22 marzo 2017

L’”AEROMORTO” DELLO STRETTO, I BANDIATURI FIAMMEGGIANTI E I LORO FANTASMI. COSI’ E’ (SE VI PARE)

AeroMorto-2Striscioni, sit-in, presìdi permanenti, bandiere fiammeggianti, chiacchiri e tabbaccheri 'i lignu.

Sull'aeroporto di Reggio, che qualcuno in questi giorni ha ribattezzato “aeromorto”, si sono dette un diluvio di parole. Non passa giorno, sui siti web o sui media locali, senza un servizio sulle manifestazioni di comitati e partiti politici in cerca di visibilità e all'evidente ricerca di consensi, da poter sfruttare nella prossima campagna elettorale.

E pur di ottenere consensi, si è disposti a tutto: a denigrare l'avversario politico, a demolirlo, dipingendolo come inerme o incapace; a dare in pasto all'opinione pubblica letture di dati incomplete di date, che riguardano la storia del “Tito Minniti”.

Gente abituata a portare avanti verità di comodo, come accade nelle aule di tribunale: chi ti deve difendere, non racconterà mai la verità vera (se mai ne esiste una). Offrirà, invece, una sua visione dei fatti, sperando che sia la più convincente agli occhi del giudice.

Il problema è se il giudice è in grado di capire o meno quale sia la verità vera. E in questo, di sicuro, non c'è peggior giudice dell'opinione pubblica.

La massa non approfondisce, non va a trovare le carte, a leggere con gli occhi e a capire con la testa. No, sta a sentire, si affida (e si fida) alle proprie orecchie, sente senza ascoltare; non legge, guarda. E quando guardi, ma senza vedere, quando senti ma non ascolti, capita molto spesso di essere attratti solo dagli slogan dalle urla, dal fumo della propaganda.

A Reggio, per l'aeroporto, tutti invocano unità, ma poi ognuno cammina da solo: i comitati protestano in piazza, i sit-in permanenti occupano le sale dell'aerostazione, mentre l'amministrazione comunale non parla o, se lo fa, parla poco, senza proclami, come un medico impegnato in un’operazione complicata.

In un articolo di qualche giorno fa, il sindaco Falcomatà ha scritto che se Reggio perderà l'aeroporto, si dimetterà. Mi sembra un impegno chiaro, corretto. Ma credo che Falcomatà sia persona troppo intelligente per spingersi a fare dichiarazioni così forti senza avere già in mano buone carte da giocare. E le buone carte non può che fornirgliele il governo nazionale, con il quale i rapporti sono più che buoni, visto e considerato che il neo-sindaco della città metropolitana è stato chiamato a far parte della segreteria nazionale del partito di maggioranza.

L'assessore Marino, dal canto suo, da persona misurata qual è, ha dichiarato ai microfoni di una tv locale che manca poco alla firma degli accordi che dovrebbero sancire la prosecuzione dell'attività dell'aeroporto. Ma non ha detto altro, giustamente, perché le firme ancora non ci sono.

Chi, invece, bandìa ammunti e abbasciu nei sit-in, spiegando al vento dello Stretto i loro fiammeggianti vessilli sono coloro che hanno già la verità in tasca: la loro. Ma quale sarebbe la (loro) verità?

Primo: Falcomatà non ha fatto nulla, in due anni e mezzo, per difendere l'aeroporto; secondo: nel Piano Nazionale Aeroporti, Reggio Calabria non esiste; terzo: per lo scalo reggino, non sono previsti lavori di ammodernamento e/o miglioramento, che lo aiutino a trovare una dimensione consona, rapportata alla nuova realtà amministrativa di recente costituzione.

Andiamolo a vedere il Piano Nazionale Aeroporti. E' del febbraio 2012 -sindaco della città era Demetrio Arena, successore di Scopelliti e Raffa, tutti del centrodestra- e nel quadro di riferimento della “Macroarea del Sud” si legge:

«Gli aeroporti del Sud si caratterizzano per la prevalenza dei collegamenti nazionali, giacché complessivamente il 70% del traffico risulta di carattere domestico, con destinazioni prevalenti Roma Fiumicino e Milano Linate. Il traffico operato da vettori low cost si attesta al 34% del traffico totale, in linea con la media nazionale. Il traffico charter rappresenta invece meno del 10% del totale.

Il traffico cargo negli aeroporti del sud è del tutto marginale evidenziando per l’area una debolissima presenza del comparto cargo aereo.

La distribuzione degli aeroporti nei relativi contesti regionali è alquanto disomogenea; alla forte concentrazione del traffico campano sul solo aeroporto di Napoli, si contrappone l’articolazione del sistema aeroportuale pugliese, basato su quattro scali con diversificazione funzionale e quella della Calabria, con tre scali ben distribuiti, ma senza una sufficiente specializzazione.

La localizzazione periferica e “terminale” del Sud rispetto ai principali corridoi transeuropei ed ai relativi mercati, costituisce attualmente un fattore limitante per lo sviluppo del trasporto aereo nell’area; gli indici sfavorevoli dello stato dell’economia, la ridotta presenza di aziende, che esprime una minore componente di traffico business, nonché gli ancora ridotti flussi turistici, si riflettono sul trasporto aereo, soprattutto su quello internazionale, attualmente non ancora significativamente sviluppato e sul traffico charter.....Sono incerte anche le previsioni realizzative di lungo periodo, inerenti, alla direttrice multimodale costituita dal Ponte sullo Stretto di Messina, opera la cui realizzazione è attualmente sospesa.»

Alle strategie di sviluppo per Reggio sono dedicate solo poche righe: «Per l’aeroporto di Reggio Calabria, in ragione dei limiti infrastrutturali e della posizione geografica marginale rispetto al territorio calabrese, nonché della forte concorrenza dell’aeroporto di Lamezia Terme (che sarà in futuro ancora meglio collegato sia su gomma che su ferro al bacino ampio), è indicato un ruolo di servizio in risposta alla domanda di traffico locale, estesa anche alla provincia di Messina.»

«In ragione dell’assetto delineato, nonché delle diverse potenzialità e capacità degli scali, il traffico totale previsto al 2030 per l’area del Sud potrà essere così distribuito tra gli aeroporti, secondo tre diversi scenari (previsione minima, media e massima)»

Tabella 1

Dunque, a Reggio (così come a Crotone), è previsto poco più del 13% del traffico totale calabrese, contro il 73% di Lamezia Terme, cui «è assegnato un ruolo strategico per il trasporto aereo dell’intera Calabria, in assenza di scali concorrenti all’interno del suo bacino di traffico». Inoltre, viene previsto: «Per rafforzare tale ruolo e rispondere efficacemente alla domanda di traffico, nonché per ampliare il suo bacino è necessario che siano rafforzate le connessioni con il territorio, in primo luogo quelle ferroviarie. Altresì sono necessari gli adeguamenti delle infrastrutture aeroportuali programmati, con particolare riferimento all’aerostazione passeggeri; lo scalo di Lamezia presenta delle buone potenzialità per assumere anche il ruolo di aeroporto cargo regionale.»

Dal MONITORAGGIO INFRASTRUTTURE AEROPORTUALI DEL SUD ITALIA del 2015:

Tabella 2

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Tabella 3_2

Nel più recente report sullo STATO DI ATTUAZIONE DEGLI INVESTIMENTI AEROPORTUALI IN ITALIA, aggiornato al dicembre 2016, la situazione riportata non è dissimile a quella descritta nel 2012:

«Gli aeroporti del bacino di traffico della Calabria hanno registrato nel 2015 un traffico di circa 3 milioni di passeggeri, concentrati quasi esclusivamente sullo scalo di Lamezia Terme (2,3 Mil). Negli ultimi dieci anni è stata registrata per l'aeroporto di Lamezia Terme una crescita pari ad un tasso medio del 6% annuo, che ha portato quasi al raddoppio del numero dei passeggeri nel periodo considerato. Negli ultimi anni, il traffico sullo scalo di Lamezia è stato prevalentemente costituito dalla componente nazionale (83%), con destinazione prevalente Roma Fiumicino. Il traffico cargo presso il medesimo aeroporto non può dirsi sviluppato e i dati osservati nell’ultimo decennio evidenziano un calo delle tonnellate movimentate pari al 3%, con un tasso medio annuo di decrescita del 7%. La distribuzione del traffico nel bacino della Calabria, pur in presenza di tre scali ben distribuiti sul territorio, non presenta una sufficiente specializzazione.

Le prospettive di sviluppo, in ragione del quadro di riferimento europeo delineato in precedenza, portano a ritenere che il bacino di traffico della Calabria potrebbe generare una domanda di circa 5 milioni di passeggeri/anno all'orizzonte temporale del 2030.

L'insufficiente accessibilità ai poli di interesse turistico e alle aree interne, gli eccessivi tempi di viaggio e l'inefficienza dei sistemi di trasporto, soprattutto in chiave di interscambio, determinano una perdita di competitività delle imprese ed in generale dell’intera economia delle aree del Sud, anche in termini di attrattività turistica e commerciale. La maggiore criticità è rappresentata dalla scarsa accessibilità ai poli aeroportuali da parte dell'utenza, misurabile in tempi eccessivi di percorrenza e carenti livelli di servizio negli spostamenti. Ad un'adeguata dotazione aeroportuale non corrispondono sul territorio adeguati nodi di collegamento, condizione che limita la potenzialità di sviluppo degli scali.» Nel Piano Quadriennale degli Interventi 2016/19, per Lamezia Terme sono previsti investimenti per € 63.921.000.

Dal Rapporto sui dati del traffico aereo del 2016:

- nella graduatoria degli scali italiani in base al numero totale di movimenti aerei commerciali, Reggio si piazza al 27° posto (su 42 aeroporti) con 4.233 movimenti totali (+2,9 rispetto all'anno precedente) e un'incidenza dello 0,3% sul totale delle movimentazioni (Lamezia è 18°, Crotone 34°);

-nella Graduatoria in base al numero totale di passeggeri trasportati sui servizi aerei commerciali, la situazione migliora di poco: siamo al 26° posto con 479.437 passeggeri (-0,5% rispetto al 2015).

Un gradino in più, 24° posto nella Graduatoria degli scali italiani in base al totale cargo trasportato sui servizi aerei commerciali, con 36 tonnellate (Lamezia è a 1182), con un vistoso calo del 31,6% rispetto all'anno precedente

Per quanto riguarda i dati del traffico commerciale complessivo internazionale e nazionale relativi a servizi di linea e charter

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L'andamento mensile dei movimenti e del traffico passeggeri, evidenzia dei picchi tra luglio e settembre:

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Tabella 6_2

Con il D.P.R. n° 201 del 2015 (firmato da Mattarella, Renzi e Del Rio), che ha emanato il Regolamento che individua gli  aeroporti  di  interesse nazionale, dal 2 Gennaio 2016 il Tito Minniti di Reggio Calabria è stato inserito tra gli aeroporti di interesse nazionale per il bacino di traffico della Calabria, mentre quello di Lamezia Terme è aeroporto di particolare rilevanza strategica.
I requisiti per tale riconoscimento sono:
a)-un ruolo  ben  definito all'interno del bacino, con una specializzazione dello scalo  e  una riconoscibile  vocazione  dello   stesso,   funzionale   al sistema aeroportuale di bacino da incentivare;
b)- dimostrare,  tramite  un  piano industriale,  corredato  da  un   piano economico-finanziario,   il raggiungimento    dell'equilibrio     economico-finanziario anche tendenziale e di adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio.

E qui casca l'asino. Perché la società di gestione dell'aeroporto di Reggio (Sogas, cui partecipano: Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Regione Calabria, Camera di Commercio di Reggio Calabria e Provincia Regionale Di Messina), nonostante gli sforzi profusi dalla Provincia di Reggio Calabria nel corso degli ultimi dieci anni, non è stata in grado di garantire, attraverso un piano industriale adeguato, l'equilibrio economico-finanziario.
Il motivo principale è da imputare nel mancato versamento delle quote societarie da parte di Regione Calabria, Provincia di Messina e Comune di Reggio Calabria, tanto che nel bilancio 2012 questa somma ammontava a € 789.697, lievitata a ben € 2.065.227 nel 2013.

Vista la situazione, occorreva trovare la scappatoia (e in Italia siamo maestri a fare le leggi e i regolamenti con le scappatoie!): ‘a truvaru.
Le suddette condizioni previste dal regolamento (specializzazione dello scalo e garanzia della stabilità economico-finanziaria), infatti, non si applicano per gli  aeroporti  che garantiscono  la continuità territoriale di regioni periferiche ed  aree  in via  di sviluppo o particolarmente disagiate, qualora  in dette regioni non vi siano altre modalità  di  trasporto (in  particolare  ferroviario),  adeguate a garantire  tale  continuità.
La continuità territoriale -la cui applicazione per lo scalo reggino è stata chiesta dalla Provincia di Reggio Calabria con uno dei suoi ultimi atti deliberativi- è uno strumento legislativo europeo, il cui scopo è quello di garantire i servizi di trasporto ai cittadini abitanti in regioni disagiate della nazione a cui appartengono. Essa consiste, nella sostanza, in una serie di incentivi per le compagnie aeree (individuate attraverso un bando)e con costi del biglietto nettamente ridotti per gli utenti. La verifica dell'assenza di  modalità alternative è effettuata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, avvalendosi dell'ENAC.
Anche dall'esito di questa verifica passa, dunque, il futuro dello scalo reggino, visto e considerato che, oltre alla nuova società di gestione, Sacal (che gestisce già l'aeroporto di Lamezia e che nel 2013 ha registrato una perdita d'esercizio di € 390.550),solo l'applicazione del regime di continuità territoriale -già da tempo attuato per Sicilia e Sardegna- consentirebbe, per esempio, ad Alitalia di continuare a garantire i voli da e per Reggio.

Ora, la prudenza (dimostrata dagli attuali amministratori reggini) non è mai troppa, ma ci sono elementi sufficienti da indurre a ritenere che per Reggio una soluzione sia sempre più vicina.
E' un dato di fatto che il governo abbia avuto per la città dello Stretto un'attenzione particolare. Numerosi sono gli atti già sottoscritti per far partire nel migliore dei modi la città metropolitana.
Certo, ancora non abbiamo avuto modo di vedere nessun cambiamento dal punto di vista della vita quotidiana, perché le opere previste dovranno essere avviate, ci si augura, in tempi brevi.
E, sinceramente, dopo tanta attenzione, dopo la nascita -per ora solo formale- della città metropolitana, sarebbe sicuramente un controsenso togliere a questo nuovo soggetto sociale e culturale, prim'ancora che amministrativo, uno degli elementi cardine per la mobilità e la diffusione della sua immagine nel resto d'Italia e nel mondo.
Lasciare Reggio senza aeroporto, sarebbe come affogare nella culla la neonata città metropolitana, che oggi è ancora metropolinana e tale resterebbe, ma morta.
A ben vedere, invece, ci sono ancora buoni segnali di vitalità, anche se i medici che hanno in mano la cartella clinica non sciolgono la prognosi, che rimane riservata. I professoroni e i bandiaturi dai fiammeggianti vessilli che hanno già in mano la verità rivelata (la loro), farebbero meglio a guardarsi allo specchio e prendersela con i fantasmi del loro recente passato, che poi tanto fantasmi non sono.
Così è (se vi pare).

N.B.: Dati tratti da www.enac.gov.it - http://www.gazzettaufficiale.it - http://www.aeroportodellostretto.it Foto tratta da: http://www.strettoweb.com