REGGIOMESSINA
- Come penso tutti sappiate, lunedi scorso un aliscafo partito da Reggio è stato quasi tagliato in due da una nave portacontainer. Purtroppo sono decedute quattro persone -tutte membri dell'equipaggio- e ci sono stati una novantina di feriti, dei quali -per fortuna- moltissimi già sono ritornati a casa.
Superato il momento della tragedia, vi sono degli aspetti che leggendo i giornali, hanno attirato la mia ttenzione:
- LA STATISTICA. Certo l'incidente è stato il più grave dal punto di vista del "prezzo" in vite umane. Non è comunque la prima volta che nel braccio di mare che ci separa dalla Sicilia (sì, perchè se ci fate caso, noi siamo più siciliani che calabresi), si verificano simili episodi. Ve ne sono stati ben 45 (compreso quello di lunedi scorso) in 50 anni, cioè poco meno di uno all'anno! Se consideriamo l'enorme traffico "smaltito" dallo Stretto ogni anno, non sono poi nemmeno tanti. Sì, sono pur sempre statistiche, ma servono a dare un quadro generale al momento in cui devono essere prese delle decisioni.
- LA SICUREZZA. E' quello di cui maggiormente si parla. Sono state aperte quattro o cinque inchieste per capire quale era la rotta delle imbarcazioni coinvolte e di quelle che transitavano nei paraggi al momento dell'incidente. Oltre all'aliscafo e alla portacontainer, vi era anche una nave della Caronte, la "Zancle", che però pare fosse già lontana dal punto dell'impatto, diretta verso Villa San Giovanni (come dimostrerebbero i dati in possesso della stessa società).
A questo punto, la prima cosa fatta è stata quella di visionare i tracciati delle rotte delle due navi. E qui -nonostante la tragedia- cominciano a venir fuori gli aspetti tragicomici della vicenda.
E' certo che l'aliscafo non fosse dotato di apparecchiatura in grado di registrare i suoi movimenti e, se anche l'avesse avuta, sarebbe andata comunque distrutta a seguito dell'impatto che ha devastato proprio la plancia di comando. L'unica ad essere in grado di fornire elementi certi è la portacontainer.
Ci sarebbero anche i dati che avrebbe dovuto fornire un'apposita stazione ubicata sulla collina che domina il porto di Messina, località "Giostra".
Se non che, si è scoperto che questa stazione, realizzata negli anni '90 e dotata di apparecchiatura all'avanguardia all'epoca della sua costruzione, aveva chiuso i battenti alle ore 17:00, cioè appena 53 minuti prima dell'incidente! Sembra infatti che, non potendo contare sulle moderne tecnologie in quanto mai aggiornate, questa postazione viene utilizzata solo ed esclusivamente alla stegua di una scuola di specializzaziione in cui gli allievi possono fare pratica. Pertanto, essa rimane aperta tutto il giorno solo una volta a settimana (se non ricordo male, il giovedi), mentre nei restanti giorni, chiude i battenti alle 17:00 in punto!
E allora, per sdrammatizzare con una battuta, mi sa che se dovremo andare a Messina, sarà meglio andarci di mattina e poi tornare indietro prima delle 17:00.
Qualcuno, come sempre, ha già cominciato a speculare sopra la tragedia. Il succo è: visto che la sicurezza della navigazione è piena di lacune, cosa si aspetta a costruire il ponte sullo Stretto?
Beh, se i numeri servono a qualcosa e se non sbaglio, mi sa che sulle strade (ponti compresi), c'è più di un incidente all'anno!
- LE INDAGINI: Dalle prime indiscrezioni (tutte da confermare), sembrerebbe che la portacontainer abbia ridotto sensibilmente la sua velocità al fine di evitare lo scontro, arrivando fino a 2 nodi/ora. L'aliscafo invece, lasciata passare la Zancle, ha mantenuto una velocità costante -superiore ai 20 nodi/ora.
Tutti coloro che conoscevano il comandante dell'aliscafo, sono concordi nell'affermare che aveva troppa esperienza per incorrere in un errore del genere, tenendo presenti che le condizioni meteo-marine erano pressochè perfette.
Da un'esame visivo del relitto dell'aliscafo, si vede che è stato centrato in pieno, all'altezza del ponte di comando, che è stato completamente distrutto. Non vi sono segni di "strisciamento" lungo tutto il resto della fiancata dell'aliscafo, indice -secondo gli esperti- che il natante fosse quasi completamente fermo! Se così fosse, ciò significherebbe che il mezzo abbia avuto un'avaria improvvisa ai motori. E' quello che dovranno chiarire le perizie che saranno effettuate dai numerosi tecnici incaricati.
- REGGIOMESSINA: Tante volte, parlando dei nostri dirimpettai peloritani, l'abbiamo fatto con scherno, a mo' di sfottò, soprattutto in ambito calcistico. E loro hanno fatto altrettanto nei nostri confronti.
In realtà, le città dello Stretto hanno dimostrato ancora una volta di essere unite più che mai, soprattutto in occasioni del genere. Forte, puntuale e totale è stata la mobilitazione di tutti coloro che hanno prestato soccorso dalla sponda calabra. Tempestiva e decisa l'azione comune delle due procure e delle due capitanerie di porto interessate da questo triste episodio, che hanno agito per il bene di tutti infischiandosene -molto giustamente- di andare a verificare di chi fosse la competenza prevista dalla legge. Concorde, infine, la decisione dei sindaci delle due città di proclamare il lutto cittadino in occasione dei funerali delle vittime.
Mai, come questa volta possiamo dire che anche se fisicamente sono separate -Reggio da una parte, Messina dall'altra- a parte le tradizionali sfide campanilistiche, nel cuore e nell'animo di tutti noi calabresi e siciliani delle due sponde, in riva allo Stretto vi è una sola grande città: REGGIOMESSINA.
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