30 marzo 2007

L'AQUILA DI PETRA

La tenevo nel cassetto da un po' di tempo, aspettando l'occasione giusta per "divulgarla" agli amici. Poi ho visto questa foto, mandatami sempre dal prezioso amico (sempre più vigile).



Non ci ho pensato su due volte. Non ho resistito, perché era proprio l'immagine che avevo in mente quando ho scritto

L'AQUILA DI PETRA

Dall'Olimpu si partiu
e vulau pi jorna e notti,
sempr’ in cerca di ‘ncacc’ cosa
pi crisciri l’aquilotti.
A ‘sti giuvini figghioli,
chi nci iaru sempr’ arretu,
di la caccia nci ‘mparava
la so’ mamma ogni segretu.
Ma vulandu, a’ famigghiola
a Giovi ‘u suli nci ‘ccuppau,
pirciò ‘u capu, priputenti,
pi dispettu ‘i castiau.
Cusì l’aquila non potti,
cchiù vulari o stari a ddritta,

chi nta l’ala di mancina
fu ‘ngagghiata ‘i ‘na saitta.
Da ddhu iornu malirittu
la so’ vita fu cangiata,
a chi tuccau l’acqua ru Strittu
l’aquila petra è ‘ddivintata.
E i so’ giuvini aquilotti,
chista almenu è la nomea,
sunnu ‘i scogghi ch’ora viru
spuntar sicundu la marea.


Oggi vardu ‘stu paisi,
sì è cu l’ali spalancati,
comu e megghiu ri parenti
sunnu li ‘stranii rispittati.
A vardarlu da luntanu,
sembra ‘n’aquila liggera,
chi nto mbernu si riposa
pi mi vola a primavera.
Ma forsi ‘u postu è troppu bonu,
cusì ‘u rapaci s’andruccau:
cu la scusa ru ‘ncantiscimu
cchiù ‘u volu non pigghiau.
Ma li fighhi iaru luntanu,
ca testa dura, forti e fieri,
u so’ ’ntellettu pi l’Italia
portun’ oggi com' aieri.
Volunu iatu, ma poi tornunu
su’ l’aquilotti di ddhu fattu:
com’ e’ scogghi ‘i po’ viriri,
nta stagiuni ‘i mari chiattu.
Pirchì ‘st’aquila di petra,
pi li so’ figghi è calamita,
com’ ‘a mamma ‘i ‘ddha liggenda,
è nto cori tutta ‘a vita.

DEDICATA A TUTTI GLI SCILLESI

SCIALATIVI L'OCCHI!

Prendendo spunto dal commento di Clandestino (se ha bisognu i nu permessu i soggiornu, ti putimu truvari nu postu, ma ci occorrono: dati anagrafici, codice fiscale, statu 'i famigghia, targa ru canottu col quale sei arrivato,ecc. In poche parole: cu si'?) che ricordava gli studi che si stanno conducendo per provare che le popolazioni abitanti in riva allo Stretto abbiano subito mutazioni genetiche dopo il terrimoto del 1908, mi è venuto il sospetto che qualche cosa di quel che si dice possa essere vero.
Che sia la spiegazione scientifica del perché, comu ricivunu 'i 'ntichi: a Scilla si spaccau 'u saccu?
O forse, il nostro paese ha subito delle "deformazioni" genetiche ma i nostri occhi non riescono a vederle perchè resi orbigni dal troppo amore che -anche inconsciamente- noi scigghitani nutriamo per questo angolo di mondo così speciale (in tutti i sensi)?
Date un'occhiata a queste splendide foto, che voglio condividere con tutti gli amici (e non) del nostro sito e per le quali rivolgo un grazie particolare al sempre vigile amico che le ha mandate. Scialativi l'occhi!

26 marzo 2007

'U NONNU:

- VISTO L'EFFETTO CHE LE ULTIME VICENDE FAVAZZINOTE E DEL MAMAO CHIAMATO ECOMOSTRO HANNO AVUTO SUI VISITATORI DEL NOSTRO SITO;

- VISTO CHE -IN CASI COME QUESTI- E' COMUNQUE NICISSARIO POTER AVERE UNO SPAZIO DOVE ESPRIMERSI LIBERAMENTE;

- VISTO CHE QUESTO SITO SI IMPEGNA A FARLO NELLA MASSIMA TRASPARENZA E FAVORENDO IL MASSIMO COINVOLGIMENTO POSSIBILE DELLA COMUNITA' SCIGGHITANA (CHE TROVASI DENTRO E SOPRATTUTTO FUORI DAI CONFINI COMUNALI);

- VISTO CHE IL PRIMO INVITO RIVOLTO 'I 'NA RICCHI VI TRASIU E 'I L'ATRA VI NISCIU;

PREGA DI PRENDERE GENTILMENTE NOTA DI QUANTO SEGUE.

ZZICATAVILLU NTA MPIGNA 'NDURUTA

SI AVVISANO I SIGNORI MALICOMMENTATORI CHE NON VERRANNO PUBBLICATI COMMENTI IN FORMA ANONIMA, RECANTI CONSIDERAZIONI A ROTA LIBIRA, CHE POSSANO RISULTARE OFFENSIVE NEI CONFRONTI DI CHIUNQUE..
COLORO CHE VOLESSERO ESPRIMERE UN'OPINIONE SUI TEMI CHE TRATTIAMO SEMPRE CON IL SORRISO SULLE LABBRA (ANCHE QUANDO SIAMO 'NCAZZATI NIRI), SONO INVITATI A VOLER PREVENTIVAMENTE DECLINARE, SENZA PAURA NE' VIRGOGNA, ALMENO IL PROPRIO NOME.DI BATTISCIMU, OPPURE IL NOMIGNOLO O LA NGIURIA CON LA QUALE SONO COMUNEMENTE CANUSCIUTI.

'U Nonnu

24 marzo 2007

MALAVIRUTA!








  • L'appuntamento era stato fissato per le ore 18 di oggi al bar di Favazzina. Lo stesso Sindaco, appena tre o quattro giorni prima aveva avvisato con appositi manifestini (che potete vedere nella pagina dedicata alla questione elettrodotto) che si sarebbe parlato delle “Tematiche di Favazzina”.

Arrivo in leggero anticipo ma noto da subito che c'è qualcosa di strano. Chiedo lumi al proprietario del bar, il quale mi informa che l'incontro è stato rinviato. RINVIATO!!!????

Mi indica infatti sempre il medesimo manifesto, sul quale, cu 'na pinna BIC la data dell'incontro è stata spostata a sabato 31 marzo alle 18:00

Pare che lo “slittamento” fosse stato comunicato fin da giovedì (cioè subito dopo aver affisso i manifestini) e che il proprietario del bar [chi nicchi e nacchi cu l'amministrazioni? E' stato forse nominato portavoce ufficiale per Favazzina?], fosse stato incaricato di passari vuci!

Ma vogliamo scherzare? Lasciamo perdere il luogo che si era scelto, senz'altro poco opportuno, ma adesso le cose stanno prendendo una piega davvero tragicomica.

Decenza istituzionale ed un minimo di educazione avrebbero voluto che il Sindaco -una volta sicuro di non poter essere presente, si noti bene, per non meglio precisati impegni- incaricasse o un assessore (e tra ufficiali e ad acta avrebbe avuto sicuramente l'imbarazzo della scelta) o comunque un delegato a venire a spiegare il motivo per il quale l'incontro sia praticamente saltato.

Invece no. La gente -non solo di Favazzina, ma arrivata anche da Scilla e da Reggio, molti dei quali avevano anche spostato impegni già assunti o rimandato partenze per poter essere presenti- è rimasta allibita.

Prova ne sia che anche chi non aveva potuto essere presente negli incontri precedenti si è premurato di conoscere quanto meno i termini del problema del quale si sarebbe dovuto discutere. Tra di loro, anche il dott. Lamberti Castronuovo -che com'è noto, a Favazzina è di casa- il quale pur preso dai suoi numerosi impegni politici (in quanto candidato per le prossime elezioni amministrative reggine), ha voluto essere reso partecipe di quanto stesse avvenendo.

Ancora una volta quindi, chi ci amministra o dovrebbe farlo (visto che, alla prova dei fatti, qualche dubbio mi sorge), non ha perso l'occasione per un'altra MALAVIRUTA (e dicu pocu).

Un appunto è da fare comunque anche ai rappresentanti della minoranza in Consiglio comunale. Sicuramente, la loro presenza all'incontro in qualità di consiglieri comunali non avrebbe avuto senso, dopo che il Sindaco non ha accolto la loro richiesta di convocazione del civico consesso cittadino. Tuttavia, la presenza anche di uno solo di loro, come semplice cittadino scillese, sarebbe stata di certo gradita ed apprezzata.

Non vorrei passare per agitatore o fomentatore di folle, non lo sono mai stato né tanto meno ci tengo a esserlo o a diventarlo. Mi limito solo ad osservare che un tale comportamento, non fa che aumentare la rabbia di cittadini che si vedono letteralmente snobbati e, ancora peggio, presi in giro da un modo di fare di certo poco ortodosso e, per di più, politicamente controproducente.

Perché si ricorre a dei mezzucci di tal genere per prendere tempo ed evitare un dialogo, un confronto civile, sereno e democratico con i cittadini?

Perché, invece di illustrare chiaramente le motivazioni di una scelta, si preferisce restare muti e sordi (o quasi) a una richiesta pienamente legittima avanzata dalla popolazione?

Perché negare alla gente la possibilità di avanzare le proprie proposte? Di avere chiariti i propri dubbi e le proprie paure (fondate o meno che siano)?

Sono queste le domande che ho sentito tra la gente. Tutti noi lì presenti, avremmo preferito avere delle risposte dal nostro Sindaco, cioè da colui che -in quanto scigghitanu- in occasioni importanti che vedono il nostro paesino al centro di eventi di portata nazionale -com'è questo della costruzione dell'elettrodotto “Sorgente-Scilla-Rizziconi”- può e deve tutelare gli interessi della nostra comunità in tutte le sedi istituzionalmente preposte a dare i relativi pareri.

Al contrario, questo comportamento, non fa che alimentare dubbi, perplessità, paure e -anche se il 2000 è passato da un pezzo- male pensate del genere: “Cu sapi chi nc'è sutta!?”.

Vorrei proprio che non si continuasse su questa strada, ma si fosse capaci di affrontare il problema una volta per tutte in maniera unitaria -cittadini e Amministrazione- perché si possa arrivare a concordare una soluzione che sia davvero condivisa da tutti gli scillesi e che, proprio per questo, possa essere sostenuta e fatta pesare in tutte le sedi decisionali.


P.S. : Varda casu!, sabato prossimo, 31 marzo, allo stesso orario, è già fissata (questa sì, da tempo), un convegno organizzato dall'Associazione portatori di San Rocco, dall'ADSPEM e dalla F.I.D.A.S., con contestuale presentazione di un libro sulla vita di San Rocco, alla quale credo il Sindaco sia stato invitato a partecipare.
Mi auguro che l'evento -pur importante ma sicuramente delegabile ad altri rappresentanti dell'Amministrazione comunale- non costituisca motivo per un'ulteriore dilatoria assenza.Il nostro Santo Patrono la perdonerebbe, i cittadini -in particolare quelli di Favazzina- in quanto uomini e donne comuni mortali peccatori, troverebbero molta difficoltà a farlo.


23 marzo 2007

TERRA CHIANA!



FINIRU!
Le ruspe e le motopale hanno ultimato la distruzione dell'ormai buonanima dello Scoglio d'Ulisse, radendo al suolo le strutture esistenti, come documentato nel post di giorno 12 u.s.
A dir la verità, l'operazione è stata portata a termine in pochi ghiorni, a parte qualche imprevisto (comu 'a chiavi ru catinazzu chi non si truvava), ma un po' di tempo in più è passato per sgomberare completamente le macerie prodotte, lasciando così solo TERRA CHIANA!
L'altro ieri, erano nuovamente presenti in paese sia i tecnici del Genio Civile -opere marittime, sia alcuni rappresentanti della Capitaneria di Porto. Ho motivo di ritenere che abbiano informato il Comune che il lavoro è stato portato a termine:missione compiuta!
Bella missione demolire quelli che in scigghitano chiamiamo comunemente "casaleni", di proprietà dello Stato!
Fatto sta che adesso, il sito (non virtuale ma molto reale) in oggetto è adesso nu 'llargatu 'i terra ed è praticamente esposto direttamente alle onde del mare il quale, s'avissi a 'nchianari n'atra vota, come è capitato solo 40 giorni fa (a propositu: i muntarozzi e le trincee di sabbia, aund'erunu sunnu!), non troverebbe davanti a sè alcun ostacolo per fare MARI CHIANU in primis delle barche solitamente tirate nello scalo d'alaggio del porticciolo.
Sicuramente però, si confida nel fatto che è ormai arrivata la primavera e che, statisticamente, il verificarsi di un'altra mareggiata sia ben difficile. Per intanto però, chiovi chi Diu n'a penza e la temperatura -tipicamente primaverile- oScilla tra gli 8-14/15 °C. Incrociamo le dita.
Quel ch'è fatto è fatto, dunque. Credo sia legittimo però porsi alcune domande:
  • se è vero -come hanno riferito anche i quotidiani nazionali- che l'area sarà riqualificata, che sistemazione s'intende darle, con particolare riferimento all'angolo fino a pochi giorni fa difeso dallo Scoglio?
  • il Comune -che crediamo sia stato doverosamente informato dell'intervento effettuato, poiché la struttura insisteva sempre sul suo territorio- che idea ha al riguardo? Quali sono i suggerimenti che ha dato, alla luce di una nuova possibilità di sfruttamento di questa parte dell'ambito portuale?
  • Nella nuova destinazione che s'intende dare, si è tenuto conto che vi è già in corso di definizione (tramite diversi incontri avvenuti in conferenza dei servizi, tra le varie amministrazioni interessate) un progetto di allungamento del molo? Come si inserisce questo nuovo spazio recuperato all'interno di questo progetto?
Sono semplici interrogativi che il cittadino comune si pone e ai quali -si spera- verrà data risposta in breve tempo. Staremo a vedere.
Infine, vi lascio un'ultima riflessione: vuoi vedere che s'è fatto passare un vecchio rudere per "ecomostro", perché era l'unica possibilità -approfittando dell'anima ambientalista delle attuali istituzioni governative a livello nazionale e regionale-di ottenere quei finanziamenti da tempo invocati e finora mai concessi per recuperare una struttura portuale che doveva essere -non dicu assai- a livello di Portofino? Se non il Comune, almeno il tempo ce lo dirà.

21 marzo 2007

I CANCEDDHI 'I GIUFA' E I VENDITORI DI ...COPERCHI

Con un'articolata richiesta presentata oggi al Sig. Sindaco del nostro comune, circa un centinaio di cittadini scillesi (per la precisione sono 106 i firmatari, oltre quelli che hanno firmato la nostra petizione on line), hanno chiesto di poter “essere resi partecipi della situazione progettuale” dell'elettrodotto “Sorgente-Scilla-Rizziconi”, così come peraltro espressamente previsto dall'art. 6 della bozza di protocollo d'intesa approvata con la delibera del 26 gennaio u.s.
Tale richiesta, ripropone molti dei temi che si erano illustrati nei post dei giorni scorsi e che potete leggere nell'apposita pagina del nostro sito.
Secondo quanto è stato possibile sapere, il sindaco avrebbe già programmato un'apposita riunione che si svolgerà a Favazzina sabato 24 marzo alle ore 18:00 -presso i locali del bar.

A tal proposito, permettetemi però di fare alcune considerazioni.

Premesso che il fatto che si parli del problema è positivo se consideriamo che da quando questa storia è iniziata (anno 2004) è la prima volta che ciò accade, non può non porsi in risalto un aspetto della questione che è un ulteriore indice del grado di civiltà che si registra nel nostro paisuzzo.

Avevamo infatti annunciato che era stata avanzata apposita richiesta per la convocazione di un Consiglio Comunale aperto al pubblico e dedicato a questo tema che sta diventando sempre più spinoso. Orbene, il sindaco ha ritenuto che questa convocazione non fosse necessaria, tanto che il Consiglio Comunale si è riunito sì, ma per parlare di tutt'altre questioni (per carità, sempre importanti: l'aumento dell'ICI sulla prima casa, la revisione di alcuni regolamenti comunali, ecc.) e ha ritenuto che per parlare del problema riguardante anche (ma non solo) Favazzina, sarebbe stato sufficiente programmare una semplice riunione...a domicilio.

Siccome cerco sempre di trovare il lato umoristico delle cose, ho pensato che questa scelta fatta dal nostro sindaco sia stata dettata dal fatto che l'estensione urbana della nostra frazione marina è notoriamente limitata, tanto che quand'eravamo figghioleddhi ripetevamo a cantilena: Favazzina, quattru casi e 'na cantina! Così, ha preso due piccioni con una fava: parla di un problema che sta “elettrizzando” tutti e, nel contempo, tramanda ai più giovani le nostre tradizioni.

Vorrei però semplicemente far notare che tra i numerosi firmatari della lettera (e della petizione, che sarà portata in sede di riunione), non ci sono solo favazzinoti e/o persone che hanno la casa a Favazzina, ma ci sono anche molti cittadini residenti a Scilla centro. Questo dimostra solo una cosa: il problema elettrodotto non riguarda Favazzina oppure Melia o Solano, L'ELETTRODOTTO E' UN'OPERA CHE INTERESSA SCILLA, intesa ra Marina finu a Nardeddhu e 'i San 'Grioli a' Chiusa!

Per questo -e per nessun' altra ragione- ritengo che una discussione così importante -perché ha implicazioni dirette sull'assetto urbanistico, sociale ed economico dell'intero territorio comunale e sul suo (e quindi nostro) futuro- si sarebbe dovuta tenere in un luogo solo a ciò deputato: il Consiglio Comunale.

Invece no, si è preferito andare a parlarne a Favazzina, al bar (!), magari sorseggiando una buona granita.

E se, mettiamo caso, la medesima richiesta fosse stata avanzata -come peraltro sarebbe legittimo- principalmente dai cittadini di Melia? Si andava a parlare tutti o' friscu, sutt' a 'n peri 'i castagnara?
E se invece l'iniziativa fosse partita da Solano? Se ne parlava a menz' e 'ncannati ri fasciolari?

No, secondo me non è questo il modo. Non viviamo a compartimenti stagni, sarà un luogo comune ma è vero: non è cchiù comu a 'na vota, quandu a Mulia si 'nchianava a peri e a Sulanu si iava cu sceccu.

Oggi, se succede qualcosa in Afghanistan, lo sappiamo a Scilla dopo 10 secondi, basta solo un clic su internet. E allora, come potremmo-noi che viviamo nel centro urbano- non essere interessati a ciò che succede a Favazzina, Melia o Solano? Il solo pensarlo sarebbe quanto meno, poco intelligente.

E allora basta, finiamola di tenere tutto in un ambito ristretto; finiamola di comportarci come Giufà, che voleva evitare che le mosche entrassero nella sua proprietà, chiudendo il cancello!

Per evitare che lo sappiano i vicini, potremo chiudere il cancello prima a Favazzina, poi a Melia, poi a Solano e via di seguito...ma finiremo per avere il comune infestato di mosche.

Lo ripeto:il fatto che finalmente si parli di questo benedetto elettrodotto è estremamente positivo. Dispiace però vedere che un problema così serio, venga trattato dai politici cittadini con un atteggiamento che piuttosto che da amministratori, intesi cioè come rappresentanti del popolo scillese tutto, mi sembra sia più da rappresentanti semplici, come quelli (non me ne vogliano codesti pazienti lavoratori), che vanno bussando di porta in porta, per vendere le pentole e, naturalmente, i relativi coperchi!



INVITO AI MALANAVIGANTI

Scusate se non sono intervenuto prima.
Abbiamo ospitato sul blog e sul nostro sito alcuni commenti anonimi in risposta all'articolo intitolato CATINAZZU 'I PORTA!
Nonostante il nostro malanovamaster abbia invitato il suddetto anonimo a qualificarsi, esso medesimo ha risposto con altro commento ulteriormente anonimo.
Mi corre l'obbligo -e avverto l'esigenza- di precisare e ribadire che fin dall'inizio -cioè da più di un anno e mezzo- abbiamo inteso il sito come se fosse una vera e propria chiazza i San Roccu virtuale, dove ognuno può accedere e scambiare commenti, frizzi, lazzi e opinioni varie con tutti e nei modi più svariati (blog, forum, chat, ecc.). Il tutto senza offendere o nascondere niente a nisciuno, ma solo con tanta sana ironia e genuina simpatia.
Mi rivolgo dunque a questo anonimo amico/a.
Penso che anche tu sei scigghitano/a, visto che scrivi in parte anche in dialetto, come è costume malanovistico. Siccomu a Scilla ndi canuscimu tutti, che problema c'è a dire chi sei o meglio, a cu' 'pparteni?
Non penzu chi se cali nta piazza mi t'incuntri cu l'amici, scindi cu nu passamontagna! Di che ti vergogni? delle tue opinioni? E allura, chi scrivisti a fari? Se non ti virgogni e hai 'a facci cchiu dura i ddha 'n terra, fai come noi!
Infattamente, che dovremmo dire, di coloro -cioè noi medesimi di pirsona pirsonalmente-che ogni giorno su questo malanovissimo sito, stracataffottendosene di quello che può pensare la gente, ci mettono allegramente, spensieratamente e rispettivamente: il pizzetto misterioso (chi però si canusci ra ringia); i capelli (finto-parrucchino ma "Michelaaaaaaangioleschi" davvero); la schina bampata (dal sigaro che -com'è notor- il tizio in quistioni [conosciuto in tutti i vineddhii ra Bastia] non è mai stato solito fumari).
Si rimane in attesa di cortese risposta identificatoria.
Per intanto, vi salutu e ....tornu ch' i peri a' conca.
'U Nonnu

12 marzo 2007

CATINAZZU 'I PORTA!

PARTIRU!
Questa mattina, iarmati di ruspi e motopali, si è data inizio alla demolizione dello Scoglio d'Ulisse, ormai (ahinoi) meglio conosciuto alle cronache come l'ecomostro (finto) di Scilla!
Passaia giustu giustu un paio d'orate fa (quelle d'orologio però, non cunfundimu) e la ruspa demolitrice era ancora in loco.
In pratica, hanno parzialmente demolito uno dei due manufatti esistenti, per la precisione quello più interno, mentre non hanno potuto fare niente per quello ubicato in prossimità della strada. Il motivo? Semplice: truvaru 'a porta chiusa!
Ebbene sì, cari amici, come in tutte le cose, anche nelle più serie, c'è sempre la parte comica e poiché -mi scusassero tanto gli ambientalisti- questa dell'ecomostro scigghitano è una favola...raccontata male, non mi meraviglia il fatto che si debba assistere a qjueste scenette, degne dei migliori film di Totò o Alberto Sordi. Anzi, ora chi nci penzu, ve la ricordate la scena di "Amici miei", quando i protagonisti s'inventano un fantomatico e poco credibile intervento per raddrizzare la torre di Pisa? Ecco, oggi a Scilla pare si sia assistito a una roba simile.
Si cugghiru tutti: Capitaneria, Geniu Civili, ecc., armati come detto di motopale e affini. Hanno cominciato con la parte ridotta peggio e più accessibile, visto chi...non aviva porti! (vedi foto)
Arrivati però al così detto "casotto" in muratura ubicato a ridosso del muro di protezione, le nostre truppe scelte si sono dovute arrendere, trovandosi davanti a nu... catinazzu! (arivedi foto midesima)
A parte le comiche, a quanto è stato possibile ricostruire dalle testimonianze raccolte in giro, ioncrociate con quanto mi è capitato di sentire personalmente (per puro caso) stamattina, sono in corso verifiche amministrative allo scopo di appurare chi e con quale titolo sia in possesso 'i 'sti biniritti chiavi ru ....catinazzu!
Ne sapremo certamente di più nelle prossime ore. C'è da scommettere che prima o poi, troveranno il sistema di aprire 'sta/stu catinazzu 'i porta!

11 marzo 2007

'A VIGNA RU ZI' MICU

E' proprio vero, la storia si ripete.

All'epoca della realizzazione del metanodotto, erano sorte numerose polemiche circa l'opportunità di ubicare detti impianti in un'area a “vocazione” turistica come quella di Favazzina. Tante discussioni però non sono servite ad evitare la realizzazione dell'impianto in quel sito così particolare.

Per giunta, al danno, si aggiunse la beffa: il Comune di Scilla -costretto ad uscire dal Consorzio Calabria 30 che gestiva l'erogazione del metano per via della grave situazione debitoria in cui versava all'epoca- è rimasto l'unico dell'intero circondario a non poter usufruire del prezioso ed economico gas! In più, oltre al fatto che la linea proveniente dall'Africa ndi passa praticamenti nte mussa, gran parte del territorio di Melia è rimasto letteralmente avviluppato in un groviglio di tubazioni metanifere, senza che le nostre case potessero mai essere scaldate come quelle del resto dell'Europa.

Adesso, la stessa cosa sta per ripetersi con la costruzione del nuovo elettrodotto.

Detto già di quanto si prevedeva nel rapporto della TERNA per gli anni 2004-2005, dalla lettura dei Piani di Sviluppo relativi al 2005 e al 2006, nascono alcune considerazioni.

  1. Anche se il progetto ha già ottenuto alcune autorizzazioni con la normativa preesistente (vedi iter burocratico), poiché l'ultima variante presentata è del marzo 2006, secondo quanto previsto dall'art. 16.7 del D.Lgs n° 190/2002, la società TERNA ha deciso di avvalersi delle nuove procedure di valutazione ivi previste, tra le quali la V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) da attuare in concertazione con tutti gli Enti territoriali interessati. Da qui il ritardo accumulato per il relativo completamento dell'iter autorizzativo, che fa slittare la previsione di completamento dell'impianto dal 2009 al 2010.
  2. Le linee a doppia terna -che dovrebbero essere utilizzate nel nostro tratto- sono (a detta della TERNA) quelle più affidabili tecnicamente e meno dannose dal punto di vista dell'inquinamento elettromagnetico. A tal proposito, è bene rimarcare che per la determinazione delle relative fasce di rispetto, ci si avvale di una metodologia di calcolo provvisoria, definita dal Ministero dell'Ambiente con una...lettera (!) [vedi Piano di Sviluppo 2005]
  3. Allo stato attuale, è stato quindi identificata quella che viene definita “fascia di fattibilità”, che è quella che conterrà praticamente il tracciato definitivo. Il tutto, previa identificazione di una zona di territorio -dicono- esente da criticità (sicuro?!), in accordo anche con gli Enti gestori di eventuali “interferenze” [art. 5 D.Lgs. n° 190/2002] presenti sul territorio. Nel caso di Favazzina, significa: parere favorevole da parte della S.N.A.M.
  4. Nei Piani di Sviluppo sia del 2005 che del 2006, si sottolinea che la realizzazione di questo tratto di elettrodotto rappresenta uno degli interventi di maggiore rilevanza per l'intera rete, in quanto situato in uno dei punti di maggiore criticità della rete nazionale. In particolare, si punta a “rendere possibile un consistente incremento della capacità di trasporto fra la Sicilia ed il Continente, atteso che “...Altro fenomeno destinato ad accrescersi nel lungo periodo è quello che prevede una tendenza dei flussi sulla rete a 380 kV con significativi transiti dal Centro-Sud verso il Centro-Nord del Paese.” ....”..dagli impianti di generazione verso gli impianti di prelievo destinati ad alimentare le utenze.
  5. A ciò si aggiunga che la linea attualmente esistente è ridotta in condizioni a dir poco pietose, tanto che “...oltre il 40% dell’energia non fornita (ENF) in occasione di disservizi riguarda le regioni del Mezzogiorno e le Isole e che la sezione Sicilia-Calabria risulta frequentemente satura in entrambi i versi.” ...In Calabria sono prevedibili problemi per l’alimentazione della parte meridionale della regione,attualmente alimentata dalla sola stazione di Rizziconi e caratterizzata da una bassa qualità del servizio di distribuzione.” Pertanto, il collegamento diretto tra la Sicilia e il continente -tramite il punto di snodo di Scilla- è l'intervento più significativo da attuare a breve termine.
  6. Dal confronto tra i due citati Piani di Sviluppo, un'altra cosa salta subito all'occhio. La denominazione dell'elettrodotto, originariamente era Elettrodotto a 380 kV “Sorgente-Rizziconi”, mentre nel 2006 è stato modificato in Elettrodotto a 380 kV “Sorgente - Scilla – Rizziconi”. Come ben si comprenderà, non è una semplice differenza semantica. Tale nuova denominazione è invece estremamente indicativa del fatto che Scilla diventa un punto di snodo primario. Infatti, la TERNA afferma esplicitamente che: “...attraverso la nuova stazione di trasformazione di Scilla, permetterà di migliorare la qualità del servizio nella Calabria meridionale.[vedasi pagg. 8, 11 e 12 del P.d.S. 2006 e art. 3 del Protocollo d'intesa]. Forse è per via di questo ruolo di primo piano svolto dal nostro paesello, che la stessa TERNA (e per essa il Ministero) indennizzerà il Comune con una cifra considerevole. Per la cronaca, si parla di circa € 1.400.000,00 ma di questo e di molto altro (come descritto in seguito) nessuno ha precisa contezza.
  7. L'obiettivo dichiarato che si intende raggiungere è dunque quello di produrre energia (in un prossimo futuro soprattutto di natura eolica) in Sicilia e Calabria e di convogliarla poi prima al Centro e poi al Nord, dove si concentrerà gran parte della richiesta nei prossimi anni.

Lasciando da parte le pur legittime considerazioni relativamente alla questione Nord-Sud, è evidente che di fronte a cotante motivazioni, non si può non inchinarsi al superiore interesse nazionale.

Tant'è che nella bozza del protocollo d'intesa approvato dal Comune, all'art. 6 si afferma che “Gli stessi Enti si impegnano a confermare, nell'ambito della Conferenza dei Servizi e della procedura di VIA o procedura analoga che risultasse più celere, il parere positivo espresso nell'ambito del presente Protocollo di intesa attraverso la fornitura di tutti gli atti, autorizzazioni e quanto altro previsto dall'iter autorizzativo, nonché per tutti gli ulteriori adempimenti necessari per la realizzazione ed esercizio delle opere”.

In parole povere: non sulu nd'aviti a cunzari 'a tavula, ma nd'aviti a dari puru l'ogghiu, 'u rriniu, 'u sali, ecc. mi cunzamu 'a 'nzalata!

Siccome simu calabrisi,di notoriu carattiri ospitali, verrebbe da dire: parenti ra zzita? Trasiti!

Pertanto, uno dei primi adempimenti che il Comune dovrà fare -poiché espressamente previsto dalla Legge (art. 3.7 D.Lgs. n° 190/2002)- è provvedere alla variazione del Piano Regolatore vigente (approvato di recente), recependo le indicazioni progettuali e prevedendo le necessarie misure di salvaguardia delle aree impegnate dall'esecuzione dell'opera e delle relative fasce di rispetto (di cui s'è detto al n. 2).

L'unica “scappatoia” possibile, considerato lo stato dell'arte e i margini di manovra alquanto ristretti, è che gli organi statali competenti (citati nell'art. 4 della Delibera consiliare), prendano atto che all'interno della fascia di fattibilità considerata, esistono di fatto delle condizioni strutturali ed ambientali di rilevante entità, tali da riesaminare almeno in parte quanto già stabilito.

Ci riferiamo in particolare:

  • Nel caso di Favazzina, all'estrema vicinanza degli impianti del metanodotto. Il connubio metanodotto-elettrodotto, qualora non attentamente esaminato, potrebbe rappresentare una fonte di pericolo non indifferente. Non si conoscono, al riguardo, le valutazioni fatte dalla SNAM in qualità di proprietario di un'opera d'interferenza con il realizzando elettrodotto, come esposto al punto n. 3 .
    Altre naturali riserve si nutrono con riferimento all'ambiente marino e dei fondali e della probabile influenza che i cavi sottomarini eserciteranno sul loro ecosistema, in particolare nelle vicinanze dell'approdo alla terraferma.

  • Melia (ov'è ubicata la centrale di smistamento) e Solano (attraversamento), continueranno a essere “segnate” dalle tracce dei fili dell'elettrodotto, dei tralicci (alti “solo” 11,5 mt.) e delle relative fasce di rispetto. Viste sulla carta, esse danno l'impressione -senza timore d'esagerazione- di vere e proprie “frustate” ricevute da un ambito territoriale che dopo la recente approvazione dell'adeguamento dello strumento urbanistico si era pensato di valorizzare, con la previsione della possibilità di realizzazione di insediamenti turistici.
A tal proposito è chiaro e lampante che il Comune di Scilla oltre ad approvare la Delibera con ampio ritardo (l'approvazione sarebbe dovuta avvenire entro il 10 Novembre 2006, invece è del 26 Gennaio di quest'anno!), è altresì inadempiente rispetto a uno degli impegni di sua esclusiva competenza, come previsto dal più volte citato Protocollo di intesa all'art. 6.2: “Gli Enti [sottoscrittori dell'atto]...si impegnano a...favorire la realizzazione delle opere... anche mediante la diffusione preventiva delle informazioni sugli approfondimenti svolti e sui contenuti del presente Protocollo di intesa, per prevenire e dirimere ogni conflitto territoriale e sociale dovesse sorgere.

Se il Comune si fosse premurato di mettere al corrente la cittadinanza di tutti gli aspetti di una questione di così ampia rilevanza, i due aspetti sopra legittimamente evidenziati, molti dubbi, molte perplessità e, diciamolo, molte paure (che magari a cose fatte si riveleranno infondate), sarebbero stati discussi e risolti con la piena presa di coscienza da parte di tutti.

Mi tornano in mente le parole di un signore di Melia, naturalmente ignaro di tutto.

Qualche giorno fa, mi riferiva di aver proceduto abusivamente al modesto ampliamento di un fabbricato di sua proprietà, perché deve maritare la figliola. Gli ho allora chiesto perché non avesse presentato il progetto e mi ha risposto: in teoria, la mia proprietà è in zona edificabile, ma non è possibile fare l'ampliamento per via del fatto che essa ricade nella zona di rispetto dell'elettrodotto [quello già esistente]. Non vi dico che faccia ha fatto quando l'ho messo al corrente del nuovo progetto!

Dunque, assodato che questo elettrodotto s'ha da fare, poiché come ho detto, la storia si ripete, non può non tornare alla mente il famoso “Obbedisco!” di garibaldina memoria.

Sarebbe opportuno però che il cittadino fosse messo in condizioni di “obbedire” sì ma con coscienza di ciò che gli accade intorno, avendo effettiva contezza di tutti gli aspetti legati a un'operazione di siffatta portata.

Così facendo, come peraltro prevedono tutti gli strumenti legislativi in vigore e com'è nelle intenzioni (rimaste nel caso scillese sulla carta) della società costruttrice, il cittadino si vedrà coinvolto e reso partecipe della scelta che si andrà a fare.

Se questa presa di coscienza -come già avvenuto in passato per il metanodotto (anche se allora era un'altra epoca, anche dal punto di vista legislativo)- viene resa impossibile (per trascuratezza, incapacità o altro...), il cittadino percepirà il fatto solo ed esclusivamente come un danno personale.

Sì, quel signore di Melia e tutti coloro che saranno direttamente o indirettamente interessati dalla costruzione dell'elettrodotto, si sentiranno come se la loro proprietà (cui, per disgraziata natura di meridionali, siamo morbosamente attaccati), venisse violata quasi impunemente e venisse a trovarsi alla mercé di chiunque (non importa se dotato di risorse economiche più o meno cospicue), propriu comu fussi....'a vigna ru zi' Micu!


08 marzo 2007

Scilla, il suo Castello .... di debiti e ...lo Spirito Santo!

Preso dal rapido susseguirsi degli eventi, avevo lasciato da parte altri argomenti che, sicuramente, potranno costituire spunto di riflessione. Eccovene alcuni

Sappiamo tutti che il Castello (ex) dei Ruffo costituisce un patrimonio per il Comune. Ecco un assaggio del "peso patrimoniale" dell'antico maniero.

Dal B.U.R.C. del 23 febbraio, risulta che "per la gestione e valorizzazione dei Castelli Storici" sia stato assegnato al nostro Comune un contributo di € 53.750,00 che verranno però erogati "previa presentazione del piano finanziario illustrativo degli interventi che si intendono realizzare...".

Sempre dalla stessa fonte, si viene a sapere che la Società Cerere S.c.a.r.l. -che nel 2004 aveva presentato un progetto per la valorizzazione e servizi innovativi per la fruizione degli ambienti del castello scillese a fini espositivi (costo € 101.341,79)- si è vista riconoscere a tal fine (in base a una convenzione stipulata con la Regione), un contributo totale di € 60.805,07 (pari al 60% dell'intera somma preventivata).
Mi chiedo -e chiedo a chi di competenza:
  1. Come sono stati utilizzati i soldini ricevuti da questa Società?
  2. Che ritorno economico ha avuto il paese di Scilla dalle esposizioni realizzate al castello?
  3. Come si intende utilizzare quest'ulteriore finanziamento ricevuto (più di cento milioni della vecchia moneta)?
Sarebbe opportuno, nonché normale regola civile, che i cittadini ne fossero informati.

Ma, nonostante tanta "beneficenza", vi sono tre indizi che non fanno stare molto allegri.

INDIZIO N° 1 -Da quanto si è appreso -prima da fonti politico-istituzionali e poi dagli organi d'informazione locali- pare che sul Comune incomba nuovamente lo spettro del dissesto. No, stavolta non è un mamao qualsiasi, ma è la cruda e (soprattutto) nuda verità.
Da vari conteggi di bilancio effettuati, è venuto fuori che il Comune scigghitano ha un'esposizione debitoria (in puro linguaggio burocratico) che con buona approssimazione è vicina ai 5 milioni di Euro.

INDIZIO N° 2 -Per quanto a conoscenza del sottoscritto, non risulta che il Comune o meglio l'Amministrazione, abbia contestato i dati di cui sopra (come aveva fatto, per esempio, nel periodo pre elettorale), il che suona come un vero e proprio "silenzio-assenso" al riguardo.

INDIZIO N° 3 - Per la serie "u cani muzzica sempri o' strazzatu", è proprio di ieri la notizia (sempre diffusa da giornali locali) che la Corte dei Conti di Catanzaro abbia avviato un'indagine a campione su alcuni comuni calabri. Tra di essi, unico della provincia reggina, c'è proprio Scilla (e ti pariva! Iamu ca furtuna!).

Se tre indizi fanno una prova...!!!

Ora, considerato che la popolazione totale (centro urbano più frazioni), oscilla intorno alle 5.000 unità, una semplice divisione ci permette di ricavare un dato chi ndi faci rizzari 'u pilu: ogni soggetto che risulta residente nella perla calabra in riva allo Stretto e che paga (o meglio, dovrebbe pagare) le tasse, ha sulle proprie spalle un debito che -centesimo più, centesimo meno- si aggira intorno ai 1.000 Euro!

Non tutte le notizie sono però così negative.

Sul medesimo B.U.R. , è stato pubblicato il Decreto n. 16133 del 29.11.2006, dal quale si apprende che con delibera del CIPE n° 20/2004 è stato disposto il finanziamento di € 300.000,00 per il restauro conservativo della Chiesa dello Spirito Santo a Marina Grande, inserita nell'ambito degli itinerari religiosi della Regione.
E' stata quindi predisposta un'apposita concessione, con lo stanziamento del primo anticipo, pari a € 90.000,00.
Dell'importo totale, la somma di € 240.000,00 è per i lavori da effettuare, la restante parte sono somme definite "a disposizione" (per spese, IVA e imprevisti). Il tempo previsto per l'esecuzione delle opere è di un anno e mezzo.

Che lo Spirito Santo illumini i nostri amministratori (sempri se trovunu a cresia 'perta)!!!

07 marzo 2007

A TAVULA CUNZATA

Grande stupore, misto a rabbia e poi fermento (tardivo?), ha suscitato la notizia secondo la quale, il territorio del nostro Comune verrà interessato dall'attraversamento di un nuovo elettrodotto.
Si tratta dell'elettrodotto (a 380.000 V) che da Rizziconi porterà la corrente in Sicilia, precisamente fino a Milazzo.
In particolare, grazie alla parte di percorso che più c'interessa, proprio il nostro Scigghio farà da trait d'union tra la Trinacria e il continente europeo. Infatti, i cavi che si dipartiranno dalla centrale elettrica di Sorgente (nei pressi di Milazzo), attraverseranno i fondali dello Stretto di Messina e, dopo questa bella 'nnatata in apnea, rivedranno la luce del sole e si poseranno sulla terraferma (o quasi), indovinate un po' dove? A Favazzina!
Eh sì, proprio a Favazzina. Per l'esattezza, giusto nei pressi del metanodotto gestito dalla S.N.A.M. .
La società che costruirà l'elettrodotto è la TERNA, nata dalla fusione con la GRTN [vedasi interrogazione parlamentare e rapporto relativo agli anni 2004-2005], una società che -stando sempre allo stesso rapporto 2004/05- gestisce i 2/3 del mercato nazionale dell'energia, per un giro d'affari -senti e trema!- di circa 12 miliardi di Euro [quasi 1/3 dell'ultima manovra finanziaria].
In sostanza, i suddetti cavi dovrebbero sbarcare sulla spiaggia di Favazzina, quindi verrebbero “intubati” in galleria -praticamente parallela a quella già esistente per il metanodotto- e condotti alla centrale elettrica di Melia. Da qui, si dipartirebbe quindi il tratto aereo -costituito da fili sospesi su tralicci alti 11,5 mt. dal suolo (quasi 'na casa a quattro piani)- che attraversando sia la stessa Melia che Solano Superiore, proseguirebbe poi verso Nord, fino a Rizziconi. Da Rizziconi, 'sti famosi cavi raggiungeranno prima Feroleto e poi, infine, il paese di Laino.
Per quanto rilevabile dagli atti ufficiali è indubbio che l'opera rivesta una grossa importanza sotto tutti i punti di vista. Inoltre -secondo quanto afferma la stessa società esecutrice nell'illustrare il metodo di lavoro- dovremmo pensare che siano state ben valutati tutti gli aspetti inerenti la conformazione idrogeologica e l'assetto urbanistico e
generale del territorio, le infrastrutture e gli impianti ivi già presenti.
Saremmo portati a pensare che questo progetto -che nonostante la storia alquanto travagliata [vedi interrogazione parlamentare da pag. 5] sia il frutto di "...processi di concertazione e collaborazione preventivi..." che "... hanno permesso di raggiungere soluzioni di sviluppo concordate con gli Enti Locali...", successivamente sfociate: prima nell'Accordo di Programma con la Regione Calabria del 2004 (per l'applicazione del metodo di Valutazione Ambientale Strategica, in ogni caso propedeutica alla Valutazione d'Impatto Ambientale); poi nel protocollo d'intesa siglato tra la società TERNA, la stessa Regione, la Provincia di Reggio Calabria e i Comuni interessati (otto, tra i quali Scilla), sottoscritto nel 2006.
Detto protocollo d'intesa è stato quindi approvato dal Consiglio Comunale del nostro Comune con Delibera n° 4 del 26.01.2007.
Leggendo la delibera consiliare [vedi allegato], nell'art. 4 del protocollo d'intesa viene definita la cosiddetta “fascia di fattibilità” del tracciato:
"Tale fascia rappresenta la soluzione condivisa tra gli Enti firmatari del presente Protocollo di intesa per la localizzazione dell'opera in programma. Essa costituisce pertanto presupposto ed indirizzo nello Studio di Impatto Ambientale, per l'individuazione di diversi tracciati alternativi, in accordo con il D.P.C.M. 27.12.1988 e per la progettazione delle opere.
La localizzazione dell'opera all'interno della fascia di fattibilità condivisa tra gli Enti firmatari del presente Protocollo di intesa, sempreché ritenuta compatibile dagli organi statali competetenti, potrà subire lievi modifiche in relazione ad eventuali specifiche esigenze di natura tecnica che potranno emergere nel corso dell'iter autorizzativo."

Nel successivo art. 5, si afferma poi:
"TERNA si impegna a garantire il rispetto della localizzazione delle opere, così come condivise con il presente Protocollo di intesa, nonché il rispetto delle eventuali prescrizioni che dovessero emergere nell'ambito dell'iter autorizzativo."
Da quanto sopra, si evince dunque che eventuali modifiche al percorso -salvo future prescrizioni in sede di V.I.A.- potranno essere apportate solo ed esclusivamente all'interno della fascia già individuata [vedi grafico dell'area].
La stessa società TERNA, nel tempo massimo di due anni dall'entrata in funzione della nuova linea, s'impegna comunque a dismettere le vecchie reti a 150 kV che attualmente “infestano” Melia portando l'energia elettrica fino a Villa San Giovanni.
Questa, fino a oggi, è la situazione.
All'inizio parlavamo di stupore, rabbia e fermento. Non si può non rimanere stupiti nel venire a conoscenza di un progetto così importante a circa due anni e mezzo di distanza dal primo -vincolante- accordo che lo riguardava.
Non si può non mettere in evidenza che tutte le belle parole scritte, i "4 principi di base che il GRTN si impegna a perseguire con le controparti nella concertazione ...condivisione, partecipazione, ripercorribilità e trasparenza..." sono stati mandati nascostamente a farsi strabenedire.
La popolazione scillese è stata messa davanti al fatto già compiuto, come se tutto ciò fosse accaduto di notte e perciò non si vitti.
In poche parole, è come se lo scigghitano sia tornato a casa e abbia trovato seduti nella propria stanza da pranzo degli ignoti benestanti commensali che -in cambio di un pasto abbondante con cui farlo rimpinzare a sazietà- gli hanno fatto trovare la tavola bell' e cunzata!
Di questa “concertazione” -che pure, stando sempre agli atti ufficiali, è oramai formalmente avvenuta- il cittadino comune non ha potuto sentire proprio niente, in quanto le sale dove è stata suonata questa musica erano evidentemente ben insonorizzate.
L'uomo della strada, proprio perché sulla strada, ne ha potuto così captare giusto qualche ultima nota, per di più abbastanza stonata. Ecco perché la rabbia.
In ultimo, il fermento. Anche se i termini e le modalità d'esecuzione del progetto sono stati oramai ampiamente fissati, numerosi sono i punti da chiarire e possibilmente da ridiscutere, se possibile, tra istituzioni e cittadinanza tutta.
E' quello che ci si auspica avvenga, in primo luogo nel prossimo consiglio comunale -la cui convocazione è stata chiesta dalla minoranza perché avvenga in seduta pubblica- che dovrebbe svolgersi entro i prossimi 15 giorni.

P.S. : PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI E ALLEGATI VEDI SU www.malanova.it

01 marzo 2007

SCIGGHITANS ON ICE

Sarà perché letteralmenti 'bbuffati d'acqua dopo i recenti temporali; sarà perché oramai usurati dalle sgommate col fischio (ma già alla modica velocità di 0,1 mt/h!) sopportate quotidianamenti; sarà quest'alternarsi di caddu e friddu. Sarà quel che sarà (visto ch'è periudu i Sanremu, non sacciu pirchì mi ricurdaia 'sta canzuna), fatto si è che a piazza San Rocco, si è virificato un vero e propriu sparariziu di... mattunelli!
Fu così che gran parte del "salotto" principe, luogo d'elezione del tagghia e cuggi scigghitano si è ritrovato -ra sira, a' matina- chinu chinu di transenni e nastri ianchi e russi, chi mancu nta n'albiru 'i Natali!
Non starò qui a ripetere quanto quella pavimentazione sia pericolosa, lo sanno tutti, perchè lo si sperimenta quotidianamente, con ogni condizione meteorologica, in special modo in caso di pioggia.
Il fatto che questo finomino saltarizio si sia verificato in più punti quasi contemporaneamenti dovrebbe pure indicare qualcosa, o no? Dovrebbe indicare -quanto meno- che molto probabilmente la posa in opera non è stata poi tanto corretta o che, ancora peggio, la qualità della materia prima non sia poi così eccelsa.
A tal proposito, un altro punto davvero critico e che sta costando parecchio alla comunità dello Sciglio è la scalinata che da piazza Matrice conduce alla midesima piazza San Rocco.
Sono quasi due anni -se non sbaglio- che detta scalinata è ridotta in uno stato pietoso. Si sa che c'è un progetto già pronto a partire per la demolizione della scala esistente e il suo completo rifacimento. Tant'è vero che da un bel po', all'inizio della stessa scalinata (salendo dalla Matrice), sono state apposte delle piccole luci segnaletiche.
Domanda: cos'è che blocca la partenza dei lavori? Nessuno lo sa e, purtroppo, nemmeno lo chiede.
Lo chiediamo allora tramite il nostro sito, che sappiamo essere visitato giornalmente ormai da molti amici, conoscenti e non, spiranzosi che qualcunu sappia 'n cacchi cosa.
Lungo detta scalinata, si sono verificati diversi casi di cadute a danno dei cittadini, con danni fisici e conseguenti richieste di risarcimento danni al Comune. Quanti altri femori, clavicole, polsi, ecc. dovranno luvare la furia?
Quanti soldi dovrà spendere il nostro Comune per risarcire le persone danneggiate e -non ultimo- pagare gli avvocati per le relative cause perse?
Possibile che nessuno se ne sia reso conto? Chiediamo umilmente lumi.
Per intanto, visti gli erffetti "scivolatorii" della pavimentazione della piazza, lancio questa proposta: potremmo contattare la redazione del recente programma di Raiuno dedicata alla danza sul ghiaccio, dove personaggi famosi (chi la danza sul ghiacciu non sannu mancu aundi stai 'i casa), si rumpunu l'ossa cascando allegramente per terra . Oppure, meglio ancora, mutuarne l'idea con una speciale edizione nostrana: "Scigghitans on ice"!
Sarebbe un ottimo strumento pubblicitario e promozionale, nonchè un mezzo semplice ed immediato per racimolare così le somme necessarie a indennizzare i malcapitati e pagare gli avvocati.