27 giugno 2011

LU CORI E LA TESTA

Diu l'omu plasmò dopu tutti 'i 'nimali,

a ogni razza criata fu superiori.

Di l'umana forza, su' ddui li signali:

pur s’ a li voti no’ sà,  ha 'na testa e nu cori.

 

Nc'è troppa genti chi sempri rici:

“Sii furbu, la testa tu ha' da usari.

Li to' iorna, vedrai, non vivi felici

se cu la 'mpigna non sa ragiunari”.

 

“Usa 'a muruddha e vedrai, basta pocu

p'aviri ragiuni di cu' è cchiù forti.

Di tutti l'atri ti farai cusì iocu,

comu tanti 'gnuranti, poviri storti!”

 

Ma ognun chi si criri cusì 'ntelligenti,

'a gioia n'a 'ccatta, non scansa 'u duluri.

'Chì la furba ricchizza, non servi a nenti,

resta 'nzipita 'a vita, senza sapuri.

 

Troppa genti mi rici “Non ha pinsari,

s'usi sulu 'a ragiuni, com' omu non crisci.

Fatti diri ru cori la strata ch'ha fari.”

Ma 'u cori, da sulu, poi ti trarisci.

 

Pirchì quand'è troppa 'a forza ru cori,

chi li vini ti inchi ch’ ‘a gula t'i 'ngruppa,

la fini tu fai di ddhi poviri tori

chi 'u russu ru sangu l'occhi nci stuppa.

 

Sì, senza vardari, fui p'a to' strata,

comu 'n orbu camini, tu nta lu scuru.

Sulu t'accorgi ch'è chiddha sbagghiata,

quandu sbatti e ti 'cciunchi, cuntr' a nu muru.

 

Cusì spessu la testa mali si usa,

e 'u cori si sperdi, si menti da parti.

E se fora si tira, è sulu 'na scusa,

custumi di scena 'i cu' recita ad arti.

 

Comu ha già scrittu pi l'omu 'a Natura,

di gioia, alla fini, 'n cacchi iornu nci resta,

a cu' pensa ed agisci cu giusta misura

e insiemi li usa: lu cori e la testa.

23 giugno 2011

DISPERSI IN LIBIA

 

Stando a quanto ci scrive uno dei numerosi emigrati che ci seguono, pare che ‘na vota, e’ tempi ra bonanima, quando non si avevano notizie di qualcuno da parecchio tempo si usasse l’espressioni “è disperso in Libia”.

La Libia, malu pi nui, è tornata prepotentemente alla ribalta dell’attualità causa bombardamenti mirati contro le incivili truppe del colonnello Gheddafi.

Ragion per cui, approfittiamo, visto anche che l’estate è arrivata da poche ore, per fare un rapido giro d’orizzonte tra i dispersi in Libia scigghitani, ovvero le opere pubbliche in corso di realizzazione a Scilla.

LAVORI ASCENSORE PIAZZA-MARINA GRANDE

Il leit-motif della più meravigliosa opera invisibile che la storia di Scilla conoscerà potrebbe essere: ogni tantu ramu ‘n puntu, aspittati ch’ora vu cuntu.

Dopo un inverno passato a…far passare l’inverno, con i lavori sospesi per via di problemi tecnico-burocratici legati al subentro di una nuova ditta, revisione del progetto –limitata a ciò che concerne i materiali inizialmente previsti, senza alcun altra modifica, da più parti vanamente auspicata- l’arrivo della primavera ha segnato l’inizio del risveglio dal letargo.

015 Da un paio di misati infatti, si è registrata un’accelerazione nell’esecuzione dei lavori di ‘sbucamento’ del costone, degni del miglior Schumacher dei tempi d’oro.

E così, iarmati di trivella, centine e quant’ altro, si procede giornalmente e fino alla scurata, a sfidare il costone roccioso con una velocità d’vanzamento che però è simile a quella di una tartaruga. Ecco quanto è stato realizzato del tunnel orizzontale fino alla data del 11 giugno:

027 Per le varie vicissitudini burocratiche di cui si diceva, la fine dei lavori è stata prorogata di cinque mesi rispetto alla scadenza originariamente prevista (febbraio 2011), per cui si lavorerà sicuramente fino a tutto il mese di luglio.  Quello che succederà dopo, tenendo conto che per il mese d’agosto i lavori dovrebbero essere sospesi “causa turisti”, non lo sappiamo.

Di certo c’è che i tempi di realizzazione si allungheranno ancora. Di quanto? Crediamo non lo sappia nemmeno ‘a megghiu mavara.

Vedi anche questo link

LAVORI DI CONSOLIDAMENTO DELLA RUPE DEL CASTELLO

Nonostante l’annuncio del finanziamento di € 900.000,00 risalga oramai all’agosto del 2009 (al tempo della polemica sulla Sagra del Pescespada), dei lavori veri e propri non si viri signu.

Anzi, sì, qualcosa si vede. Sono dei piccoli segnetti rossi che indicano i punti in cui sono stati fatti i sondaggi geologici per capire lo stato di salute della rocca, versante lato Chianalea, giusto nella zona soprastante l’area portuale, direttamente interessata a caduta di materiale lapideo che aveva allarmato –e non poco- i residenti, con tanto di st-in, striscioni e assemblea pubblica chiarificatrice.

E dopo i ripetuti sopralluoghi e la redazione del progetto preliminare, approvato a maggio 2010, si è passati allo studio geologico definitivo e quindi all’approvazione da parte della Provincia del progetto definitivo, datata 6 Agosto 2010.

Se non che, salta fuori l’inghippo (e ti pariva!). L’Autorità di Bacino della Regione, lo stesso giorno (!!) comunica che il progetto preliminare (risalente a tre mesi prima) non era “coerente con gli atti d’indirizzo del Piano Generale dei Finanziamenti” (Ah?).

L’Autorità di Bacino, precisava che nell’ambito del progetto –il cui ammontare complessivo è di € 1.200.000,00- “si sarebbe dovuto tenere conto di tutte le criticità presenti su tale contesto, ivi compreso il castello Ruffo di Calabria con il versante a strapiombo sulla infrastruttura portuale sottostante”.

Così, tra cambi di settore responsabile del progetto, rimodulazione dello studio geologico, ecc., si è dovuto redigere un nuovo progetto preliminare (e siamo arrivati a ottobre 2010) e quindi all’approvazione del progetto definitivo risalente al 1 Aprile 2011.

E’ un pesce d’aprile? Speriamo di no. Perché a fine aprile c’è stata la convocazione della conferenza dei servizi per l’acquisizione di pareri e/o nulla osta di legge per poter dare finalmente il via ai lavori.

Tutta la storia di cui sopra, la trovate in burocratese puro, cliccando qui.

PARCHEGGI NELL’AREA EX STAZIONE

Su questo fronte la situazione sembra essersi sbloccata e i lavori volgono ormai alla conclusione.

Il vecchio progetto (la prima idea risale a più di 10 anni fa) vedrà la luce a breve. Ecco alcune foto:

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L’ingresso al parcheggio –che avrà una capacità di 80 posti macchina- avverrà dalla nuova rampa realizzata dopo il ponte del vallone Livorno, quasi all’altezza dell’incrocio tra la S.S. 18 e il tratto  lato Villa della salita Canaloni. L’uscita, avverrà attraverso la vecchia rampa d’accesso, che presenta una segnaletica orizzontale completamente rinnovata.

Altri dettagli li trovate qui.

In merito alla gestione, dovrebbe rimanere –almeno per ora- di competenza delle Ferrovie.

Stando a quanto si è potuto appurare, questo dovrebbe essere l’unico parcheggio sicuro che i turisti e gli scillesi potranno utilizzare. In via Marina, per il momento e fino al week-end appena passato, nessuna regolamentazione: si ioca a cu’ ‘rriva ‘u primu!

Sarebbe però opportuno che si pensasse in tempi brevi a metterle delle regole, perché noi calabresi e reggini in particolare, abbiamo un grosso difetto: se non ci costringono a fare una cosa, suli non ndi regolamu!

20 giugno 2011

NEDA*

 

A due anni dalla sua morte, l’Iran continua a lottare e spera ancora di ottenere la libertà, per non dimenticare il suo sacrificio.

 

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Pi la strata griravi a china gula
e dill’amici ignurasti l’invitu
“Non vi schiantati, ‘na pallottula sula,
chi vuliti mi esti, ed è tuttu finitu”.

Filosufa, guida, cantanti, pianista,
lizioni pi ‘n viaggiu aivi pigghiatu.
‘U to’ cori battiva pi nu giornalista,
e p’a libertà, ch’era un sognu sarbatu.

Di la Persia ‘ntica, era sì trasparenti,
nta l’occhi toi ddha bellezza ch’incanta.
L’espressioni decisa, sveglia la menti,
di donna moderna, chi non si schianta.

Ma tu ch’avivi tanta strata da fari,
pi curpa ‘i ‘n vigliaccu, non certu d’un omu
non iasti cchiù avanti e t’avisti a firmari
nta strata chi oggi già porta ‘u to’ nomu.

Brusciari sì, forti, ‘u to’ pettu sintivi,
mentri la vita ddhà ‘n terra rassavi,
tu ancora figghiola, di virdi vistivi,
russu era ‘u sangu chi ra bucca sputavi.

Ru to’ Paisi, pi nu stranu dispettu,
completasti ‘a bandera di tri culuri:
o’ virdi e o’ russu, ddhu corpu nto pettu,
‘ccucchiau di la morti lu iancu canduri.

E ‘na bandera già tu ‘ddivintasti,
‘u to’ griru la morti non fermerà:
‘a to’ forza e ‘u coraggiu tu li rassasti
a ‘n populu in cerca di libertà.

*Agli iraniani, in ricordo di Neda Salehi Agha Soltan

01 giugno 2011

RIFLESSIONI POST-ELETTORALI

Simbolo Lista SCILLA DOMANI 

Lo faccio per i miei figli”.

 

 

insieme porogresso

Ho guardato negli occhi i miei figli

e sono venuto a partecipare”.  

 

 

 

Queste due frasi, pronunciate da due giovani genitori nei giorni immediatamente precedenti e successivi alle recenti elezioni comunali, risuonano ancora nelle mie orecchie.

Adesso che il dado è stato tratto, che si è placata l’ondata adrenalinica che ha caratterizzato l’ultima settimana della campagna elettorale; adesso che è stata sostituita da un’ondata di indignazione per gli ultimi episodi vandalici che hanno visto Scilla sbattuta sulle prime pagine dei giornali locali; adesso che sembrano esserci stati i primi segni di un clamoroso risveglio della nostra comunità e in particolare la sua parte più giovane.

Lo facciamo seguendo la traccia del discorso riguardante il Medio Oriente e il Nord Africa, che il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha tenuto lo scorso 19 Maggio scorso presso il Dipartimento di Stato americano.

Obama, che è uno dei pochi a possedere il dono della chiarezza espositiva che distingue i leader, i grandi statisti dai politici “normali”, ha espresso dei principi e dei concetti che, seppur riguardanti il tema specifico del suo discorso, ben si adattano a ciò che stiamo vivendo a Scilla.

E lo stesso discorso di Obama, riprende in più parti –sia pur in maniera indiretta- il ragionamento che Stéphane Hessel ha proposto nel recente “Indignatevi”, che tanto scalpore e seguito ha destato in tutta Europa.

Proviamo perciò a farne una sorta di “adattamento” alla realtà scillese.

Dice Obama: “Ci sono volte nel corso della storia in cui le azioni di normali cittadini sono la scintilla di movimenti per il cambiamento .

E l’azione più normale e più nobile che un cittadino possa compiere è quella del voto. Un voto può segnare un momento di passaggio fondamentale, il risveglio per una società –quella scillese- tenuta insieme finora (e in questi ultimi 15-20 anni) dalla paura e dalla repressione. Sì, la paura delle proprie idee, represse dalla mancanza di riferimenti ma, soprattutto, dalla mancanza di dialogo.

Ma, come dice Obama: “Le società tenute insieme dalla paura e dalla repressione possono offrire l’illusione della stabilità per un po’, ma sono costruite su delle linee che alla fine si ridurranno in pezzi”.

La gente di Scilla, i giovani di Scilla in particolare, ne devono essere consapevoli e, perciò, reagire destandosi da questo stato soporifero. Devono indignarsi, cioè gridare a piena voce la propria dignità di esseri umani.

Guardatevi intorno, troverete tutte le tematiche che giustificano la vostra indignazione. Troverete situazioni concrete che vi porteranno ad una forte azione di cittadinanza. Cercate e troverete!” Questo è il perentorio appello che Stéphane Hessel rivolge ai giovani.

I giovani di Scilla hanno un grande motivo per cui indignarsi. Sì, devono essere indignati in primo luogo con loro stessi, per essere rimasti troppo a lungo nell’indifferenza del “non posso farci nulla, mi arrangio”.

Devono indignarsi per tutta quella serie di processi burocratici o pseudo tali, che durano tempi in(de)finiti e non producono mai risultati.

Devono indignarsi nel sentir parlare sempre delle “potenzialità” di Scilla e di constatare che esse non sono mai state trasformate in energia cinetica.

Ma, parafrasando ancora le parole di Obama, Scilla non potrà mai raggiungere il suo pieno potenziale –e quindi non avrà la forza necessaria per tradurlo in energia positiva- fin tanto che gran parte della sua popolazione più giovane non potrà realizzarsi qui, nella terra dove è nato e cresciuto e si è formato.

Nell’indignarsi, però, non possono non tenere presente una cosa molto importante: in quanto individui, essere umani, sono responsabili in prima persona. Infatti, come afferma Stéphane Hessel, “La responsabilità dell’uomo…non si può scaricare né a un potere né a un dio”.

Ma all’indignazione e alla responsabilità consegue l’impegno concreto, fattivo che, in una società democratica deve avvenire attraverso forme di partecipazione organizzata (associazioni, circoli culturali, movimenti, partiti).

E’ un impegno da portare avanti oltre che con responsabilità, anche e soprattutto con umiltà, contando solo ed esclusivamente sulle proprie forze, sul proprio talento che, “è la più grande risorsa non sfruttata” -come dice Obama- che abbiamo a disposizione ed evitando di ricorrere a mezzi che addirittura accelerino quella corsa –così di moda oggigiorno- a essere i primi, a voler ottenere sempre di più. Una corsa che il più delle volte finirebbe col rivelarsi inutile e dannosa.

I giovani di oggi possono contare su un’”arma” nuova, moderna, potente: la comunicazione in rete, la condivisione istantanea di progetti, idee, emozioni.

Dice il Presidente statunitense: “Cellulari e social network consentono ai giovani di collegarsi e organizzarsi come mai prima d’ora. Così è emersa una nuova generazione. E le loro voci ci dicono che il cambiamento non può essere negato.”

Quindi, vi è una sola strada: il confronto continuo tra i giovani e le istituzioni, a qualunque livello ma in primo luogo quello locale, nell’elaborare idee e progetti e nella loro successiva traduzione in atti concreti di politica sociale e territoriale.

Ma non basta. Perché il dialogo cittadino-istituzione sia realmente efficace, lo stesso dialogo ci deve essere all’interno delle istituzioni stesse,tra chi governa e chi sta all’opposizione.

Un dialogo fatto, anche questo, di continui scambi di idee e proposte, nel quale devono essere presenti due ingredienti:

- il rispetto per le reciproche posizioni, e la capacità di ascolto ciascuno delle istanze dell’altro.

Comportamenti dovuti sia perché dettati dalla civiltà, sia perché sarebbe altamente inverosimile e altrettanto altamente presuntuoso credere che la verità e la ragione siano sempre e comunque da un lato solo.

- La trasparenza nell’adempimento del mandato ricevuto. Forte, in tal senso, è il richiamo di Obama: “Nel 21° secolo, informazione è potere, la verità non può essere nascosta, e la legittimità dei governi dipenderà in definitiva da cittadini attivi e informati.”

In breve: dobbiamo riscoprire tutti quel senso civico che è l’ingrediente unico ed indispensabile che forma l’individuo e quindi la società in cui vive.

Per Scilla, è appena cominciato il tempo di una nuova speranza. Per essere realisti, diciamo però che anche in altre occasioni e sempre in concomitanza con nuove elezioni (circa 15 anni fa), c’era stato il sentore di una nuova stagione che però, finì piuttosto precocemente.

Quello spirito adesso sembra sia rinato. L’auspicio è che esso duri e si prolunghi nel tempo e vada ben oltre “i giorni dello spumante”, nei quali si è ubriachi di voglia di fare. Ecco, vorremmo tanto che quello spirito d’iniziativa non sfumi, non evapori come le bollicine dello spumante.

Riassumendo gli slogan adottati dalle due liste civiche nella recente competizione elettorale, diciamo che ci sono tutte le condizioni, la possibilità, la consapevolezza delle proprie capacità e l’indignazione giuste per proseguire in questo cammino insieme verso il progresso per la Scilla di domani.

Siamo sicuramente consapevoli che in questo cammino, come afferma Obama, “Non c'è nessuna linea retta verso il progresso, e la difficoltà accompagna sempre una stagione di speranza”, ma dobbiamo impegnarci, dobbiamo provarci. Lo dobbiamo a noi stessi. Lo dobbiamo ai nostri figli.