30 dicembre 2015

IL CANTO DEGLI SCILLESI

musicanero1_thumb1Scilla è un paese strano, dalla memoria corta.
E’ risaputo, tra noi scigghitani, che Scilla è ‘u paisi ri furisteri. La definizione non si riferisce certo agli abitanti, chi sunnu ‘ndigini scigghitani, ma alla loro propensione naturale non solo ad accogliere il forestiero (la qualcosa è puru bona ‘rucazioni), ma a ritenerlo, a prescindere, sempre più colto, più preparato, insomma, cchiù megghiu di qualunque altro essere umano nelle cui vene scorre sangu ru Scigghiu.
Al riguardo, ristau nta storia una famosa frase pronunciata da uno zio della mia nonna materna, Rocco Morabito, alias ‘u Zzì Rroccu ‘u Trunnisi [zio Rocco detto “il
tornese”]. Esaminando la realtà scillese del tempo (siamo a cavallo tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900 dello scorso millennio), ‘u Zzì Rroccu ebbe infatti ad affermare:
 
 
A Scilla? Tutti furisteri!
‘U Sindicu? Furisteri!
‘U speziali? Furisteri!
‘U previti? Furisteri!
Sant’à Rroccu? Ra Francia!

 

E la storia si è puntualmente ripetuta ancora una volta. Mi riferisco, in particolare, alla vicenda nota al volgo nostrano come l’Inno di Scilla, che si può ascoltare in questi giorni (anche se un po' male, a dire il vero) dagli altoparlanti che adornano i lampioni dell'isola pedonale in piazza San Rocco.
C'è da fare subito una precisazione. Si parla tanto, infatti del brano, dal titolo “
Scilla”, scritto e musicato dal prof. avv. Antonio Albanese (che non ha niente a che vedere con il comico, è giusto precisarlo) e interpretato da Iskra Menarini, voce ai più nota per la sua collaborazione artistica con il compianto Lucio Dalla. Il brano è stato presentato ufficialmente nei giorni scorsi in una cerimonia pubblica al castello Ruffo, ed è stato definito “Canzone ufficiale di Scilla” e non inno (com’è invece stato veicolato dalla vulgata scigghitana), il che fa una certa differenza.
Il termine “canzone ufficiale” rimanda, per semplice associazione del mio cervello, più alle sponsorizzazioni, allo “sponsor ufficiale di....” che tante volte ci bombarda da radio, giornali e tv. E' un'espressione che sa tanto di jingle, da utilizzare esclusivamente a scopo pubblicitario, un po' come l'arcinoto “The champiooonsss!...” della musichetta che accompagna ogni partita della Champions League di calcio.
La parola “inno”,
per stessa definizione data dalla lingua italiana è , deve essere, qualcosa in più di una canzone o, addirittura, di un jingle pubblicitario. Insomma, perché una canzone possa essere definita “inno”, occorre la presenza di determinati requisiti. L’esempio per noi più noto è l’inno di Mameli, il cui titolo ufficiale è “Il Canto degli Italiani”, inno nazionale “di fatto” della nostra Repubblica italica, sancito implicitamente dalla legge nº 222/2012, la quale ne prescrive l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani.
Ora, fermo restando che dal punto di vista artistico la nuova composizione è certamente apprezzabile, in particolare nel testo (la musica, almeno per i miei gusti, non è il massimo dell'esaltazione) che può essere considerato un inno, quello che ha lasciato attoniti i più –anche chi scrive- è stato il fatto che questa “elezione” a “canzone ufficiale di Scilla” sia stata fatta dagli eletti ad amministrare attualmente il nostro bel paesello senza il dovuto coinvolgimento della cittadinanza.
Nasce dunque legittima la domanda: in base a quali criteri è stata scelta questa canzone e non altre, scritte da altri autori, anche scillesi?
Di canzoni, poesie e componimenti teatrali su Scilla la storia ne ha registrati diversi. Sono, tutti, espressioni d'amore verso un luogo unico al mondo (non lo scrivo per vanto scigghitano, ma per oggettivo riconoscimento di quanto hanno conosciuto lo Scigghio).
In questi giorni, in particolare su facebook e sui giornali, si sono registrati alcuni interventi di autori e poeti scillesi che negli anni passati hanno espresso il loro attaccamento viscerale a Scilla attraverso le loro opere. Ricordo qui, la Sig.ra Giuseppina Melidoni -artista scillese, pluripremiata in diverse manifestazioni culturali- e il suo “Inno a Scilla”, la quale in una dichiarazione a “Scilla Pagina ufficiale”, su facebook, ha precisato: "Non vorrei essere presuntuosa però la canzone "Inno a Scilla" (questo è il titolo) l'ho scritta circa 25 anni fa, poi musicata e registrata alla SIAE. Allegra e vivace come siamo noi scillesi. questo è il testo. Mi auguro che un giorno verrà acclamata dagli scillesi.


INNO A SCILLA [di Giuseppina Melidoni]
Oh quanta gioia ho dentro nel mio cuore
e canto sempre sempre con amore.
Io sono di un paese bello
è Scilla con il suo castello
E tutti amano il patrono San Rocco
e la sua festa si svolge in agosto!
Tutto il paese in allegria
Tutti con gioia la festa si farà
Lallallala lallallala…
Ma come è bello stare in compagnia
con questa spiaggia, mare, azzurro, viola!
Noi con Scilla e la sua storia
Tutti virtuosi allegri e belli.
Oh quanti amori sbocciano nei cuori
La Chianalea suggestiva splende!
La gente cammina e non si arrende
in allegria il paese brillerà
Lallallala lallallala…


Il-Cantore-di-Scilla_thumbMoneta-scillesi-dAmerica_thumb4

Un altro artista -che si è rivolto direttamente alla redazione del Malasito- è il poeta scillese Pino Rodà, scrittore, autore e compositore di musical e di opere teatrali nonché vincitore del 1° premio nel primo concorso di poesia a Scilla e di numerosi altri premi. Tra le sue numerose opere, oltre al libro “Il cantore di Scilla” -un viaggio “tra i labirinti dei suggestivi ricordi, delle sensazioni, delle emozioni che suscita l'antico borgo marinaro” [dalla presentazione del libro, del prof. Enzo Zorlea]- vi è anche il musical “Scilla, amore mio!”, ispirato alla storia d'amore tra Glauco e Scilla, con i Bronzi di Riace che, come statue, hanno una parte importante nella trama. Qui di seguito, pubblichiamo il testo della canzone che dà il titolo al musical, scritta nel 1970:

SCILLA-AMORE-MIO_thumb1
Questa canzone, poco più di un decennio fa, ha ricevuto –tra gli altri- un importante riconoscimento anche dal Comune di Scilla!
Credo bastino questi due esempi contemporanei, ma potrei citare poetesse come le compiante
Alba Florio e Concettina Putortì e tanti altri.
Insomma, di inni a Scilla ne sono stati scritti diversi, prima del più recente, che è appunto quello scritto dal prof. Albanese. So bene (perché mi diletto a scrivere anch'io, ogni tanto) che un'opera, una poesia, anche la più semplice, è il frutto di un lavoro, di un'elaborazione interiore, che richiede tempo perché possano essere trasferite sulla carta le sensazioni e i sentimenti di chi scrive. Perciò, è fuor di dubbio che tutti, pur nelle naturali e variegate differenze espressive, meritano la dovuta considerazione.
Ma c'è un punto importante da sottolineare: ci possono essere, come ci sono, numerosi Inni a Scilla ma ci potrà essere un solo Inno di Scilla.
Non per fare polemica, ma solo per ricordarlo a me stesso: la scorsa primavera, durante la campagna elettorale, l’attuale Sindaco aveva ribadito in diversi incontri pubblici la sua volontà di coinvolgere la cittadinanza intera nelle scelte che la sua (allora eventuale) Amministrazione avrebbe intrapreso nel corso della sua attività. L’intento era certamente positivo, atteso che lo Statuto comunale prevede espressamente diverse forme di partecipazione dei cittadini (consultazioni, petizioni, referendum). Ma, si sa, ‘a pratica rumpi ‘a grammatica.
Che chi ha Scilla nel cuore, qualunque sia la sua provenienza, le dedichi una canzone, una poesia, un quadro, un’opera d’arte in genere, è sicuramente qualcosa degna di merito, di attenzione, riconoscenza e rispetto sia da parte di noi stessi scillesi che, in primo luogo, di chi ci rappresenta. Va da sé, però, che alcune scelte e/o decisioni non possono e non devono essere fatte o prese nel chiuso di una stanza o all’interno di comitati più o meno ristretti. La scelta di un inno–di qualcosa, cioè, in cui ciascuno degli scillesi dovrebbe potersi naturalmente identificare- è una di quelle decisioni da prendere dopo averne garantito la massima pubblicità e partecipazione da parte di tutti.
Dunque, questa vicenda, più che per fare inutili polemiche, può sicuramente servire da stimolo.
Sì, perché se nelle intenzioni dell'Amministrazione c'è anche quella di dotare Scilla di un proprio INNO UFFICIALE che la rappresenti in ogni genere di manifestazione e che ne diventi il simbolo (al pari del castello, della spiaggia delle sirene o di Chianalea), allora si può pensare a un concorso pubblico, un bando, aperto a tutti gli artisti -scillesi e non- che hanno dedicato o intendono dedicare una loro opera a Scilla; si può pensare a nominare a una giuria qualificata (costituita da scrittori e poeti, anche di rango nazionale o internazionale), che giudichi le opere partecipanti, proponendone poi due o tre all’approvazione degli scillesi per mezzo di un semplice referendum; l'ultimo atto, infine, sarebbe una delibera Consiglio Comunale che, ratificando la decisione presa dai cittadini scillesi, adotti l'opera prescelta come INNO UFFICIALE, come “Canto degli scillesi”.
Sarebbe sicuramente una maniera bella, simpatica, oltre che pienamente legittima dal punto di vista strettamente formale, per coinvolgere tutti i cittadini scillesi, fornendo loro un ulteriore elemento di riconoscimento ed identificazione culturale e di coesione sociale.
E' una proposta che rendiamo pubblica qui, con l'auspicio che possa concretizzarsi nell'anno che sta per arrivare.






























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