23 agosto 2007

UN GIORNO DA...POMPIERE

Ore 13:08, squilla il telefonino:”Dove sei? Torna, fai presto, che a Melia il fuoco...”. Non ho lasciato a mia madre neanche il tempo di terminare la chiamata. Arrivo a casa, con mio padre e mio cugino scappiamo subito a Melia. Quando arriviamo, abbiamo davanti un camion dei pompieri che, avvertito da un signore del posto, si dirige proprio verso la nostra proprietà. Dalla vallata sale un fumo abbastanza denso, anche se il vento, per fortuna, non è forte.

Facciamo entrare direttamente l'unità dei pompieri -formata tutta da volontari. Grazie al getto delle loro lance, il grosso dell'incendio viene domato.

Intanto, il capo pattuglia ci avvisa che il loro serbatoio è quasi esaurito e, nel frattempo ricevono una chiamata che li invita a dirigersi verso località “Piano Aquile”, dove l'incendio che divampa fin da stanotte, continua implacabile la sua opera distruttrice. Il tempo di offrire al capo squadra una gassosa per dissetarsi e con mio cugino, per poter avere a disposizione un po' d'acqua in più oltre a quella di un piccolo serbatoio utilizzato per l'uso domestico, andiamo ad avvertire del problema i vigili urbani di Melia.

Ci dirottano dall'operaio comunale addetto all'acquedotto, il quale c'informa che l'acqua potrà essere erogata solo a partire dalle 18:00, prima non è possibile. Faccio presente che si tratta di un'emergenza, ma giustamente il povero operaio, senza “ordini superiori” non può muovere un dito. Cerchiamo di contattare il vicesindaco (perché del posto) ma risulta irreperibile. Parlo personalmente con l'idraulico comunale, al quale faccio presente il problema della scarsità d'acqua dei pompieri. “Se proprio hanno necessità -m'informa- possono recarsi all'acquedotto che è ubicato a monte dell'abitato di Melia e prelevare l'acqua direttamente dalla vasca, facendo però attenzione durante le operazioni, affinché rimanga pulita...”.

Ringraziamo comunque per le notizie e torniamo di nuovo giù nella valle. Pressati dalle richieste ricevute, i pompieri sono già andati via.

Insieme a mio padre, mio cugino e altri vicini e conoscenti che molto gentilmente avevano prima avvertito telefonicamente e poi ci hanno aiutato materialmente, mi adopero per completare lo spegnimento delle fiamme, avendo come “armi” soltanto una piccola pompa -utilizzata di solito per l'irrigazione- e un rastrello.

Per fortuna, i danni sono stati abbastanza contenuti, salvo qualche trave del tetto bruciacchiata e i muri anneriti di un piccolo deposito e un bel po' di legname che era stato accatastato all'esterno, contro le pareti.

Il fuoco si è propagato anche alle proprietà vicine -alcune delle quali completamente incolte- e la sua rapida avanzata è stata in buona misura favorita da ciò che è rimasto dopo la mietitura del grano (la cosiddetta “restuccia”), che non è stato possibile bruciare prima -come hanno sempre fatto i nostri nonni nella comune pratica agricola- perché tale operazione, per la quale è necessario fare la comunicazione al Corpo Forestale, può essere eseguita solo dalle ore 4:00 alle ore 8:00 del mattino e, comunque, non in questo periodo, chissà per quale norma che con un eufemismo oserei definire quanto meno “poco intelligente”.

Sono le 15:00 quando l'incendio può definirsi definitivamente domato.

E pensare che, una volta liberatomi dagli impegni di lavoro, avevo deciso di fare una ricognizione sui luoghi degli incendi della notte scorsa:prima a Favazzina e poi sopra Scilla. Ne potete vedere il risultato da queste foto .

Segnalo che a San Giorgio, il black-out (per un problema alla linea, dovuto sempre agli incendi), è durato fino alle 5:00 di stamattina e adesso la situazione sembra essere tornata alla normalità.

Continua invece -anche in questo momento- la fila sulla carreggiata Nord della “A3”: un inferno che dura da ieri sera (poviri figghi 'i mamma, supra a ddhi machini!).

In tutto questo parapiglia, oltre a diverse squadre di pompieri (ne ho incontrata un'altra pochi minuti fa), a solcare il cielo pieno di fumo un solo Canadair che da stamattina effettua sempre lo stesso giro, da Favazzina a Melia:preleva l'acqua dal mare in località “Trunca” e va a “sponziarla” -poco per volta- lì dove piccoli focolai segnalati da pennacchi di fumo, sembrano non volersi ancora arrendere.


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