08 novembre 2020

L'IGNORANTE GENERALE

Agazio Loiero, Presidente della Regione Calabria da aprile 2005 ad aprile 2010, che il 12/11/2007 firmò il Piano di Razionalizzazione e Riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale che ha dato il via allo sfascio della sanità calabrese. Firmatario, il 16/12/2009, del successivo Piano di Rientro del Servizio Sanitario Regionale della Calabria.

Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione Calabria da aprile 2010 ad aprile 2014, nonché Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria dal 30/07/2010 -nominato dal governo Berlusconi IV.

Luciano Pezzi, ex generale della Guardia di Finanza in pensione, Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria dal 19/09/2014 -nominato dal governo Renzi.

Massimo Scura, ingegnere chimico, già direttore dell'Ausl 7 di Siena, in pensione, Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria dal 12/03/2015 -nominato dal governo Renzi.

Saverio Cotticelli, ex generale dei Carabinieri in pensione, Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria dal 07/12/2018 -nominato dal governo Conte I e confermato dal governo Conte II. 

Sono questi i nomi di coloro che in tredici anni hanno pianificato, approvato e messo in atto -sia direttamente che indirettamente, cioè a causa della loro inefficacia assoluta, lo sfascio della sanità calabrese. Loro, unitamente alle centinaia di supermegadirettorigeneraligalattici delle Asp e pletore di "funzionari" annessi, incapaci perfino di approvare i bilanci delle aziende che dirigevano e i cui libri contabili sono in alcuni casi introvabili.

Nonostante indagini ed accessi antimafia vari, non sono state appurate colpe (a parte Scopelliti, ma per altri motivi) a carico di nessuno di loro in relazione alla gestione della sanità calabrese.  

Non ho citato nell'elenco né Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria da dicembre 2014 a febbraio 2020 né Jole Santelli, che gli è subentrata fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso 15 ottobre. Non li ho citati perché privati della possibilità di intervenire nel governo della sanità regionale, essendo in carica i commissari ad acta di nomina governativa.

Risultato in tredici anni: chiusura di 19 ospedali; pazienti trattati come cose, depositati nei corridoi o negli sgabuzzini, in compagnia di cianfrusaglie inutili e spifferi micidiali; conseguente sovraccarico degli ospedali hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio, con medici e infermieri in numero sempre più ridotto, per via dei pensionamenti non rimpiazzati da nuove assunzioni e ridotti sull'orlo del collasso (tanto figurato quanto reale, fisico). Fino ai giorni nostri, in cui molti sono entrati in ospedale e ne sono usciti "a peri avanti", morti soli, senza nessuno a poterli assistere.

In mezzo: promesse di potenziamento e riconversioni mai avvenute; previsioni di spesa astronomiche (8,5 milioni di euro per la Casa della Salute di Scilla) mai divenute realtà e soldi volatilizzati chissà verso quali altri cieli; manifestazioni di popolo spontanee, specie nel periodo dal 2010 al 2014, alcune delle quali si sono svolte a Scilla, e che avevano portato a una serie di proposte -tra le quali una proposta di legge da parte dellavecchia Provincia- per far sì che l'Ospedale "Scillesi d'America" fosse funzionalmente accorpato agli Ospedali Riuniti di Reggio. Proposte inascoltate o rimaste a prendere polvere in qualche cassetto di qualche armadio di Palazzo Campanella.

Poi, il silenzio. La resa -forzata- di quel popolo alle nomine governative. Due generali e un ingegnere uscito dal Politecnico di Torino, soggetti dai curriculum impeccabili, venuti a trascorrere qualche anno in Calabria, dove, nel chiuso di una stanza scrivevano e firmavano  decreti a raffica: 54 nel 2014; 140 nel 2015; 141 nel 2016; 178 nel 2017; 87 nel 2018; 193 nel 2019; 140 nel 2020 (aggiornati al 03/11). Fanno 933, quelli emanati dai commissari governativi. A questi devono aggiungersi i 544 decreti emanati dal 2010 al 2013 da Scopelliti, nello svolgimento della stessa funzione commissariale. In totale fanno 1477, in dieci anni! 

1477 colpi che, come una mitragliatrice, hanno falcidiato la sanità calabrese, negando, di fatto, a un'intera regione un giusto diritto: quello alla salute, il più importante di tutti.

Loiero, Scopelliti, Pezzi, Scura, Cotticelli. Un poker micidiale, col morto: la sanità calabra. Oggi, dopo 13 anni, oltre agli ospedali chiusi contiamo e piangiamo anche i morti veri, costretti a barricarci in casa perché se ci ammaliamo, corriamo il rischio di finire all'altro mondo per non avere un posto adeguatamente attrezzato dove poterci curare.

Mentre tutti si stupiscono dell'ignoranza di Cotticelli, smascherata da un servizio televisivo, nessuno ha fatto caso alle date: l'ignorante aveva fatto una precisa domanda al governo a giugno, gli hanno risposto a fine ottobre! con una tempestività da fare invidia ai bradipi, pur in tempo di smartphone, emails, pec e messagistica istantanea. Manco fosse un voto spedito per eleggere il presidente degli Stati Uniti!

E lui, il generale ignorante, dopo quasi dieci giorni non sapeva ancora della risposta, non sapeva che era compito suo predisporre un piano per affrontare l'emergenza Covid, non sapeva quanti erano i numeri reali dei posti in terapia intensiva. Non sapeva, lo ignorava. Più che di un generale ignorante, ha fatto la figura di un ignorante generale.

Niente, più delle luci della tv, è capace di attivare reazioni impensabili fino al giorno prima. Così, a igoranza generale scoperchiata davanti alle telecamere, tutti i sindaci della Città Metropolitana -ritratti in posa celebrativa, con tanto di fascia tricolore e nnocca d'ordinanza- in data odierna hanno trovato la forza, finalmente! di farsi promotori di una proposta seria, riassunta in tre punti dal sindaco metropolitano sulls sua pagina facebook:
- che la scelta del nuovo commissario sia condivisa con le istituzioni locali;
- che il commissariamento si chiuda al termine dell’emergenza Covid;
- che il Governo metta in campo immediatamente tutte le iniziative per fare uscire la Calabria dalla zona rossa (aumento posti terapia intensiva, assunzione personale e individuazione di un centro COVID regionale).

Superata l'emergenza attuale e chiuso il commissariamento, si dovrà pensare a  un nuovo Piano Sanitario Regionale, che faccia tesoro, si spera, degli errori/orrori commessi in questi 13 anni.

Un Piano che -mi auguro- sia dimensionato non solo sul numero di abitanti -come quello del 2007 di cui paghiamo ancora oggi le conseguenze- ma in base alla densità di popolazione, con un nuovo ruolo per le strutture sanitarie più piccole, che possano essere di ausilio e complemento per gli hub regionali. Solo così tutti potremo riacquistare il nostro diritto alla salute.