31 maggio 2009

IL MIGLIOR AMICO DELL'UOMO? IL PORTATILE

Fino a oggi, ho sempre saputo che il cane fosse il miglior amico dell'uomo. Il cane non abbandona mai il suo padrone, ma purtroppo, -come direbbero i matematici- non vi è una corrispondenza biunivoca nel comportamento dell'uomo verso l'animale.
Della fedeltà canina abbiamo diffusissimi esempi. Quelli che restano di sicuro più impressi sono i cosiddetti punkabbestia (o punk-a-bestia), cioè quei girovaghi solitari che, a partire dagli anni '80, un po' per gioco, un po' per sfida, un po' perché portati dalle circostanze della vita, decidono di andare in giro per il mondo (Italia, Europa, America che sia), in fischiandosene di tutto e di tutti, in una sorta di estrema forma di egoismo. Loro unico compagno di viaggio: il cane.
Con l'avanzare della tecnologia però le cose stanno cambiando: anche loro, pur non avendo fissa dimora, hanno comunque cellulari e indirizzi e-mail e, per forza di cose, devono poter avere a disposizione un computer.

Il Messaggero di oggi, riprende una notizia del Wall Street Journal che testimonia in maniera lampante la nascita di quella che potremmo definire una nuova generazione di homeless, di senza fissa dimora tecnologici.
Sono quelli che negli Stati Uniti, a causa della crisi, si ritrovano senza soldi, senza lavoro, senza casa e sono quindi costretti ad arrangiarsi con il solo sussidio di disoccupazione.
Il loro unico legame con il mondo, il loro amico più fidato, più utile, non è più il cane, ma il loro portatile. La loro preoccupazione maggiore -a parte naturalmente trovare il modo di mangiare- è quella di poter ricaricare le batterie del prezioso aggeggio, inventandosi magari i sistemi più assurdi e sfidando pioggia e vento.
Il fenomeno si sta diffondendo talmente tanto, che anche gli ostelli per il ricovero dei senza tetto hanno predisposto le postazioni per i computer. La richiesta è talmente elevata, che ognuno può utilizzarle per un tempo massimo di 30 minuti.
Alcuni di questi "pionieri informatici" senza fissa dimora hanno perfino creato i loro siti fu Facebook, Myspace o Twitter o, ancora meglio, curano delle proprie rubriche personali e sono divenuti molto popolari.
E' il segno che il mondo cambia, è il nuovo modo per chi non ha più niente, di sentirsi uguali agli altri. Così, anche l'aspirante poeta che se ne sta sotto un ponte, protetto solo da una coperta di cartone, può leggere tramite Wikipedia chi è e che cosa fa il Dalai Lama!

Prepariamoci a incontrare per le strade persone come questa


(foto tratta da www.ilmessaggero.it)

1 commento:

Giovanni Panuccio ha detto...

La cosa affascinante di questi cambiamenti epocali è che avvengono - al tempo stesso - con rapidità e lentezza, direi con discrezione... Prendiamo il passaggio dal cavallo - e dagli animali da soma in genere - al motore meccanico. Quando è stata inventata l'automobile, nessuno ha detto, un bel mattino: "Ragazzi, chiudete le bestie nelle stalle, su! Da oggi si va tutti in automobile!". Ma quel primo isolato veicolo che sembrava del tutto fuori luogo tra carri e calessi trainati da cavalli e asini, a poco a poco è diventato sempre meno isolato, finché ad apparire strano era l'isolato asinello o cavalluccio...
A poco a poco queste che un tempo erano chiamate "diavolerie della meccanica" s'insinuano la nostra vita fino a diventare vere e proprie "protesi" del nostro corpo. Di più: ad identificarsi quasi con noi stessi. La nostra casella di posta elettronica, infatti, è "il nostro indirizzo"; i nostri profili e i nostri siti sono dirette manifestazioni di noi stessi e non semplici apparati da noi distinti ma collegati...
Il "viandante senza tetto" con tanto di blog e casella mail, in fondo, non fa altro che dare sostanza e significato al suo antico motto: "La mia casa è il mondo!". Quale casa che si rispetti, infatti, non ha un indirizzo!?...