorta, con gli occhi e il cuore di tanti che, ahimè, oggi governano le sorti del mondo, questo brano potrebbe costituire una "scusa plausibile” per giustificare il più feroce degli estremismi. Ma non è così. 

Il fuoco di cui ci parla oggi il Vangelo è quello dell'amore di Dio che è la fiamma dello Spirito Santo, che «…arde ma non brucia. E tuttavia essa opera una trasformazione, e perciò deve consumare qualcosa nell’uomo, le scorie che lo corrompono e lo ostacolano nelle sue relazioni con Dio e con il prossimo.» (Benedetto XVI – Omelia nella solennità del Corpus Domini, 23 maggio 2010)

E San Rocco, il Santo Pellegrino, si è fatto portare di questo fuoco, che ha guarito i corpi dal fuoco della peste e ha trasformato gli animi di tutti coloro che ha incontrato lungo il cammino che lo ha portato alla santità.

Due i momenti della processione di oggi, che vorrei fissare nella memoria: nella sola preghiera a San Rocco perché protegga un luogo vulnerabile come la villetta comunale, poiché frequentata dai nostri bimbi e dai nostri ragazzi, perché restino lontani dalla peste moderna che li tenta sotto forme tanto attraenti quanto subdole. Il secondo momento, la preghiera di Don Mimmo Marturano, già arciprete di Scilla per vent’anni, che tanto si è speso per la ricostruzione del tempio dedicato al nostro Santo Patrono. Preghiera, accompagnata dalla benedizione a tutti i portatori che, alla fine, hanno ricambiato insieme a tutti i presenti con applausi ed un doppio “Evviva Don Mimmo!” pieno di affetto, tenerezza e riconoscenza verso colui che è stato la guida spirituale della nostra comunità e rimane ancora oggi un punto di riferimento per tutti. In pochi riescono a nascondere la commozione.


Infine, l’arrivo in piazza della processione, per il momento dell’anno più atteso da ogni scillese: ‘u Trionfinu. I portatori che percorrono gli ultimi metri “’mpuntandu ‘i peri”, ovvero con calma, così da consentire agli operatori di polizia poter verificare che tutto possa svolgersi con la dovuta sicurezza; pochi minuti di attesa, dedicati a una preghiera, le foto di rito e la disposizione ai propri posti di quanti prendono parte alla corsa sutta o’ focu. Poi San Rocco viene finalmente alzato sulle spalle dei portatori: è il segnale. Pochi secondi e si accende la fiaccolata, sorprendendo anche chi il Trionfino lo vede da una vita. Partunu ‘i roteddhi, firriunu velocissime sprizzando lampi di luce, parte la corsa, trenta secondi vissuti come sempre in apnea. Tutto intorno è solo luce, colore e rumore. La piazza trema sotto i miei piedi per alcuni minuti. E’il Trionfo del fuoco dell’amore di Dio che vince il fuoco della peste tramite San Rocco e Lo accompagna verso la Gloria eterna.

Quando si spegne l’ultima scintilla e la statua del Santo Patrono viene riportata in chiesa tra gli applausi del Suo popolo, sento dentro un velo di tristezza un senso di colpa: mentre noi gioiamo sotto un fuoco artificiale, in altre parti del mondo (Ucraina, Sud Sudan, Gaza) a prevalere è il fuoco delle armi, che porta morte e distruzione. 

Perciò, l’ultima preghiera degli scillesi a San Rocco è questa: 

liberaci, oh San Rocco, da ogni forma di estremismo, peste del nostro tempo, portatrice del fuoco dell’odio e della violenza, che sono frutto della perversa volontà dell’uomo di piegare la legge di Dio alle mire personali di pochi, così accecati dall’odio al punto da non riconoscere più gli esseri umani. Oh Rocco Santo, ferma la loro mano assassina, trasforma i loro cuori e mantieni alta la nostra sensibilità nel riconoscere Te in ogni essere umano sofferente. Amen.

N.B. Le foto sono tratte dalla pagina Facebook e pubblicate rispettivamente da Nina Longordo e da Mimmo Arbitrio (fotogramma dal video del Trionfino)


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