03 maggio 2020

E CHI CATINAZZU!

Mi piace la radio. La ascolto spesso, fin da bambino. Mi piace perché è più seria, più educata della televisione che, invece, guardo sempre meno.
In questi giorni, a causa della pandemia in corso, non c'è distinzione tra una stazione e l'altra: Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Africa, di qualunque nazione siano, il tema centrale dei canali d'informazione radiofonica è solo e soltanto il "corona virus", che seppur pronunciato in modo diverso per ciascuna lingua, sempri schifu faci. E chi catinazzu!
Come fare a trovare qualche programma che informi ma in maniera allegra? Esclusi i canali musicali, che mandano tutti la stessa musica, a volte perfino negli stessi orari -e chi catinazzu!- non mi è rimasto che cercare nei podcast.
Il primo che mi appare nella lista porta solo tre lettere: WTF. Non è la sigla di un'emittente radiofonica, come potrebbe sembrare a prima vista. No, sono le iniziali di un'espressione americana -nu pocu scustumata- che potrei tradurre nel nostro dialetto con ECC: E Chi Catinazzu!
Non è una strana coincidenza?! No, non lo è: senza saperlo, ho trovato quello che cercavo.
E' il podcast di un comico americano, o meglio di uno "stand up comedian" -cioè quei comici ospitati nei programmi di intrattenimento o che fanno i loro spettacoli, che fanno il loro intervento in piedi e non da dietro una scrivania- che si chiama Marc Maron. Ricordo di averlo visto molti anni fa, ospite del "David Letterman Show". Trasmette i suoi podcast da un garage della sua casa di Los Angeles, riadattato a studio radiofonico, in compagnia dei suoi amati gatti. Lo show, che può contare su diversi sponsor, va avanti dal 2009 e al momento in cui scrivo, gli episodi sono 1119.
In ogni puntata, Maron intervista comici e personaggi famosi del mondo dello spettacolo o del cinema, attori, registi, sceneggiatori, ma anche scrittori e politici (nel 2015 è stato ospite il Presidente Obama).
L'obiettivo dichiarato del conduttore è quello di curare le sue debolezze condividendole con quelle dei suoi ospiti e dei suoi ascoltatori, che gli scrivono in parecchi, offrendo contemporaneamente un punto suo punto di vista della società e della politica americana, a dire il vero palesemente orientato su posizioni liberal anti-Trumpiane, ma questo è solo un dettaglio.
L'aspetto che più colpisce è lo scoprire come anche i personaggi famosi abbiano i propri punti deboli (numerosi sono i casi di dipendenze da alcool e droghe) e commettono i loro errori, a volte anche molto gravi; è scoprire come la fama li abbia raggiunti non perché l'abbiano veramente cercata, ma per una serie di circostanze più o meno fortunate; è scoprire che anche dietro uomini e donne influenti e di successo, si possono nascondere veri e propri drammi familiari.
Ogni puntata è un colloquio -tra ospite e conduttore- che, in realtà, si trasforma in una sorta di autanalisi collettiva. Perché poi, al di là delle differenze di capacità economica, si scopre che i problemi umani del pubblico che ascolta non sono diversi da quelli della più famosa star di Hollywood.
Un'altra cosa salta alle orecchie di ascolta: la rivendicazione, giusta, delle origini e delle basi culturali di ciascun ospite. Non ho potuto fare a meno di constatare, ad esempio, che su dieci ospiti, otto sono di origini europee -sette di cultura e religione ebraica (come il conduttore), uno di cultura e religione cattolica, anche se spesso non praticanti- uno è afro-americano, uno asiatico. Il dato di fatto che emerge, naturalmente evidenziato molte volte in modo ironico dai comici, è che queste differenziazioni sono ancora molto presenti nella società americana, nonostante essa sia una tra le più evolute al mondo, tanto da sfociare, purtroppo, ancora oggi in sentimenti razzisti. E chi catinazzu, però!
Ho cominciato ad ascoltarle tutte le puntate, anche quelle precedenti, che ascolto a ritroso nel tempo. E' anche questo un modo per confrontare la realtà del presente con le aspettative che avevamo per quel futuro che oggi è attualità. Scopri che ci sono cose che avevamo programmato di fare a cui dovremo rinunciare -e chi catinazzu!- ma per fortuna non sono poi molte. Scopri che molte cose le potremo continuare a fare comunque -e chi catinazzu!- anche se in modo diverso rispetto a quello a cui siamo stati abituati. Ce la faremo, chi catinazzu!



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