09 febbraio 2025

DAL FEUDO DEI RUFFO AL MAR SCIGGHIU


 Sette anni di lavori porteranno il mare di Favazzina di Scilla a Melia di Scilla, fino alle terre dell'antico feudo del Principe Ruffo, per un obbrobrio linguistico oggi chiamate Fego, traduzione italica malriuscita del dialettale "'u Feu" (da feudo, appunto).

Non sarebbe una cosa inedita, considerato che circa 5.000 anni fa le terre del piano di Melia si trovavano sul fondo del mare, come testimoniano le Grotte di Tremusa, con le loro pareti punteggiate da conchiglie di Pecten.

Tra poco, ciò sarà di nuovo possibile, con la prevista costruzione di un "impianto di accumulo idroelettrico mediante pompaggio", il cui progetto è stato proposto da Edison S.p.A. già quasi due anni fa, in coerenza con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), nell'ambito del più ampio pacchetto europeo Energia e Clima 2030.

Solo l'area di cantiere sarà di circa 6.000 metri quadrati (cioè 60 appartamenti di metratura media). Nella tabella che segue, tratta dalla relazione generale del progetto, sono riportate le caratteristiche geometriche del grande invaso che sarà realizzato a Melia:


Per dare l'idea: l'invaso sarà alto più di un palazzo di otto piani; avrà un perimetro pari quasi alla metà del circuito di Montecarlo e a quasi un quarto del circuito di Monza, dove corrono le Formula 1; la superficie dello specchio acqueo ad altezza normale, sarà pari a quasi 14 campi da calcio come il Maracanà di Rio de Janeiro; il volume di acqua, corrispondente a 240 serbatoi da 5000 litri ciascuno, se fosse desalinizzata, darebbe da bere a circa 1.900 utenze.

Il progetto di Edison fa espresso riferimento all'impianto realizzato dalla Terna, non solo per i necessari collegamenti con la rete elettrica. Infatti, ripercorre lo stesso schema attuato a suo tempo dalla Terna per la realizzazione dell'elettrodotto a 380 kV "Sorgente-Rizziconi" di collegamento tra la Sicilia e la Calabria: opere di presa a Favazzina, tunnel dentro la collina fino a Melia, arrivo al bacino di monte, ubicato non a caso nell'area antistante la centrale elettrica.
Piccolo particolare: la Soprintendenza, croce e delizia di ogni progetto che prevede di murare due mattoni a Scilla, ha già dato parere favorevole sul progetto, seppur con prescrizioni, già il 9/7/2024.

Visto quanto accaduto poco più di dieci anni fa, non credo che la pur lodevole iniziativa popolare di far nascere un comitato che faccia sentire le ragioni degli indigeni scigghitani -ahimè, sono malitempi per tutte le popolazioni indigene!- sia destinata ad avere la meglio su un progetto che, già solo per l'ambito in cui è stato proposto ha, al contrario, concrete possibilità di vedere la luce.

Una consolazione, comunque, c'è. Se l'impianto, una volta realizzato, non dovesse funzionare per produrre energia, c'è già l'alternativa: portiamo o' Feu la sabbia dalle Grotte di Tremusa (conchiglie comprese), facciamo una spiaggia, ci piantiamo gli ombrelloni e usiamo il grande bacino di invaso come un lago d'acqua salata. Dopo il Mar Morto e il Mar Caspio, avremo il Mar Scigghiu.
Così, chi non trova posto a Marina, all'Oliveto, a Trunca, a San Grioli o a Favazzina, può salire a fare il bagno a Melia.

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