15 giugno 2009

E L'ANFITEATRO? ASPETTA ANCORA...GODOT

Chi di voi ha buona memoria, ricorderà chi l'annu scorsu, nel misi di febbraio, nella vecchia versioni del sito avevamo proposto un dossier relativo all'allora costruendo anfiteatro.
Non v'u ricurdati? Allura, rinfriscativi 'a muruddha.
Come si leggi nel reportage, i lavori sono iniziati versu la fini del 2007 e per contratto dovevano essere completati entro il 27.5.2008, dopo una spesa di più di € 300.000.
Si era detto che la struttura sarebbe stata inaugurata, pienamente funzionante, a fine giugno 2008.
E' passatu quasi un anno e 'u triatu che si era scatinatu
quandu erano iniziati i lavori, piano piano, col passare del tempo, si sono via via trasformati in un flebile fiato, fino a scumpariri del tutto, nello sconfinato vortice dell'oblio che caratterizza le cose scigghitane: l'anfiteatro? A Scilla? Ma pirchì, esisti?
Quasi quasi sembra non interessare più a nessuno. Ma nui, chi quandu virimu cosi storti ndi 'nturciuniunu 'i bureddhi, non possiamo non interessarcene ancora. E' giustu che qualcuno dia comunque conto agli scigghitani sparsi per il globo terracqueo, di quanto si riesce a (non) fare nel loro beneamatu paisi.
Cusì, approfittandu del recente ponte per la festa della Repubblica, siamo andati per voi a vedere in quali condizioni versa quello che, cu sordi i scummissa, è l'anfiteatro più...ignorato d'Italia.
Vardati:



La struttura è praticamenti finuta, non manca nenti. Si notano, è vero, alcune piccole "defaillances" all'impianto elettrico; alcune "dediche" speciali fatte da giovani 'nnamurati, evidentemente in cerca di un postu dove trovare un po' di intimità; la crescita spontanea e naturale -dopu tutta l'acqua chi chiuviu- di erb' e muru.
Insomma, si è sulla buona strada per...l'abbandono.
Emblematici sono i pluviali che si trovano sul retro della struttura: sono tutti "ammaccati", turciuti e sembrano veramente essiri stati "sparati ra bumba". In poche parole, in caso di pioggia, non sono minimamente in grado di assolvere alla loro funzione di smaltimento delle acque. Vanno semplicemente e urgentemente sostituiti.
Perché la struttura non è entrata ancora in funzione? E quella che doveva essere la riqualificazione della villa comunale? Ci sono delle vicende amministrative da definire? Se sì, quali? Quanto tempo dovremo ancora aspettare? Forse, fino alla vigilia delle prossime elezioni?...
Intanto, registriamo il dato di fatto offerto dalle immagini che avete visto sopra.
Il sottoscritto e il Tatomaster (autori del servizio fotografico) -e tutti gli scigghitani chi non si ndi futtunu- restiamo in attesa di qualcosa che
"oggi non verrà, ma che verrà domani" come disse il messaggero del Signor Godot, colui che fu atteso ma che mai arrivò.
Da questo stato di cose, forse però una cosa buona in fondo c'è. Non avendo ancora ultimato le necessarie "scartoffie" burocratiche, l'anfiteatro è come se non esistesse ancora -dal punto di vista amministrativo, proprio come un bimbo non registrato all'anagrafe.
Il che consente almeno di "risparmiarlo" dalla recente ondata di pignoramenti che ha coinvolto altri immobili di proprietà comunale, primo fra tutti l'Ostello della Gioventù, oramai vecchio e cunsumatu senza mai essere entrato in funzione, monumento lampante dell'oblio scigghitano di cui si diceva prima, al quale dedicheremo prossimamente uno spazio adeguato.
Infine, un'ultima annotazione. Tempo fa, nel gennaio 2008, prendendo spunto da un bell'articolo di Pino D'Amico pubblicato sul blog della malastoria scigghitana, avevo lanciato la proposta di intitolare l'anfiteatro scigghitano all'insigne maestro e compositore Luigi Gaetano Gullì, al quale nel lontano 1924 il paese di Scilla aveva fatto "voto" di intitolare una via.
Dopo 85 anni, questa promessa è stata mantenuta: con una recente delibera comunale è stato deciso di intitolare al maestro Gullì l'attuale Largo Piano.
Ora, va bene l'aver onorato -seppur con colpevole ritardo- una promessa fatta ma onestamente, non riesco a capire il legame tra il maestro Gullì e la piazzetta "'i supr' o' chianu".
A parte la vicinanza con la casa natìa del musicista -all'inizio di Piazza San Rocco- mi viene da pensare che l'unica ragione che abbia portato a una tale scelta, sia quella che un amico ha ironicamente riassunto così: "Perché gli hanno intitolato Largo Piano? Ma perché il maestro Gullì suonava...il piano!".