Il risultato è definitivo ed ufficiale: ha vinto, andando oltre ogni più ottimistica previsione la lista n. 1 del Sindaco uscente, avv. Gaetano Ciccone e della sua amministrazione, confermata in blocco.
Come facilmente pronosticato alla vigilia e come potrete leggere nelle tabelle allegate a giocare un ruolo decisivo, scavando un solco incolmabile con le altre due liste in corsa, sono state le frazioni, senza eccezione alcuna.
La vera sorpresa è stata la netta affermazione anche nelle sezioni cittadine (soprattutto la n. 1!), fatta eccezione per la n. 2, dove il confronto tra la lista Ciccone e quella Bueti è stato maggiormente in equilibrio. Il distacco è stato minore –seppur di poco- se si considerano anche i voti dati alla sola lista, senza preferenza.
Altro dato significativo è la buona affluenza alle urne, a dimostrazione del fatto che l’appuntamento elettorale era atteso dalla popolazione.
Ma tale attesa non ha cambiato per niente le cose. Anzi, l’enorme divario venuto fuori dal risultato delle urne (seppur in parte giustificato dal fatto che i rapporti di parentela hanno la loro influenza nel decidere a chi assegnare la preferenza), a ben vedere non trova un effettivo ed oggettivo riscontro nella realtà quotidiana degli abitanti dello Sciglio, considerate le numerose lamentele e gli altrettanto numerosi mugugni liberamente espressi da diversi ambiti socio-culturali della popolazione nei cinque anni appena trascorsi.
Perciò, dal punto di vista strettamente logico, appare a dir poco inspiegabile l’aver contribuito –di fatto- in maniera così massiccia all’ulteriore e per molti versi avvilente consolidamento di una situazione politica scigghitana che appare così completamente, pericolosamente e colpevolmente (per chi ha perso) cristallizzata. Figghioli, in pratica, aund’erimu, simu!
Visto che il Giro d’Italia si è concluso da poco, possiamo dire che quella ottenuta dal Sindaco Ciccone più che una vittoria alla Coppi o alla Bartali, è stata una vittoria alla Eddy Merckx, detto "il cannibale".
Chi ha perso, s’interroga, com’è giusto che sia, sui motivi di questo fallimento.
Da un lato, la lista proposta da Rocco Giordano è stata il frutto di un’iniziativa personale, basata principalmente sul suo particolare "carisma" e sulla sua genuina simpatia, che non ha mancato di raccogliere consensi per alcune idee proposte dal "Bais", al quale, comunque, va senz’altro il primo premio per la campagna pubblicitaria, con cartelloni immortalati anche in numerose foto ricordo: eccezionale!
Dall’altro, la lista che candidava Rocco Bueti. Era quella che dal punto di vista più strettamente politico avrebbe dovuto contrastare maggiormente la compagine "cicconiana".
Visti i risultati però, c’è parecchio su cui riflettere e interrogarsi. In primo luogo, la tempistica nella formazione della lista. Considerata la particolare mentalità paesana –simu tutti testa dura, calabrisi!- si sarebbe dovuti partire con molto più anticipo nelle "consultazioni" preliminari, coinvolgendo maggiormente tutta quella parte di popolazione che ha espresso in tutti questi cinque anni un profondo disagio per la situazione economico-sociale in cui vive. E poi, ci si sarebbe dovuto ricordare del semplice ma detto: "A jatta prescialora, faci i jattareddhi orbi" !
Il tempo -che come si sa, aggiusta ogni cosa- sarebbe servito anche a smussare e dirimere quelle reciproche riserve avanzate dalle diverse forze politiche interessate (tutte collocate all’interno del centrosinistra), le quali hanno purtroppo impedito di portare avanti un discorso unitario che poteva essere maggiormente apprezzato dagli scillesi.
Infine, la propaganda. Non serve a niente affidarsi a volantini dell’ultim’ora, tipo strillo dei giornali. Non servono perché agli occhi del popolo –che deve poi giudicare- appaiono essere solo un gioco a rimpiattino, un <
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Per chi ha perso, ci sarà modo, comunque, di riparare, di far sciogliere questo pericoloso ghiaccio che tende a cristallizzarsi. Come?
In primo luogo utilizzando lo strumento democratico costituito dalla presenza all’interno del futuro Consiglio Comunale. Una presenza che deve essere convinta e continua, non fantasma, come oramai da dieci anni a questa parte. Una presenza vigile, che tenga d’occhio l’operato della maggioranza, e metta al corrente la cittadinanza tutta di quel che avviene nella "stanza dei bottoni". Una presenza propositiva, nel senso di portare avanti le istanze provenienti dalla società scillese, di saper cogliere e segnalare a chi amministra quelle opportunità di risparmio per la collettività e di sviluppo sociale offerte dalla legislazione vigente e futura (nazionale ed europea, in particolare), che finora sono state sfruttate se non male, diciamo così, senz’altro ad intermittenza.
In secondo luogo, avviando sin da domani una forma di dialogo e di coinvolgimento nell’azione politica che sia davvero continuo, quasi quotidiano, con tutte quelle parti della popolazione scillese –sicuramente in numero maggiore di quanto non abbiano detto i risultati finali- e soprattutto i giovani, che possono rappresentare quella scossa di cui la politica scigghitana denota avere estremo bisogno.
I quali, da parte loro, non possono e non devono starsene alla finestra, fingendo che la politica sia un’entità astratta. Ma ai quali non bisogna ricorrere solo e soltanto per riempire qualche posto vuoto nella prossima lista.