Il 14 giugno 1777 fu approvata dal Congresso degli Stati Uniti la risoluzione che prevedeva che "la bandiera degli Stati Uniti sia di 13 strisce, alternate rosso e bianco," e che "l'unione sia 13 stelle, bianche su campo blu, a rappresentare una nuova costellazione".
Pare, ma non è confermato, che l'idea venne a una certa Betsy Ross, che durante la rivoluzione delle colonie americane contro gli inglesi, riparava le uniformi dei soldati e cuciva le loro tende da campo.
Il 14 giugno 1885, Bernard Cigrand, un maestro di un paesino del Wisconsin diventato poi dentista, ebbe l'idea di un "giorno della bandiera" come ricorrenza annuale,
Solo nel 1916, il Presidente Woodrow Wilson segnò quella ricorrenza, stabilendo il 14 giugno come "Giornata della bandiera"
Negli anni '50 Bob Heft, diciassettenne dell'Ohio, quando era ormai certo che l'Alaska sarebbe entrata a far parte dell'Unione degli stati americani, prese in prestito la macchina da cucire di sua madre, smontò la bandiera a 48 stelle della sua famiglia e vi cucì 50 stelle in uno schema proporzionale. Consegnò la sua creazione al suo insegnante di storia per un progetto di classe, spiegando che si aspettava che anche le Hawaii si sarebbero presto aggiunti all'Unione.
Il giovane Heft spedì la sua bandiera al deputato del Congresso Walter Moeller, che la presentò al Presidente Eisenhower dopo che i due nuovi Stati entrarono a far parte dell'Unione.
Eisenhower selezionò la bandiera di Heft e il 4 Luglio 1960, entrambi assistettero sull'attenti al primo alzabandiera con il nuovo vessillo. L'insegnante di storia Heft, cambiò il suo voto da "Buono" a "Ottimo".
Ma gli americani, si sa, amano fare le cose in grande, specie quando si tratta di questioni patriottiche. Così, nel corso degli anni, quella che era una sola giornata della bandiera, è divenuta un'intera settimana di festeggiamenti.
Per uno strano scherzo del destino o per una delle più bizzarre coincidenze, il 14 Giugno 1946 al Jamaica Hospital Medical Center nel quartiere del Queens di New York City, nacque Donald John Trump, 45° ed attuale Presidente degli Stati Uniti.
Come i suoi predecessori, anche il Presidente Trump, l'altro ieri ha proclamato il 14 Giugno 2020 come "Giornata della Bandiera" e l'intera settimana che inizia proprio oggi come "Settimana della Bandiera Nazionale", settimana durante la quale la bandiera verrà esposta su tutti gli edifici del governo federale, invitando i suoi compatrioti ad esporre il primo simbolo nazionale fino al prossimo 4 Luglio (giorno in cui si festeggia l'Indipendenza), <<per onorare l'America, per celebrare la nostra eredità in raduni e attività pubblici, e per declamare pubblicamente il Pegno di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d'America.>>
Ebbene, oggi appena ho aperto Twitter, ho visto in cima alle tendenze nazionali negli Stati Uniti questi tre hashtags: #ObamaDayJune14th, #ObamaAppreciationDay e #ObamaDayUSA.
Una grandissima parte di statunitensi, quindi, ha scelto la piazza planetaria di un social network per esprimere in modo clamoroso la propria disapprovazione riguardo a un Presidente sicuramente fuori da ogni schema istituzionale fin qui conosciuto, come Trump.
Se date un'occhiata, su Twitter è tutto un ricordare i momenti più salienti e più emozionanti della presidenza di Barack Obama -44° e primo Prwsidente nero dopo 220 anni di democrazia americana- che, certo non è stata esente da errori (alcuni clamorosi, specie in politica estera) ma al quale tutti riconoscono uno stile, un carattere e un carisma personale che gli americani non vedevano dai tempi di John Fitzgerald Kennedy.
Il fatto, poi, che Barack Obama sia un nero, non fa che aumentare il rimpianto, specie di quella numerosa comunità ma anche di tutti i liberals (che molti, negli Stati Uniti, considerano "comunisti").
Il 14 Giugno 2020, gli americani -o gran parte di loro- festeggiano con rimpianto la Giornata per l'Apprezzamento a Barack Obama, in contrapposizione ai festeggiamenti per il compleanno del Presidente in carica Trump. Lo fanno con non pochi rimpianti, consapevoli del fatto che Obama non potrà essere rieletto nuovamente, avendo già servito il proprio Paese per due mandati e otto anni consecutivi (dal 2009 al 2017).
Ricordano Obama e non Trump proprio nel loro Flag Day, nella Giornata della Bandiera, perché per molti dover "sventolare" Trump come simbolo del loro Paese non è proprio il massimo della vita.
Obama è stato un uomo normale, arrivato dal più lontano degli Stati, le Hawaii, ultime ad entrare nell'Unione, con una famiglia esemplare nella sua quotidiana normalità divenuta un esempio per tanti e nero, in un Paese che -purtroppo- non dimentica mai il razzismo.
Trump, dal canto suo, è al completo opposto rispetto al suo predecessore: è figlio di un facoltoso imprenditore di New York, ha avuto certamente la strada spianata, priva di difficoltà economiche ma ha avuto la capacità di accumulare un patrimonio oggi miliardario. Alla famiglia tradizionale di Obama, Trump contrappone cinque figli avuti da due mogli e tre matrimoni. Al carattere gentile ma fermo ed elegante di Obama, Trump contrappone una personalità "eccessiva", un'ostentazione di arroganza che anche da questa parte dell'oceano è difficilmente comprensibile e giustificabile per un capo di stato.
Obama/Trump è il confronto tra la normalità e gli eccessi e le stravaganze.
Quest'ultime possono funzionare fin quando riesci a garantire alla gente una certa sicurezza economica, come ha saputo fare Trump nei primi due anni di presidenza. Ma quando la sicurezza economica vacilla -anche a causa di una pandemia- e quando non riesci a garantire ai tuoi concittadini la sicurezza personale, proprio a causa dello stesso comportamento arrogante ed "eccessivo" delle forze chiamate a garantirla, allora le cose cominciano a non andare più bene.
In tempi come questi, la gente ha bisogno di tornare alla normalità, ecco perché -a prescindere da considerazioni specificamente politiche- molti americani, proprio oggi, ribadiscono il loro apprezzamento nei confronti di Obama, promuovendolo al ruolo di vero e proprio simbolo nazionale e festeggiandolo come propria bandiera.
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