19 ottobre 2007

VENDESI FARU RU CASTEDDHU

Fino a oggi ha lampiato ogni notte, ca luna, cu l'acqua e cu ventu, per segnalare ai naviganti passanti per le perigliose acque dello Stritto, la presenza della rocca scigghitana. Ma domani?
Quello che sembrava essere solo un discorso da piazza o da bar; quella che appariva essere una lontana ipotesi -o suggestiva idea, a sicunda di comu la si pensi- balenata nella mente di più di qualche scigghitano; quello che era uno dei temi più gettonati, sui quali si è disquisito per anni sutta all'arbiru ra scienza della nostra amata/odiata chiazza, bene tutto questo è divenuto realtà!
Sì, sì, non vi staiu cuntandu fissarii. 'U faru ru casteddhu sarà presto messo in vendita al miglior offerente.
Come riportato anche dalla stampa nazionale, proprio ieri l'Agenzia del Demanio ha presentato il primo censimento dell'intero patrimonio immobiliare dello Stato. Senza dilungarmi molto, invito coloro cher fossero interessati a consultare direttamente la pubblicazione.
Vi anticipo solo che tra tutti gli immobili censiti, in Calabria ve ne sono solo 7 e uno di essi è appunto 'u faru ru casteddhu, ivi compresi quindi gli attuali alloggi dei faristi e il cortile adiacente, dal quale si gode una vista senza pari.


Entro il 2008, il nostro faro -attualmente proprietà militare, quindi appartenente al Ministero della Difesa- passerà sotto la diretta gestione dell'Agenzia del Demanio, in quanto considerato bene non più utilizzabile a fini militari.
Ciò
significa che 'u faru, pur rimanendo di proprietà dello Stato, poiché Esso avi bisognu 'i picciuli, potrà essere dato in gestione (per mezzo di affitto o concessione che sia, pocu cangia), sia a enti pubblici che privati per una durata massima di 50 anni.
In parole povere, 'u faru ru casteddhu sarà considerato alla stregua di un'area demaniale qualsiasi (tipu 'a spiaggia ra Marina, per intenderci), solo che i tempi della concessione saranno più lunghi.
Lo scopo, naturalmente, è quello di non far fare a questa struttura la fine dello Scoglio d'Ulisse, che come tutti sapiti ha finito i suoi giorni qualche mese fa, seppellito con l'infamante seppur immeritata nomea di "ecomostro".

Sotto questo aspetto, niente da dire. E' inevitabile però porsi alcune domande:

- Memori del fatto che, storicamente, in questa rocca hanno trovato riparo arabi, turchi, normanni, spagnoli, francisi e via di seguito, qualche anno addietro parte dei locali del castello sono stati "riservati" all'Università Mediterranea e, dopo una lunga diatriba sono divenuti sede del progetto CERERE (Centro Regionale per il Recupero dei centri storici calabresi, Scilla esclusu, almeno finora), tanto che la foto del nostro castello fa bella mostra di sè nel banner del sito internet del Centro. Quale altro "parenti ra zzita" faremo trasiri?

- Considerato che non credo il Comune abbia la possibilità di assumere impegni economici che dovrebbero essere di una certa rilevanza, accollandosi quindi l'onere di una concessione demaniale di così lunga durata, non sarebbe comunque opportuno trovare il modo di controllare che le strutture non vengano consegnate nte mani ru primu chi passa?

C'è tutto il tempo per pensarci come si deve. Da parte mia, invito chiunque avesse un'idea valida e soprattutto realizzabile a proporla direttamente sia tramite i commenti a questo post oppure per e-mail cliccando sul link a lato "Senti Nonnu..." o naturalmente utilizzando il forum del nostro sito.
Potremmo raccogliere quindi le idee degli scigghitani e proporle all'amministrazione al momento opportuno.

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