20 settembre 2008

MA DIO, DA CHE PARTE STA?

Chiovi stasira, e forti puru...
Ho pensato pirciò di dedicarmi alla lettura. Avevo diversi libri tra cui scegliere: “Quel treno da Vienna”, giallo di Corrado Augias, ambientato nel 1911, quando la giovane nazione italiana festeggiava i suoi primi 50 anni; “Il massacro di Goldena”, riedizione di un breve romanzo di G.L. Bonelli, in occasione del 60° compleanno (editoriale) di Tex Willer; “Voi non sapete -Non vedo, non sento, non parlo”, il dizionario della mafia, scritto e commentato da Andrea Camilleri; “Il grande inganno”, ultimo saggio del giudice Nicola Gratteri, sui falsi valori della mafia.

Alla fine, non ho scelto nessuno di questi. Ho letto invece un libro molto particolare: la cronaca scigghitana di quest'ultimo mese, racchiusa e condensata in ben 52 pagine (!) di considerazioni, commenti, ecc., fatti dagli scillesi sul blog scillachiese.blogspot.com, su un unico tema: il parroco!

Al mare, in piazza, al bar, nto barberi, al supermercato, nta putìa, a' farmacia o nto medicu, non fa differenza. Aundi vi vutati e vi girati è sempre lo stesso ritornello: comu mai si ndi vai? Menu mali chi si ndi vai! Chi piccatu chi si ndi vai!

E' un “libro” che ho sentito il bisogno di leggere, semplicemente per tenermi informato, per non essere tagliato fuori dalle discussioni.
In un certo qual modo racchiude e comprende al suo interno -alla manera scigghitana- alcuni degli aspetti trattati nelle pubblicazioni sopra citate, che avrei potuto leggere al suo posto.
Dopo soli cinque anni, l'attuale parroco ci lascia per assumere la guida della parrocchia di Vito (piccola frazione a Nord di Reggio). Sebbene si sia detto di tutto e di più, in realtà i veri motivi di questo trasferimento deciso dal vescovo, Mons. Mondello, sono un vero e proprio giallo degno del miglior Augias.

Ho letto davvero laqualunque. In un certo senso è stato il proseguimento di quanto si era verificato lo scorso anno -più o meno nello stesso periodo- sui blog e sul forum del nostro malasito.
E' tutto un susseguirsi di pro e contro la persona del parroco, di schieramenti contrapposti, Guelfi e Ghibellini, in una sorta di gioco al massacro, di gara a chi dimostra di essere il più forte, come tra indiani e cowboy ai tempi di Tex Willer.

In mezzo, coloro -e sono tanti- che preferiscono non intervenire, che stanno alla finestra, chi non parrunu, non virunu e non sentunu, in un'apparente indifferenza, che termina non appena vengono coinvolti di persona.

In tutti, alberga la convinzione di essere nel giusto, di agire per il meglio, in applicazione dei principi cristiani. Ma la cosa curiusa è che questi valori, alla luce di quanto si legge, sembrano proprio non collimare fra loro!

Diverso è l'approccio, diversa è la “priorità” (chiamamola così) che ciascuna delle due parti -Guelfi e Ghibellini scigghitani- attribuisce (erroneamente, secondo me) ai principi di una religione -quella cristiana- che di sicuro non è facile comprendere nei suoi aspetti più intimi, né, ancor di più, mettere in pratica in maniera corretta.
Sicuramente ci sono stati incomprensioni e fraintendimenti; si è voluta redigere una sorta di classifica di questi valori, di questi diversi aspetti che compongono la complessità della dottrina cristiana.
Lo si è fatto credendo -in maniera errata- di rivelarli al popolo scillese per la prima volta, un po' come fecero i frati spagnoli al seguito dei Conquistadores con i popoli nativi dell'America latina.
Sono il primo a riconoscere di non avere né i titoli, né le competenze specifiche per parlare di temi teologici, perciò dico solo che mi è stato insegnato che, pur presentandosi sotto tre “forme” diverse, in verità Dio è uno e uno soltanto e ciascuna di queste tre “forme” sono del tutto complementari tra loro e non soggiacciono ad alcuna gerarchia.

La gerarchia è invece un elemento caratterizzante del clero. Seppur chiamati per vocazione a svolgere una missione del tutto particolare, i ministri della Chiesa sono pur sempre uomini, consapevoli più degli altri della fragilità della condizione umana. E, proprio in virtù della loro natura e del particolarissimo compito che sono chiamati ad assolvere nella vita sociale di intere comunità, devono essere soggetti a forme di controllo del loro operato.
Insomma, i preti sono come i carabinieri. E' del tutto normale che avvengano avvicendamenti tra coloro che hanno rivestito importanti incarichi. Così come cambiano i Prefetti, i funzionari di polizia, i giudici, allo stesso modo cambiano i preti o i vescovi.
Non si tratta di essere stati più o meno bravi; non è questione di essere stati ben voluti o mal voluti; di essere mandati via per aver esaurito il proprio compito o magari per “incompatibilità ambientale”. E' qualcosa di fisiologico, di profondamente insito nella stessa istituzione, sia essa civile, militare o religiosa.
Sono cambiati, cambiano e cambieranno gli uomini, lo Stato, la Polizia, i Carabinieri, la Chiesa, resteranno sempre, poiché diretta espressione della vita (civile e religiosa) dell'uomo.

Il ricorso a toni da battaglia, da guerriglia che hanno caratterizzato le discussioni scigghitane in questi ultimi due anni in particolare, sono quindi del tutto inappropriati e fuori luogo.
Diceva Abramo Lincoln:”La mia preoccupazione non è se Dio è dalla nostra parte; la mia più grande preoccupazione è essere dalla parte di Dio, poiché Dio ha sempre ragione”.
Ecco, mi sembra che ognuno tra Guelfi e Ghibellini scillesi, abbia finito col credere di essere "dalla parte di Dio".

Parafrasando questa citazione, Bob Dylan in una delle sue più belle canzoni, ha messo in evidenza come in tutte le guerre combattute (da quella contro gli indiani, fino alla guerra fredda con i russi), gli Stati Uniti abbiano agito nella convinzione che Dio fosse sempre dalla loro parte.
Ma non è Dio a stare da una parte piuttosto che dall'altra. Siamo noi a vederlo da lati diversi, da prospettive diverse, a percepirne la potenza e la grandezza in momenti e circostanze diverse, a seconda di come ci comportiamo e non da quale parte ci schieriamo.

Se Dio è dalla nostra parte -concludeva Dylan- fermerà la prossima guerra.”


Il mio augurio è che quello che si è verificato in questi ultimi anni ci faccia comprendere che, effettivamente, Dio sarà dalla nostra parte, dalla parte di tutti, solo quando le attuali contrapposizioni all'interno della nostra comunità avranno termine.
Per adesso, Dio è sopra di noi e ci guarda, dispiaciuto. E le gocce di pioggia che continuano a cadere sono le Sue lacrime, l'espressione del Suo dolore per quanto sta accadendo.
Ma la pioggia di oggi, significa nuova vita domani.

4 commenti:

Giovanni Panuccio ha detto...

Secondo me, nonnu, fai di tutt'erba un fascio.
Io non parlo per tutti i protagonisti delle discussioni alle quali ti riferisci sopra, ma per quanto riguarda me e - bene o male - tutti i gestori e i principali collaboratori di scillachiese.blogspot.com non si è trattato di guerreggiare in nome di Dio ma, soprattutto, di far conoscere al mondo il modo - certamente imperfetto - con il quale gli scillesi sono stati cristiani e cattolici, da quando abbiamo memoria o documenti fino all'attualità.
E dell'attualità fanno parte pagine dolorosissime, che hanno inciso sulla serenità di moltissime persone, che, senza scillachiese, non sarebbero emerse o lo sarebbero state secondo la versione gravemente distorta e unilaterale elaborata nella Chiesa arcipretale o in qualche casa della periferia di Scilla o delle sue frazioni.
Questo detto in brutale sintesi: se tu o qualche lettore del tuo blog volessero qualche approfondimento e non avessero tempo di analizzare a fondo la struttura di scillachiese - fatta, al 17 settembre 2008, di settantanove articoli, esclusi i commenti e i messaggi lasciati nel "Libro degli Ospiti" - sarei felice di darglielo.
Io il problema se ciò che scrivessi fosse cristiano-cattolico o no non me lo sono per niente posto. Per il semplice fatto che ognuno è o non è cattolico solo e soltanto nel modo che gli detta la sua coscienza che solo Dio, appunto, conosce meglio di se stesso. Il problema che mi sono sempre posto, invece, è se ciò che scrivevo corrispondesse a verità, onestà, completezza dell'informazione. E, fino ad ora, tra insulti, improperi, spostamenti di bersaglio e commistioni di sauri ed ope nessuno ha mai argomentatamente smentito che una sola frase partita dalla mia tastiera corrispondesse ai su citati criteri. Anzi: non è mai stata proposta neppure una seria interpretazione delle cose vere da me scritte che, senza negare che vere fossero, le facesse vedere sotto un'altra luce.
E' presto per dire se ho fatto bene o male a farmi coinvolgere da questa avventura. Quel che so per certo è che è un bene che esista un luogo, sia pur virtuale, dove sia possibile far presente il proprio punto di vista su fatti che, come scrivi tu, prima erano trattati con superficialità e non consapevolezza nei luoghi più disparati.
Certo: quando le maglie della "democrazia del web" si allargano, è inevitabile che il bene si confonda con il male e si utilizzino degli strumenti, per se stessi neutri, in modi non consoni ad un civile confronto. Ma, tu m'insegni, sono i rischi del mestiere!

Giovanni Panuccio

u nonnu ha detto...

Carissimo Giovanni,
non intendevo minimamente fare di tutta l'erba un fascio.
Ho parlato "di considerazioni, commenti, ecc., fatti dagli scillesi sul blog scillachiese.blogspot.com", non intendevo di certo dire che tu, o gli altri gestori e/o collaboratori di scillachiese abbiate "guerreggiato" o, peggio ancora, "istigato" (come ha scritto qualcuno) chicchessia.
E' che, leggendomi quelle 52 (oggi sono già 63) pagine, ho avvertito nei commenti dei nostri compaesani, dei toni che sanno più di -passami il termine- inspiegabile ed immotivato "neofondamentalismo" cattolico.
A scillaschiese.blogspot.com -di cui, tra l'altro ospitiamo anche sul nostro malasito ogni aggiornamento- va senz'altro il merito di aver registrato "la cronaca scigghitana di quest'ultimo mese" -come ho scritto nel mio intervento. Questo sta aiutando gli scigghitani a fare qualcosa che finora hanno sempre fatto con difficoltà:parrari nta facci!
Te lo dice uno che "I rischi del mestiere", come li chiami tu, ce li ha ben presenti, per essersi trovato nell'identica posizione in cui vi trovate oggi tu e i ragazzi di scillachiese.blogspot.com. L'anno scorso, traendo spunto da una lettera inviataci da un assiduo visitatore del nostro paesello, avevamo avviato un forum di discussione, poi purtroppo sfociato in insulti ed offese gratuite. Alla fine, prima che la "democrazia del web" -sulla quale contavamo- si stava piano piano trasformando in "anarchia del web", abbiamo dovuto "blindare" il forum e abbiamo preferito andare a parlare direttamente con il nostro parroco.
Caro Giovanni, è proprio vero: va fa beni nto mundu!

Giovanni Panuccio ha detto...

Sì, caro nonnu, va fa beni nto mundu... Però nui i corna limu bbelli ruri e, alla fine, qualche risultato positivo sono sicuro che resterà!
La tua risposta completa ed esauriente mi consente di allargare il discorso, altra azione tipica della "democrazia del web", purché non sia fatta - come molti tentano nelle nostre discussioni - alla maniera dell'organo genitale di un esemplare maschile della specie canina.
Il fatto è che, altro che "democrazia del web"!, in piccole e - ahinoi! - periferiche realtà (rispetto ai centri mondiali, continentali e nazionali dell'economia, del lavoro e della cultura) concetti, appunto, come "democrazia", "libertà", "confronto", "dialogo costruttivo", "capacità di riconoscere nella diversità di sensibilità e di opinioni dell'altro una ricchezza e non una minaccia al nostro rassicurante ed avvilente conformismo" sembrano veramente impotenti di fronte all'impermeabilità di mentalità ancestrali, abitudini tenaci, patrimoni culturali costruiti con la finalità esclusiva di ottenere titoli di studio utili alla carriera anziché come mezzo e fine per ottenere un'apertura dei propri orizzonti capace di far comprendere meglio l'importanza dei concetti ai quali mi riferivo sopra...
Che altro dire? Solo questo: non arrendiamoci a questa realtà! Teniamo duro! Alla fine, qualcosa resterà. E sarà un bene per tutti.

Giovanni Panuccio

T@to ha detto...

..sdrammaticamente vi informo, che in piazza si dice che Don Bruno preferisca andare a Roma piuttosto che a Vito. Di sicuro è una bbufala campana in aria, mapperò, se ci fusse ombra di verità, io al posto Suo, tranquillo non sarei...

Leggo dal corriere.it di oggi: "Terrore all'interno della chiesa di San Marcello, nel quartiere San Saba a Roma - Accoltella parroco e altre tre persone. Arrestato un giovane di 25 anni."
..cosi ri pacci!