"Il progetto di generale ammodernamento dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, da sempre importante crocevia ma anche punto dolente del sistema autostradale italiano, si è reso necessario in considerazione della vetustà di alcune tratte, non più adeguate a sostenere il carico attuale di traffico; tale intervento dovrebbe, nell’ottica delle Istituzioni locali, consentire alla struttura di assolvere quel ruolo naturale di smistamento di merci e persone, fondamentale al rilancio socio/economico, non solo della regione Calabria, ma di tutto il Meridione Italiano."
Questo è quanto si legge riguardo alle priorità infrastrutturali nella Regione Calabria nel quadro delle Infrastrutture Prioritarie stilato dal Ministero delle Infrastrutture nel novembre 2006. In esso, sono contenute le cifre degli investimenti compiuti dallo Stato per l'esecuzione dei lavori.
Scopriamo così che per il tratto che va da Gioia Tauro -svincolo escluso- a Scilla (denominato V macrolotto) l'investimento è di ben 35,74 milioni di euro per ogni Km! E' l'investimento unitario più alto per tutto il percorso della A3, che supera del 43% la media/km dei sei macrolotti, che è di meno di 25 milioni.
Se si prende in considerazione l'intero tratto Gioia Tauro-Reggio (circa 50 km), la cifra "scende" a 33,72 milioni di euro/km.
Prendendo come riferimento quest'ultimo numerino -poiché Scilla è giusto a cavallo dei due macrolotti- e tenendo presente che il nuovo tratto autostradale interessa il territorio del nostro comune per circa 10 km (sono già 8 se misurati in linea d'aria, ma occorre considerare che ci sono curve e variazioni di percorso secondo l'orografia del terreno, oltre a rampe d'accesso, ecc.), ne deriva che lo Stato ha investito solo nel nostro Comune la cifra di ben 337 milioni di euro!
Detta spesa doveva essere sostenuta in cinque anni (dal 2004 al 2009), il che si traduce in un investimento di 67,44 milioni di euro/anno.
Elementari considerazioni di ordine economico-finanziario in termini di costi/benefici, ci indurrebbero a pensare che una volta completata la nuova autostrada, perché l'investimento fatto si riveli vantaggioso, il maggiore e migliore "smistamento di merci e persone" dovrebbe portare a Scilla almeno 67,44 milioni di euro/anno, il che si tradurrebbe in qualcosa come poco più di € 13.000 /anno per ciascun scigghitano (siamo ben 5.176, secondo il censimento del 2001). Praticamente, 1000 € in più o' misi, triricesima compresa! (calcolati però, in termini trasportistici, come "tempo risparmiato" dal totale dei mezzi nella percorrenza).
Fin qui i sogni...pardon, le previsioni.
In realtà sappiamo bene che le cose non stanno così. Innanzitutto, le stime delle somme per l'esecuzione di cui sopra andranno aggiornate (in aumento), sia a causa dei ritardi accumulati (se tutto va bene, ne avremo fino al 2012!), sia a causa di "spese collaterrali" dovute alla necessità di studiare percorsi alternativi che prevedono l'attraversamento italico, da Bolzano alla Sicilia, via mare, come le uova bulgare della colomba "Cocozza" della premiata pasticceria omonima, ecc.
A ciò si aggiunga che lo scarso coordinamento esistente tra la società che ha fatto il progetto e la società che ha curato la parte espropriativa, ha comportato tutta una serie di problemi pratici molto dispendiosi dal punto di vista economico. Terreni che prima dovevano essere espropriati, sono stati utilizzati solo per occupazioni "temporanee"; terreni che non risultano essere interessati da esproprio, sono stati oggetto di interventi modificativi anche pesanti, per la realizzazione di opere accessorie (stradelle di servizio, ecc.).
E ancora: il fatto di non essere andati a verificare negli archivi dell'ANAS le pratiche relative agli espropri di quei terreni in cui vecchio e nuovo tracciato coincidono o s'intersecano, ha comportato l'inutile invio di nuovi decreti d'esproprio per terreni in effetti già espropriati e occupati dall'attuale sede autostradale! Dai decreti (inutili), si è passati quindi ai sopralluoghi (inutili), alle richieste di documenti da produrre per superare il mancato aggiornamento dei dati (evitabili, con un minimo di verifica a monte), ecc. ecc. Tutto questo, per il singolo cittadino e per le società che stanno lavorando al faraonico progetto, significa solo una cosa: maggiori spese.
Insomma, quattru 'i corda e cincu 'i spavu, non è irrealistico affermare che alla fine vi sarà bisogno di almeno un 20-30% di risorse in più rispetto a quelle previste (e mi tinni mbasciu). Il che non sarà compensato di certo da un conseguente vantaggio economico, tuttaltro. Senza contare i danni già fatti, presenti e futuri, al contesto ambientale della Costa Viola.
Ma rassandu stari i cunti ill'ogghiu (che pure sono indicativi), il fatto che gran parte del nuovo tratto autostradale nel nostro territorio sarà in galleria, non costituisce sicuramente un vantaggio, bensì un netto svantaggio. Infatti, se finu a ora, qualcuno vedendo il panorama mozzafiato è tentato a fermarsi -sia pur di passaggio- a chiedere "Chi paisi è chistu?", una volta chi 'zzicca nta galleria a Bagnara e nesci a Santa Trada, chi viri 'i Scilla? Nenti! Conseguenza: si ndi vannu tutti in Sicilia o a Riggiu (dov'è in programma anche l'esecuzione di una nuova tangenziale di raccordo -12 km- tra l'A3 e la nuova S.S. 106, per la modica cifra di 41,67 milioni di euro a Km!) o nta ionica (soprattutto una volta che sarà ultimato l'ammodernamento, improrogabile, della S.S. 106).
Perciò, oltre che dell'emergenza attuale legata alla chiusura parziale di una carreggiata per ben 12 km -che, in quanto emergenza, dovrebbe essere una cosa temporanea- sarebbe il caso di cominciare a preoccuparsi soprattutto del dopo, di quando la nuova autostrada sarà terminata.
Non è che la sola costruzione di un'autostrada migliore possa bastare da sola a far cambiare le cose.
Essa -seppur con tutti i difetti, i limiti e gli sprechi cui si è fatto cenno fin qui- può rappresentare un ottimo motivo per cominciare a programmare sin d'ora, quanto meno nelle linee fondamentali, quelle che sono le iniziative di carattere urbanistico, turistico-ricettive ed economiche in genere, che s'intendono attuare per far sì che questi maggiori flussi di traffico previsti non siano solo passeggeri, ma piuttosto rappresentino realmente una fonte importante per il rilancio socio/economico auspicato dal documento ministeriale.
Insomma, cominciamo a pensare cosa e come fare perché chi viene da fuori -anche percorrendo l'A3- finalmente abbia un buon motivo per dire: "Vaiu a Scilla"!