Sulla quistione bandera blu s'è davvero generato un terrabilio di reazioni. Ho passato urati e urati a pinzari: comu facimu ora senza cchiù bandera? Poi la curiosità stimolata da un amico (un tipo veramente...da spiaggia) e la storia mi hanno aiutato a trovare la soluzione.
Beh, a dire il vero, amprima non è che l'argomento mi fosse molto congeniale, perché pi natura sono -diciamo così- allergico alle cravatte.
Eppuru, la cravatta ha una storia molto antica. Fu portata in Francia nel 1660, da un reggimento di cavalleria croata (da qui, il nome di “croatta”, poi divenuto cravatta) e in seguito piacque tanto al re Luigi XV, che istituì persino la carica di porta cravatte.
Nel 1706, durante l'assedio di Torino da parte degli ispano-francesi, la cavalleria, guidata personalmente dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II, con l'aiuto del cugino Eugenio di Savoia, sconfigge i francesi prendendoli alle spalle nei pressi di Lucento, facendoli fuggire verso la Dora. Nella stessa battaglia, secondo la leggenda, un portaordini di "Savoia Cavalleria", incaricato di recare informazioni sull'esito vittorioso dello scontro, pur gravemente ferito alla gola, riesce a raggiungere Vittorio Amedeo dandogli la notizia prima di spirare. Si vuole che il filetto rosso che borda il bavero nero dello stesso reggimento, o per talune epoche, come l'attuale. la cravatta rossa, non sia altro che il simbolo del sangue che ha arrossato il colletto dell'ignoto soldato.
Da questo episodio storico, prima i “Cacciatori delle Alpi”, poi i garibaldini e, a seguire, diversi battaglioni e reggimenti dell'esercito italiano (tra i quali i bersaglieri), hanno adottato la cravatta rossa nella loro divisa, come simbolo di sacrificio, per ricordare sempre che in ogni cosa, nc'è mi si ietta sangu.
Nonostante questa gloriosa storia però, tutte le volte che mi capita di doverla indossare, per battiscimi, matrimonii e cirimonie varie nonché in ogni altra occasione in cui sugnu 'i cumparenza, mi sentu comu fussi 'ttaccatu, 'ngissatu, comu a unu cu l'ossa rutti. Propriu comu o' cumuni 'i Scilla.
E' questo infatti il poco tranquillizzante quadro clinico delle finanze comunali che -preceduto dalle raccomandazioni fornite con la Deliberazione n. 69/2006- emerge dalle puntuali e chiarissime cazziate -che eufemisticamente quelli che scrivono bene definirebbero “richiami”- da parte della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti.
Con la Deliberazione n. 19 del 9 Marzo 2007 -pubblicata sul B.U.R.C. n. 9 del 16.05.2007- la Corte ha preso in esame i questionari inviati dai revisori dei conti (unici controllori della legalità nella formazione dei documenti contabili) del Comune.
In particolare, dopo aver ricordato le conseguenze penali cui può andare incontro un pubblico funzionario che attesta un risultato contabile non veritiero, la Corte ha valutato i risultati di gestione, attraverso l'esame del rendiconto fornito. Ecco a voi le magnifiche sette cazziate!
CAZZIATA N° 1 Risultato economico d'esercizio: - € 109.000. Non è stato rispettato il principio del pareggio di bilancio economico-patrimoniale previsto dalla normativa degli Enti Locali.
CAZZIATA N° 2 Il risultato di cassa, di € 159.000, è stato impiegato per pagare debiti che non erano previsti in bilancio, per procedure giudiziarie divenute esecutive (cioè cause perse dal comune, con sentenze oramai definitive), senza il necessario riconoscimento da parte del Consiglio Comunale.
CAZZIATA N° 3 Si è riscontrata una “rilevante evasione tributaria” [eh bravi e' scigghitani!] e “Appare...evidente che l'Amministrazione ha tentato di porre rimedio a una politica di rinuncia a riscuotere tasse e tributi solo tra il 2005 ed il 2006”. Da ciò, discendono “gravi dubbi circa le attività ...poste in essere nel periodo precedente, anche in ordine alle responsabilità discendenti dalla mancata riscossione.” Si potrebbe pertanto “concretare grave responsabilità degli uffici finanziari comunali”, con conseguente “omissione di atti d'ufficio a carico del reo”.
CAZZIATA N° 4 I residui attivi, cioè i soldi di cui il Comune è creditore, ammontano a € 15.413.000, dei quali però solo € 9.159.000 si riferiscono al 2005. La restante parte presenta “un alto grado di vetustà” perché il Comune non ha istituito un “fondo svalutazione crediti”, al fine di riaccertare l'ammontare degli stessi nonché le ragioni del loro mantenimento.
Pur non essendo un tecnico della materia, mi pare che sia stato usato lo stratagemma cui ricorreva il governo italiano quando inseriva in bilancio i crediti vantati nei confronti dei paesi africani. Erano somme che figuravano solo sulla carta, ma che in realtà, per ovvia impossibilità materiale dei debitori , non erano in cassa. Il Comune ha fatto persino peggio: la gran parte dei 15 milioni di euro di crediti, pur se sapesse dove andare a prenderli (ma a quanto pare non lo sa), non potrà recuperarli mai, in quanto si riferiscono “ad esercizi precedenti al 2000”, quindi già bell' e prescritti. Di conseguenza, facendo un semplice cuntu ra serba, a essere ottimisti mancherebbero, di fatto, almeno € 6.254.000!
CAZZIATA N° 5 Il Comune ha delle partecipazioni azionarie in società che presentano perdite di esercizio (e ti pariva!). Non è stato però motivato quale siano i motivi d'interesse pubblico (cioè dei cittadini) a mantenere queste azioni. Pertanto, dette partecipazioni dovranno -per legge- essere riviste dall'Ente.
CAZZIATA N° 6 Nelle tre parti che compongono il rendiconto, il saldo è sempre negativo. Conto economico: - € 183.000 (-€ 235.000 rispetto all'anno precedente); Conto patrimonio: - € 109.000.
CAZZIATA N° 7 Si chiude in bellezza con i debiti di finanziamento. Per intenderci, sono i soldini che il Comune chiede -solitamente per mezzo di mutui- per la realizzazione delle opere pubbliche. Quante opere pubbliche si sono realizzate a Scilla negli ultimi anni? Ebbene, la Corte rileva che -secondo quanto riferiscono i revisori- tali debiti ammontano a complessivi € 4.231.000 (Ahi! Ahi!), pur non mancando di precisare (dimostrando di non fidarsi poi mica tanto del loro giudizio) che i chiarimenti forniti “non paiono sufficienti a dirimere ogni dubbio circa il loro elevato ammontare e l'andamento temporale della loro formazione”.
Siccome, come tutti sappiamo, è la somma che fa il totale, sempre ricorrendo alla preziosa serba, si ha: - € 109.000 - € 6.254.000 - € 4.231.000 = - € 10.594.000!!!
Ricordo che solo a gennaio scorso, era stato stimato un risultato negativo intorno ai 5 milioni di euro. A poco più di quattro mesi di distanza, il dato viene non solo confermato ma addirittura duplicato. Cosa significa? Più di 2000 euro di debiti a scigghitanu (neonati compresi).
Ogni ulteriore commento potrebbe sembrare fuori luogo. Lasciatemi dire soltanto che, di sicuro, per uscire da una situazione così grave dovremo davvero 'ITTARI SANGU, e parecchio anche.
Vuol dire che dopo aver perso la bandiera blu, ci consoleremo con la gloriosa cravatta rossa. Mi auguro solo che il nostro Sindaco (che so essere appassionato di storia), non faccia come Luigi XV e ci risparmi almeno la nomina di un assessore porta cravatte!