- Da qualche giorno, su giornali e tv varie, non sento parlare d'altro: gli ecomostri!
- Per fortuna (?) ho una certa età e quindi 'sti paroluni non mi fanno 'mprissione. Ma se fussi statu nu picciriddhu mi sarei veramente preso di schianto!
- Ma torniamo, anzi, torno seriu.
- Tutto è iniziato con l'avvio delle operazioni di abbattimento dell'ecomostro di Copanello. Era nu palazzuni "disteso" sulla costa rocciosa che degrada verso il mare. A guardarlo da lontano non era poi così brutto, considerato che era stato costruito con "l'accortezza" di limitare l'altezza di ogni piano a una sola elevazione, seguendo l'andamento a terrazze del terreno. L'unica cosa esagerata è che queste terrazze (o "lenze", in scigghitano) erano forse più di una decina, con la spiacevole conseguenza che il tutto dava leggermente nell'occhio! E va bo' direte voi, una vergogna in meno. Mi domando e dico: dov'era il comune -o chi altri avrebbe dovuto vigilare- durante l'esecuzione dei lavori? Quello non è "nu fungiu" che nasce così, ra sira a' matina! Eppure....
- La notizia però che mi ha lasciato allibito è stata un'altra (come riportato nella homepage del sito): anche a Scilla si procederà all'abbattimento di un ecomostro!
- Ora, va bo' che siamo stati da sempre abituati a sentire la storia di Scilla, del mostro a sei testi chi si mangiava i marinai, Ulisse, le Sirene, ecc. e quindi qualcuno si sia fatto suggestionare.
- Si viene invece a scoprire che l'ecomostro che sarà raso al suolo, con tanto di bonifica dell'area (pigghilu!), è lo storico "Scoglio d'Ulisse".
Per capirci: avete presente quando si arriva al porto, dopo la galleria? Sulla sinistra, ci sono dei ruderi oramai in stato di abbandono da decenni, che hanno subito danneggiamenti fin dalla mareggiata del 1979-80 e seguenti.
- Senti senti, questa zona è area militare, competenza della capitaneria di porto di Reggio Calabria in quanto inserita nell'ambito portuale. Ecco perché si spiegano tante cose.
- Anni addietro, sul posto esisteva un locale commerciale molto frequentato da tutti, scillesi e non.
- Qualche anno fa qualcuno aveva avuto la brillante idea di ripristinare questo locale e, sfruttando la sua particolarissima posizione, farne un ritrovo veramente caratteristico. Questa idea però non si è mai potuta concretizzare. Indovinate un po' chi ha avanzato riserve legate alla sicurezza della navigazione,ecc.? La capitaneria di porto.
- Negli anni passati, il Genio Civile opere marittime -sempre per conto della capitaneria- ha eseguito diversi interventi di manutenzione della galleria sotto il castello e di una parte del muro di protezione del porto, lasciando -a dire il vero- l'opera incompiuta, e in balia delle....galline!, per la consueta tiritera della limitatezza delle risorse (e quandu mai!). Di questo rudere, nessuno si accorse. Niente, come se non esistesse.
- Un paio di mesi fa, è venuta fuori la notizia che -finalmente!- sembra si siano smosse le acque (del mare!) in merito alla famosa ed annosa questione dell'allungamento del molo foraneo del porto, a protezione dell'intero quartiere di Chianalea -fino all'Annunziata (chiesa di San Giuseppe). Vedi, in proposito, gli studi sulle correnti marine di cui aveva riferito anche il nostro malanovissimo sito. Anche in questa occasione però, nessuno ha fatto caso al mostro, che ha continuato a dormire sonni beati.
- Poi, una bella mattina, veniamo informati che a Scilla è stato scoperta l'esistenza dell'ecomostro "Scoglio d'Ulisse" e che la sua definitiva demolizione è stata approvata dal Ministero, unitamente a quella di altre otto opere del malingegno moderno.
- A dire il vero, l'intero sito denota in modo più che evidente la sua fatiscenza, con i rischi che tale stato di fatto comporta: primo fra tutti l'incolumità pubblica; secondo fra tutti, le condizioni precarie igienico-sanitarie. Di conseguenza, la demolizione e la bonifica sono interventi necessari e improrogabili.
- Ma se lo Scoglio è ridotto in queste condizioni, ciò è dovuto principalmente all'inerzia dovuta a un'incomprensibile paralisi burocratica -figlia di una miriade di passaggi di competenze- di chi avrebbe dovuto prendersi cura di un bene di sua esclusiva proprietà: lo Stato.
- Se davvero di ecomostri vogliamo parlare:
- diamo un'occhiata alle case sull'acqua di Chianalea, alla cui disarmonicità architettonica nessuna soprintendenza potrà mai porre riparo;
- diamo un'occhiata al proliferare di scali d'alaggio....a domicilio;
- diamo un'occhiata a quel fulgido esempio di architettura moderna -palazzo multipiano, con ampia terrazza sostenuta da bracci metallici tipo Shuttle -che è possibile ammirare sempre a Chianalea, località Annunziata- giusto in prossimità di un monumento nazionale.
- Mali dovuti a mancanza di controllo urbanistico del territorio e di adeguati strumenti regolatori (vedi piani di recupero oramai datati e da aggiornare o piani di spiaggia la cui ridefinizione è stata sempre rimandata per chissà quali particolari, quanto incomprensibili, ragioni).
- Perciò adesso, coloro che per decenni si sono tappati occhi ed orecchie, per non vedere e nemmeno sentire le lamentele che pure, più di una volta, si sono manifestate al riguardo, è inutile che fingano di ergersi a paladini dell'ambiente, agitando lo spettro del....mamao!
- Sono proprio loro che hanno contribuito ad "allevare" e far crescere queste creature che no, non fanno paura, fanno solo rivoltare lo stomaco.
- L'unico mostro di cui ha paura la gente comune è quell'infernale creatura chiamata burocrazia e non certamente il mamao. Al mamao non credono più nemmeno i bambini.