02 giugno 2018

IL 2 GIUGNO, LA FESTA DEL TRICOLORE

Dimentichiamoci delle turbolenze dialettiche dei giorni appena trascorsi, ritroviamo un po' del nostro orgoglio, troppo a lungo sopito.
 Oggi è la festa degli italiani, non in quanto nazione -cioè gruppo di persone che sono coscienti di avere comuni origine, lingua e storia- ma in quanto parte essenziale dello Stato italiano, cioè di un'entità politica sovrana, regolata da un ordinamento giuridico formato da istituzioni e leggi.

 E' stato bello, oggi, avere la percezione visiva di cosa vuol dire essere parte di uno Stato repubblicano, cioè cosa di tutti.
Alla parata militare ai Fori Imperiali, ne erano presenti o rappresentate tutte le componenti.
C'era il popolo, gioioso e festante; il neonato Governo e i sindaci, chiamati ad amministrarlo; le forze armate, chiamate a difenderlo; il Presidente della Repubblica, che ha l'onere e l'onore di rappresentarlo nella sua unità. E poi c'era l'elemento unificante, che sta al di sopra di tutti: la bandiera tricolore.
Non è 'na pezza che si sventola per gioco o per fare scena. E' il simbolo di ciò che siamo stati e di ciò che siamo. E oggi l'abbiamo festeggiato.
Una signora, intervistata in tv, ne ha descritto in maniera efficace i colori: c'è il verde delle nostre pianure, il bianco della neve delle nostre montagne e il rosso, del sangue di chi questo Stato l'ha difeso a costo della propria vita.
Due sono stati i momenti più significativi che mi piace ricordare.
Un paracadutista della Brigata Folgore ha portato al centro del viale, atterrando di fronte al Presidentedella Repubblica, un enorme tricolore (400 mq). L'ho visto come il segno della libertà, che a noi nati dopo l'ultima guerra, è stata regalata come pioggia dal cielo, un regalo prezioso che dobbiamo essere capaci di custodire con la massima cura e attenzione, proprio come ha fatto il paracadutista durante la sua discesa a terra. Ma, una volta a terra, quel tricolore è stato dispiegato con l'aiuto di uomini e donne, rappresentanti di tutti i corpi e delle forze armate, ed ha cominciato a muoversi, mosso dal vento, portato quasi a spalla lungo il percorso. Ecco, la nostra libertà, come il tricolore, non deve rimanere soltanto una parola, seppur preziosa, tenuta come un gioiello, ma deve potersi muovere, evolversi, per il giusto riconoscimento dei diritti e nei giusti limiti dei doveri. Il nostro essere cittadini italiani, significa essere noi la prima istituzione dello Stato, facendoci carico ognuno delle proprie responsabilità, con la nostra intelligenza, il nostro lavoro, il nostro sacrificio, con tutte le nostre forze.
Il secondo momento, è stato quello finale: la consegna al Presidente della Repubblica, da parte di un gruppo di bambine, di un tricolore lavorato a mano da loro insieme alle loro nonne. Il segno della presenza forte e insostituibile delle donne nella nostra società e, in maniera più figurata, della continuità di questo impegno da cittadini nel tempo. Passano gli anni, passano le generazioni, ma rimane lei, la bandiera, a ricordarci che l'impegno e il sacrificio sono elementi essenziali per continuare a meritare e garantire la nostra libertà. Viva l'Italia! 

N.B.: foto tratta da http://www.tgcom24.mediaset.it

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