02 maggio 2007

I MOTIVI DI UNA DEMOLIZIONE, IL PORTO TURISTICO E...IO PAGO!

La Regione Calabria ha pubblicato la sintesi del Programma “Paesaggi & Identità”, nell'ambito del quale è stata inserita l'intera operazione demolitoria dello Scoglio d'Ulisse.
Tra le tante belle parole, mi soffermerei in primo luogo sulla definizione di “ecomostro”: edificio e costruzione che la collettività percepisce avere almeno una delle seguenti caratteristiche:
- presenza di forte discontinuità con il tessuto ambientale e/o urbano (impatto ambientale);
- condizioni di illegalità nel processo di edificazione (abusivismo);
- costruzione il cui forte stato di abbandono rende impossibile il recupero (degrado).

Queste caratteristiche sono valutate secondo i seguenti criteri:
- incompatibilità con il contesto territoriale e naturale, valutata considerando elementi di tipo ambientale, idrogeologico e geomorfologico;
- incompatibilità con il contesto insediativo, che si riferisce alla capacità del manufatto di vincolare lo sviluppo organico programmato del territorio;
- incompatibilità con il quadro normativo;
- incompatibilità con le unità di paesaggio;
- incompletezza dell’opera .

Lo Scoglio, rientrerebbe nella categoria degli ecomostri -tanto da meritare uno dei primi posti in graduatoria nell'ambito del primo Accordo di Programma Quadro a livello nazionale- poiché rappresenta “una tipologia unica .... impossibile da rintracciare visto il carattere poliedrico e diffuso del fenomeno sulle coste regionali,...” mediante “...l’applicazione, caso per caso, di una lettura intrecciata dei fattori e dei criteri sopra descritti.
I 9 interventi, fanno riferimento alle tipologie come individuate nel programma Paesaggi & Identità del “degrado che impedisce” e del “degrado funzionale” e sono rappresentative delle seguenti categorie:
a) non finito (pubblico);
b) abusivismo in aree demaniali o comunque in aree oggetto di tutela;
c) cave dismesse in stato di abbandono;
d) costruzioni pubbliche in stato di abbandono e degradate, in aree demaniali;
e) interventi pubblici non coerenti o compatibili con il contesto paesaggistico-ambientale.

Dunque, è ufficiale: in base ai criteri di cui sopra, la buonanima del nostro Scoglio d'Ulisse costituiva un ecomostro solo perché degradato dall'incuria dello Stato italiano!

Quello che desta grande sorpresa nella lettura del documento è però la seconda parte. In essa si afferma infatti che i siti sui quali intervenire sono stati individuati “un approccio metodologico di tipo partecipativo [non so a voi, ma a me ricordano tanto le belle parole di una delibera comunale di fine gennaio scorso] fra tutti i soggetti interessati al programma di interventi. Attraverso una fase di indagine ascolto, realizzata attraverso interviste singole su tutto il territorio regionale e focus group a scala provinciale...” che ha reso possibile “perseguire decisioni condivise”. Qual è stata la partecipazione della collettività, prima diretta interessata? Chi hanno ascoltato questi signori (un gruppo tecnico di lavoro costituito da professori universitari e rappresentanti di enti statali)? Chi hanno intervistato? Chi ha condiviso le loro decisioni? IL SOTTOSCRITTO SICURAMENTE NO.

Perplessità ancora maggiori suscita l'ultima fase del progetto, quella realizzativa. Si afferma infatti: “La realizzazione degli interventi si svolgerà secondo procedure di evidenza pubblica (bando di progettazione e realizzazione degli interventi). Quando è stato pubblicato il bando del progetto? Il grado di evidenza pubblica -almeno quello percepito- è stato praticamente nullo.

Così, si è finito con l'eliminare sì una struttura fortemente degradata ma non per ricostruirla (riparando così al colpevole abbandono degli anni passati), perdendo in tal modo un piccolo patrimonio della nostra cittadina, che per la posizione oltremodo caratteristica e -diciamolo pure- per la sua storia, costituiva davvero un qualcosa di unico nel suo genere.
Al suo posto, ci dovremo accontentare del semplice “intervento di recupero paesaggistico” che consisterà nella realizzazione di una piazzetta, con annesse panchine.
Il tutto, come potete leggere anche sulla homepage ci costa ben € 600.000 (mentre per l'intero progetto ecomostri sono disponibili ben € 5.380.000), in verità utilizzati per eseguire anche altre opere che erano rimaste in sospeso anni fa (completamento del rivestimento del muro adiacente alla galleria sotto il castello). Quanto renderà questa piazzetta? Quanti anni ci vorranno per ammortizzare una spesa così cospicua? Quanto durerà questa piazzetta?

L'ultima domanda non è banale. Da fonti ben informate, ho appreso che in tempi abbastanza brevi dovrebbe essere avviata l'esecuzione dei lavori per il prolungamento del secondo braccio del molo foraneo (che dovrebbe arrivare a “coprire” con la sua azione protettrice tutto l'arco chianalioto, fino all'Annunziata).
I lavori sono stati inseriti dal Ministero nel PROGRAMMA TRIENNALE OPERE MARITTIME 2006/2008 e -da una stima fatta sempre dallo stesso Ministero- dovrebbe contare su una disponibilità finanziaria (di provenienza interamente pubblica)piuttosto rilevante: € 10.600.000.
L'unico particolare è che sono opere rientranti nel così detto
“codice 0”, che in parole povere significa: i lavori verranno realizzati se si trovano i soldini necessari, eventualmente derivanti da economie di spesa per altri progetti realizzati parzialmente o rimandati. Basti pensare che lo stesso progetto era stato già inserito nel precedente programma triennale 2005/2007.
Sembra comunque, che stavolta buona parte dei fondi necessari li abbiano trovati. Dovrebbe infine rientrare in tale operazione anche
l'apertura a Scilla un nuovo Ufficio Locale Marittimo, la cui sede dovrebbe essere l'attuale fabbricato (di proprietà demaniale), adiacente allo scalo d'alaggio del Porto, giusto all'ingresso di Via Grotte.
Di sicuro sarebbe molto importante poter usufruire in loco di un Ufficio Marittimo, se consideriamo che ben due quartieri nonché una frazione (Favazzina), sono direttamente e notevolmente interessate dalle problematiche demaniali. La cosa sarebbe inoltre estremamente importante poiché il futuro porto -più ampio ed in grado quindi di ospitare anche le imbarcazioni dei cosiddetti vips- potrebbe così disporre al suo interno di un adeguato punto di riferimento per assicurare assistenza ed eventuale soccorso alle imbarcazioni.
Questi lavori, consentirebbero quindi la trasformazione dell'attuale porto-rifugio [così è classificato nelle carte nautiche] in un vero e proprio porto turistico. Ma per far ciò, l'intera area portuale (nuova piazzetta compresa) dovrebbe quindi essere oggetto di lavori piuttosto lunghi e complicati, che comporteranno sicuramente un uso poco appropriato del nascente spazio recuperato. Dovremo spendere altri soldi per ripararla? E' altamente probabile. Ci sarà qualcuno del Gruppo Tecnico di Lavoro che avrà pensato a questo? E' molto poco probabile. E io (singolare maestatis) pago!




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Così come lo stanno recuperando non và bene sembra che non ci bastaru i sordi mi rivestunu tuttu stù sorta i muru,mancu i mura ru portu i genua sunnu cusì iati!Comu si truavunu non putivunu mintiri dei tubi corrugati e rializzari l'impiantu elettricu sottto traccia e non i soliti fili 'pinduti chi ci sunnu paisi-paisi? Cu è chi dirigi stì lauri?E cui i pinsau?Chi virgogna nonostanti ca Riggiu c'è Ingegneria e sopratuttu a tantu vantata Architettura varda casu gli obbrobri Maggiori sunnu 'ntà stà provincia,smentitemi prego!Pì quantu riguarda u portu turisticu sono più d'accordu mu fannu o Livitu,vi magginati stù sorta di muru ravanti chi muccia tutta a costera?E'assai spoporzionatu è megghiu o Livitu cusì non porta altro caos o portu e sopratuttu rimani 'nto stessu quarteri e non appesantisce u paesaggiu,i turisti nè gioverebbero in tranquillità.
Chistu esti u me pinseru personali e comu dì cosi ognunu avi i soi....però c'è a cu ci serbunu e a cù no.P.S.A meno chè non superau a leggi i l'impattu ambientali?Salutoni,ciao.

T@to ha detto...

..caro compare, ma stancaja mi ti fazzu i comprimenti per le cose poco 'ntelliggenti che te ne vai scrivendo impunemente.. mmah! chissà dove arriveremo! per rispondere all'amico @ntony, secondo me il 'livito non è una idea malaccio per il porto turistico.. solo che non c'intra nenti con la questione presente, visto che se non sbaglio, la modifica della diga foranea è indipendente e comnque obbligatoria al fine di garantire alla Chianalea tutta una adeguata protezione contro MaleMareggiate ed erosione.
Solo per rinfrescare le muruddhe, rimando ad un post scritto in tempi non sospetti : http://malanovablog.blogspot.com/2006/10/portoi-soldi.html

Anonimo ha detto...

Sugnu quasi d'accordu cu Antony e pi cuntinuari.....Le erosioni e le mareggiate chi più chi meno le subiscono tutti i paesi,ricordo che noi abbiamo circa 750 Km.di costa,solo che il nostro paese è l'unico in calabria che ha alcune fondamenta abitative in mare a chianalea mentre a marina la distanza varia da 10 m. a 40/60 m.dalla battiggia,quindi il problema fà più notizia,ed è sicuramente più grave,ma santu diu,passaru seculi e seculi....Allura pi rispundiri e mai pì contraddiri a T@to chi hanna fari 750 Km. i muri? O scoglieri artificiali cu massi i cimentu a mo i barriera,'nta vicina bagnara stù sinducu,chi è puru i centro/destra?,i fici rimoviri e mintiri a pilu raccua i cantu faciunu schifu(è non risulviunu tantu u problema)e al dire il vero l'aspetto cambiau in megghiu..e poi l'erosione si compensa con un adeguato e selezionato pascimento,questo è mancato,vi ricordo che a scilla fino a prima del doppio binario delle ferrovie(anni 50/60) e sopratutto dalla realizzazione dell'autostrada,precisamente del tratto scilla - santa trada(anni 70),la spiaggia quasi non esisteva o meglio era ridotta rispetto ad oggi,poi con l'autorizzazione di fare delle discariche(Tot.n.3) n.1 a monacina,n.2 a morselli,n.3 o ponti i ferru(quest'ultima a permesso di formare delle spiaggiette da punta oliveto alla galleria artificiale),abbiamo avuto un ricco ed adeguato pascimento,allora era più facile adesso è proibito,..quindi sà poi a scilla ndi sintimu chiu intelligenti facimu stù muru mi riva finu a favazzina cusì facimu l'ultima cu làsu.P.S.La posizione del nostro porto è infelice infatti le mareggiate,la più disastrosa è stata quella del gennaio 1980,lo danneggiano in modo particolare al centro del muro,mi ricordo che tutte le barche che si trovavano all'interno sono state o distrutte o seriamente danneggiate,ecc,ecc,ci sono tante foto in giro...che sicuramente avete già visto.
Ciao,Saluti e complimenti.