Che senso ha festeggiare il Santo Patrono?
E' la domanda che mi ha assillato durante tutto il percorso della processione per le vie di Chianalea e Marina Grande.
Ovunque guardi, vedo gente disinteressata, come se la processione fosse un corteo che porta in giro un semplice pezzo di legno.
Guardo le foto di un tempo, e vedo tutti gli uomini in pantaloni lunghi, col vestito buono della festa. Oggi, per le strade attraversate e dietro il Santo, vedo gente in pantaloncini corti, in costume o mezza nuda.
Avventori seduti ai tavolini di un locale, che battono le mani ritmicamente, ad accompagnare la marcia suonata dalla banda. Tutti rigorosamente seduti al passaggio della croce e della statua.
Ragazzini che, con il Santo a poco più di venti metri di distanza, bestemmiano Dio con la stessa facilità con cui respirano aria.
Nessun componente della Commissione Straordinaria presente, hanno solo mandato una delegata, che nessuno conosce o sa chi sia, ma che personalmente ringrazio. Essendo in tre, i Commissari avrebbero potuto fare uno sforzo.
Gente in processione, che guarda la partita di calcio sul telefonino: è iniziato il campionato.
Sulla via del ritorno verso la Piazza, inatteso, anzi, improvviso spettacolo di fuochi d'artificio, predisposti su due balconi ed accesi senza alcun segnale: processione tagliata in due per quasi tutta la strada Nazionale.
Davanti al Comune -rigorosamente chiuso- i portatori sollevano sulla sola forza delle loro braccia la statua del Santo, in segno di particolare protezione e benedizione per un Ente che sta attraversando un periodo terribile. E', senza dubbio, l'immagine più forte che mi resta di questa giornata.
Vedere il Palazzo Comunale chiuso al passaggio del Santo Patrono, però, è qualcosa che stona, tantissimo. Certo, ci vorrebbe qualcuno che, per pochi minuti, si incaricasse di aprire il portone e le luci, in segno di rispetto, saluto e festa. Lo fanno a Reggio e in altri paesi. Da noi, invece, niente: porta chiusa e buio.
A mia memoria, nessuna Amministrazione ha mai pensato di aprire le porte al suo Patrono. Sarebbe ora di farlo.
Davanti a tutto questo, che senso ha festeggiare il Santo Patrono?
La risposta a questa domanda è una risposta non detta: nessuna preghiera al microfono a scandire le varie soste. Non è un segno di resa, al contrario. Chi ha voluto pregare, l'ha fatto assieme, con il tradizionale rosario devozionale, o più intimamente, nel proprio cuore. E' stato, dunque, un silenzio pubblico forte, che a tanti non dirà nulla, ma che per la coscienza di ciascuno di noi significa tanto, tutto.
n.b.: foto tratta dalla pagina Facebook di Pasquale Arbitrio
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