14 agosto 2021

OH FOCU DDHUMATU!

 Oh focu ddhumatu! Simu nda nu focu ddhumatu.

Quante volte mi è capitato di sentire queste due espressioni del nostro dialetto. La traduzione letterale, per i non indigeni, è: Oh fuoco acceso! Siamo dentro un fuoco acceso.

In genere, ha senso figurato. Indica, infatti, situazioni di grave pericolo e/o malattie o, comunque, periodi di stress superiore al normale.

Stavolta, di figurato c'è poco: siamo dentro un fuoco acceso davvero, con fiamme altissime e caldissime, che bruciano e devastano la nostra Calabria, la nostra Italia, che uccidono uomini, donne e animali.


In questi giorni, vedendo le immagini in tv o sui social ed ascoltando le testimonianze di chi è lì in prima linea a cercare di domare le fiamme, ho pensato a mio padre. Lui, perito agrario, tecnico della Comunità Montana “Versante dello Stretto”, sulle montagne dell'Aspromonte ha trascorso tanti anni della sua giovinezza. Le ha percorse in lungo e in largo, con la sua prima macchina, una Fat 500, prendendosi cura di quegli alberi come fossero persone. Per lavoro, infatti, insieme ai colleghi d'ufficio, ha effettuato per tanti anni diverse campagne di “martellate”. La “martellata”, tecnicamente, è l’atto principale con la quale le piante vengono assegnate al taglio. Il termine deriva dal fatto che le piante individuate per l’assegno di taglio vengono battute, o meglio, martellate con il martello forestale”. [https://fabiocogo.wordpress.com/martellata/)

Ricordo la sua cartella piena delle mappe topografiche dell'Istituto Geografico Militare -in scala 1:25.000 (1 cm=25 km) sulle quali era rappresentato il territorio di Scilla e dei comuni confinanti: San Roberto, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Sinopoli e Roccaforte del Greco.

Controllare e verificare quali piante dovevano essere tagliate e quali no, contribuiva in maniera determinante al mantenimento dei nostri boschi, consentendone una costante e corretta rigenerazione naturale nel tempo. Veniva, altresì, garantita anche la pulizia dei boschi, togliendo le piante o gli arbusti che impedivano il normale sviluppo degli alberi.

I suoi racconti, i suoi aneddoti, facevano da audiolibro per noi figli, bambini, durante i nostri pellegrinaggi annuali al santuario della Madonna della Montagna di Polsi e/o ad ogni scampagnata ogni qualvolta se ne presentava l'occasione.

Insomma, quella messa in atto tra la fine degli anni '50 e la fine degli anni '60 fu una grande opera di ingegneria naturalistica, come la potremmo definire oggi, a salvaguardia della nostra montagna, una delle due maggiori ricchezze del nostro territorio insieme al mare.

La Calabria è, infatti, una delle poche regioni d'Italia ove è possibile coniugare allo stesso tempo il mare e la montagna, distanti solo pochi minuti uno dall'altra. Scilla e il suo territorio ne sono un esempio naturale: la montagna, con il verde intenso dei boschi, illuminato dalla luce gialla del sole, degrada ora dolcemente, ora in maniera paurosamente ripida, verso quella linea sottile all'orizzonte, compone, come su una tavolozza, il colore azzurro del nostro mare.

Quel verde, in questi giorni è diventato nero, il colore della distruzione, della desolazione, del lutto.

Chissà cosa avrebbe detto mio padre, vedendo andare in fumo le nostre montagne, le “sue” montagne....

Chissà cosa penserebbe vedendo oggi che la strada che da Scilla sale a Melia -una delle più “ecologiche” della provincia, immersa com'è nel verde per gran parte del suo percorso, tanto che la si percorre in gran parte stando all'ombra dei rami dei castagni- ha tutte le cunette intasate da rami, fogliame e arbusti che, in qualche caso, limitano anche la visibilità della sede stradale.

Oggi, al tg uno, il della Città Metropolitana di Reggio Calabria ha ringraziato il Governo per la sollecitudine con la quale è stato presente nella nostra provincia e, soprattutto, per la sollecitudine con la quale ha promesso un piano speciale e i relativi fondi per i rimboschimenti e tutti gli altri interventi necessari per tutelare le nostre montagne.

Il problema non sono le leggi e neppure i soldi. Il primo problema è mettere in atto gli interventi.

La Legge Regionale n° 51/2017 (Norme di attuazione della legge 21 novembre 2000, n.353 (Legge quadro in materia di incendi boschivi), ai fini della prevenzione diretta degli incendi, prevede, tra l'altro, che “la Regione o i soggetti attuatori da essa individuati curano la realizzazione e la gestione delle seguenti opere ed interventi: viali o fasce tagliafuoco; strade forestali di servizio e piste di attraversamento dei beni silvopastorali; canalizzazioni e condutture fisse o mobili, relativi serbatoi idrici, punti d'acqua utili per l'estinzione; interventi colturali nei boschi e nei pascoli atti a diminuire la quantità di combustibile vegetale”.

Quante di queste opere, previste dalla legge, sono state fatte dal 2017 a oggi? A giudicare da quello che è successo e sta succedendo, ben poco.

Un paio di mesi fa, ho scoperto che il Comune di Scilla si è visto revocare un finanziamento (previsto nel Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 con fondi europei) di € 107.148,48 al quale era stato ammesso dopo aver partecipato al bando -Bando pubblicato il 23/02/2017- Misura 8.5 - Sostegno agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali. - Annualità 2017.

Il progetto al quale era stato ammesso, prevedeva l'attuazione di “investimenti realizzati su superfici forestali, finalizzati al perseguimento di impegni di tutela ambientale, di miglioramento dell'efficienza ecologica degli ecosistemi forestali, di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, e volti all'offerta di servizi ecosistemici. L'intervento si concentra all’interno delle aree protette e ricadenti nella Rete Natura 2000 al fine di agire sul valore ecologico-ambientale della porzione di aree forestali regionali a maggiore pregio ambientale e paesaggistico e, quindi, anche più vulnerabile rispetto a quelli che sono i potenziali rischi dei cambiamenti climatici.

Il 12/06/2020 veniva approvata la graduatoria unica regionale e al progetto presentato erano stati assegnati 44 punti (14° posizione sui 121 finanziati), con una spesa Imponibile ammessa di € 107.148,48, interamente ammessa a finanziamento.

Il 15.06.2020 l'ARCEA, ovvero l'agenzia è responsabile del processo di erogazione di aiuti, contributi e premi previsti da disposizioni comunitarie, nazionali e regionali a favore del mondo rurale, comunicava la sospensione del finanziamento poiché il Comune di Scilla era stato individuato come “soggetto inaffidabile”, tanto che gli venivano concessi 60 gg, (dal 12/6/2020) regolarizzare la propria posizione debitoria, pena la decadenza automatica dalla Graduatoria Unica Regionale.

Il 30/03/2021 l'ARCEA ha confermato la posizione debitoria e, quindi, la collocazione nell’elenco dei soggetti inaffidabili del Comune di Scilla;

IL 01/04/2021, non essendo pervenute controdeduzioni da parte del comune scillese, veniva disposto l’avvio del provvedimento di revoca del contributo, definitivamente revocato con Decreto n° 4948 del 12/05/2021.


Per altro verso è da dire che in molti casi sono le stesse norme, nella loro pratica applicazione, a costringere chi vuole seguirla a....disapplicarla.

Un esempio è il taglio di un bosco. Per un Comune come Scilla, compreso in varie parti di territorio nella Rete Natura 2000, tra la decina di documenti necessari ad ottenere l'autorizzazione al taglio, vi è una relazione che deve sostanzialmente dimostrare che il taglio non comporta implicazioni negative all'habitat naturale e per la salvaguardia dell'avifauna che ne fa parte.

Ebbene, moltissime volte, il costo tecnico per la redazione di questa relazione è superiore a quanto il proprietario del bosco ricaverebbe dal taglio. E se una cosa non ti conviene, o non la fai, o (con la testa del calabrese), la fai abusivamente, come ti pare e piace.

Il risultato è che la norma viene disapplicata sia formalmente che, soprattutto, nella sostanza: i tagli sono diventati arbitrari, non programmati e, perciò, attuati in maniera disorganica, senza una logica come, invece, avveniva in passato. Così, dei boschi sono rimaste, in molti casi, solo le fasce più prossime alle strade che li costeggiano, al solo scopo di nascondere alla vista dei curiosi, costruzioni in molti casi totalmente abusive.

A questo non-governo del territorio, si sommano ora gli incendi. Sulla strada provinciale Scilla-Melia, nelle aree percorse dal fuoco lo scorso anno, sono visibili i primi smottamenti -per ora di leggera entità.

E' facile prevedere che gli ulteriori vastissimi incendi di questi giorni, contribuiranno in maniera decisiva a un ulteriore squilibrio idrogeologico, con il prevedibile aggravamento del rischio frane.

Nella Legge n° 108/2021, con la quale sono state approvate le norme per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (il famigerato PNRR), un apposito articolo (36 bis) solo per la Calabria prevede che vengano incrementate di 80 milioni di euro in tre anni per “prevenire e a mitigare il rischio idrogeologico e idraulico in relazione al contenimento dei danni causati da tali fenomeni”, con risorse prelevate dal Fondo per lo sviluppo e la coesione -programmazione 2021-2027.

Viste le dichiarazioni di questi giorni, a queste somme si aggiungeranno, certamente, altri stanziamenti per i rimboschimenti e gli interventi a salvaguardia della montagna: altra valanga di soldi.

L'auspicio è che questa valanga monetaria venga utilizzata in tempi brevi se non brevissimi, affinché non si trasformi in una valanga di terra dopo le prime piogge del prossimo autunno/inverno.