25 ottobre 2009

PREMIERATO E 'PRIMARIATO'

Continua a piovere e, salvo poche pause, sono quasi due giorni.
Visto che in giro non c'è anima criata, la meglio è starsene a casa a leggere i giornali, ascoltre la radio o guardare la tv.
Aundi ti giri e ti voti non si parla d'altro che del 'caso Marrazzo'; come nei migliori cruciverba, si sfidano ospiti dei programmi ed esimii opinionisti a trovare le 'sette differenze' con il caso delle escort del Berluspremier.
Silvio da Arcore non si caddìau né si rifriddau dopo il polverone mediatico scatenatosi sulla vicenda. E' rimasto dov'era (e dove sarà fin quando la legge glielo consentirà), perché non sapeva --dice lui-- che mestiere facesse la signora con la quale ha passato la notte e, comunque, non risulta aver pagato per usufruire della compagnia. Perciò --dice sempre il cavaliere-- cos' ho fatto di male?




Il caso del presidente della Regione Lazio è un po' più complicato e oggetto d'indagine da parte della magistratura. L'unica colpa grave (e politicamente più pesante) che gli si attribuisce è quella di non aver denunciato subito il tentativo di ricatto cui era stato sottoposto. Lui replica, affermando che aveva già dichiarato tutto ai magistrati che seguono l'indagine.
E i cittadini che amministrava? E quelli che l'hanno votato? E quelli che l'avrebbero votato, dopo che aveva espresso l'intenzione di ricandidarsi? Non avevano forse il diritto di essere informati?
 Certo, è scattata la paura, comprensibile. La paura di perdere tutto in un attimo, ma poi è successo lo stesso, ieri.

Bastano queste due vicende per porre in risalto un problema. Si parla tanto di premierato, di elezione diretta dei rappresentanti istituzionali da parte del popolo.
Beh, a parole sembra tutto così bello, così nobile, così facile. Nei fatti, ci accorgiamo ogni giorno di più che l'applicazione pratica di questo metodo democratico non è poi così semplice e scontata ma, anzi è ricca di implicazioni che vanno al di là della sfera politica propriamente detta.
Negli Stati Uniti, il meccanismo di elezione del Presidente è così lungo e complicato proprio perché serve a 'selezionare' non il candidato più preparato dal punto di vista politico, bensì quello che si ritenga abbia anche un carattere e una moralità adeguata al ruolo istituzionale che intende ricoprire. Non è certamente un caso se in molte occasioni, personalità politiche anche di un certo rilievo, siano state costrette ad abbandonare il sogno della Casa Bianca per episodi relativi alla loro vita privata (per tutti, vedi Ted Kenned).
Da noi vogliamo importare questo modello ma almeno fino ad ora, l'abbiamo fatto solo sulla carta e non nella sostanza dei comportamenti.
In più, nelle funzioni istituzionali per le quali esso è stato adottato, appare evidente l'imbarazzo di chi si trova costretto a giustificare comportamenti sicuramente poco giustificabili. Marrazzo a parte, chi non si ricorda i cannoli del presidente della Regione Sicilia, Cuffaro?
Come fare ad attuare un premierato? La soluzione cui tutti sembrano voler ricorrere tutti è quella delle primarie all'americana.
La Calabria, caso strano, è stata velocissima a modificare il proprio statuto nella parte che riguarda l'elezione diretta del Presidente della Regione. Nell'ultima seduta del Consiglio Regionale, sono bastati appena 30 (trenta) secondi per istituzionalizzare lo svolgimento delle primarie, a partire dalla prossima elezione prevista per il mese di marzo 2010.
Se il 'parto' della modifica statutaria è stato velocissimo, esso non è comunque stato indolore. Infatti, per lo svolgimento delle primarie in salsa calabra, è prevista una spesa di € 600.000,00.
Considerando che --bona mi ndi vai-- dovremmo votare ogni cinque anni, significa che devono trovarsi in bilancio € 120.000,00/anno, vale a dire € 10.000,00/mese. Il prezzo della democrazia diretta!

A questa 'voglia matta' di primarie non si sottrae il Partito Democratico. Dopo essere nato con le primarie e dopo aver attraversato un periodo alquanto travagliato (che, malgrado tutto, è ben lungi dal terminare), per oggi sono state indette le primarie per scegliere il segretario nazionale del partito e i componenti degli organi a livello regionale. Più democratico di così, direte voi.
La prima cosa strana però è che un  segretario nazionale è stato già scelto nei circoli territoriali, dove ha vinto Bersani.
La seconda cosa strana è che a votare per eleggere il segretario del partito, può andare chiunque, anche un iscritto al movimento di 'Forza Nuova', per esempio.
Ora, questo sistema poteva andar bene all'inizio, cioè quattro anni fa, quando c'era da verificare la possibilità e soprattutto la necessità di dar vita a un partito che si facesse portavoce di un'idea politica, che fosse diverso dai tanti partiti che invece esprimono soltanto l'idea di uno (inteso come singolo).
Mi sembra però che si sia voluto strafare, nel tentativo evidente di marcare ancora di più le differenze con il PDL. Continuando così però il ruolo che le primarie dovrebbero avere viene di fatto snaturato.
Ancora una volta, si cerca di imitare gli americani, ma in una maniera e con un'interpretazione contorta, tutta italiana, che proprio non condivido.
Per questo, come già quattro anni fa, non andrò a votare. Rimango qui a scrivere, sospeso tra premierato e 'primariato'.

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