20 agosto 2009

LA CITTA' DELLA NOTTE ROSSA

Estate davero calda quella scigghitana e non solo per la temperatura.

Se provate a digitare "incidente autostrada Scilla" sui motori di ricerca, si aprono 4750 pagine.
Il risultato migliora se digitate "incendio auto scilla": 6380 pagine

Certo, non tutte hanno attinenza diretta con i fatti di questi ultimi giorni, però è fuori di ogni dubbio che il nome di Scilla sta' inchendu paginate e paginate di giornali, fax di agenzie, blog e siti internet a go go. E lo sta facendo non certo in termini positivi.

Non può non saltare all'occhio però che mentre per quanto riguarda gli incidenti che troppo speso si stanno verificando nel tratto tra Scilla e Santa Trada - nel quale è compresa la "Pacì II" insignita, nel marzo di quest'anno, del titolo di galleria più pericolosa d'Europa- di reazioni di politici e responsabili se ne registrano in quantità industriale e perciò non mi sembra opportuno dire altro. Bastano i tanti post già dedicati su questo blog al tema lavori autostradali.

Dei "fuocherelli" che hanno illuminato le nottate scillesi di quest'ultima settimana, invece non ne parla nessuno.
Il fenomeno non è certo nuovo e Reggio ne è testimonianza diretta. Comunque, il rogo di ben nove automobili in sei giorni non può e non deve -o meglio, non dovrebbe- lasciare indifferenti.

Poiché verificatisi nei giorni a cavallo di ferragosto, considerato che i castaniti circostanti lo Scigghio sunnu oramai quasi tutti brusciati, vuoi vedere che per mancanza di legna, si è pensato di dar fuoco alle macchine per illuminare e riscaldare i falò?

Vo' viriri chi è l'ennesima pinsata geniali per incrementare il turismo scigghitano? Eh sì, perchè dopo la notte nera da record dello scorso anno, nello Scigghio potrebbe svolgersi La Notte Rossa.

Le cose ahimé non sono proprio così e vi sono coinvolti aspetti molto più seri ed importanti che occorre trattare in ben altre sedi che non sulla spiaggia sotta o' suli chi t'arrusti, o placidamente seduti al tavolino di un bar a gustare una coppa media di gelatu o 'na bella granita trigustu.
E' pi chistu che nessuno ne parla e, praticamenti, parrandu cu rispettu, si ndi futti.

Vistu chiddhu chi sta capitandu, in quella che potrebbe essere una "parodia inversa" dell'opera letteraria, Scilla potrebbe senz'altro costituire la settima de "Le città della notte rossa" di William Burroughs.
Sono città "dove solo i pazzi o i sognatori o i drogati possono entrare. ... Perché l’intero libro [come Scilla n.d.a.], ... è un essere indefinibile che fugge da qualsiasi logicità per perdersi in un universo unico e inimitabile, quello delle paranoie e delle fantasie del suo autore.
Chi riuscisse ad entrare in una di queste città, unico modo, forse, quello di imparare a sognare, potrebbe rimanere intrappolato dai mille pericoli e dalle tante attrazioni che le città stesse offrono."*

Ci sono solo due cose diverse.

La notte rossa scillese non è "quella in cui un meteorite cadde sulla Terra e infettò una parte dell’umanità"*, ma è quella resa tale dagli incendi.

L'unica regola con la quale è stato scritto il libro è quella del “niente è vero, tutto è permesso”*.
La regola vigente nella Citta Rossa di Scilla in questi giorni è: tutto è vero, tutto è permesso.

*N.B.:Note tratte dalla recensione del libro "Le città della notte rossa" di William Burroughs, dal sito www.kultunderground.org, a cura di Emiliano Bertocchi.

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