12 settembre 2005

I MOKEN -I GITANI DEL MARE

I Moken-I tradizionali gitani del mare

Alcuni esperti credono che questi gitani del mare siano stati i primi abitanti delle Andamane, regioni costiere di Thailandia, Myanmar e Malaysia. Oggi parecchie migliaia di loro rimangono qui, con pochi che ancora vivono la vita tradizionale che li ha portati in mare nelle loro piccole barche per sette o otto mesi all’anno.
I Moken sono collegati agli altri “gitani del mare” che abitano le isole degli arcipelaghi fino alle Filippine. La loro lingua non sembra collegata a nessun altra, e la loro vera origine è sconosciuta. Alcuni esperti credono che siano stati gli antenati dei Moken ad aver disegnato le pitture trovate nelle grotte di Phang Nga Bay e in altri posti. Ci sono molte congetture e poche informazioni concrete rigiuardo le loro origini e la loro storia.
I Moken sono senza dubbio i padroni del mare, abili a trarne una fonte di vita sfruttando un sorprendente numero di organismi. Durante i loro sette o otto mesi all’anno al mare, quelli che ancora vivono in modo tradizionale vagano di isola in isola in gruppi di sei o più barche, ognuna porta una famiglia, solitamente di tre generazioni. Usano reti, trappole e fiocine per catturare pesci e altre creature, e passano un sacco di tempo a tuffarsi con attrezzature primitive. In questo modo collezionano conchiglie, cetrioli di mare, aragoste e ogni altro organismo che riescono a trovare. Una parte è per il loro stesso consumo, il resto viene venduto nei mercati cittadini dove si recano di tanto in tanto a comprare riso, olio, carburante, reti, utensili da cucina e le poche altre piccole cose che la loro semplice vita richiede. I tetti di paglia delle loro barche sono spesso coperti con pesce, cetrioli di mare, calamari e altri prodotti del mare che vengono seccati per il mercato.
Durante la stagione dei monsoni da giugno a ottobre i Moken si spostano sulla terraferma, costruendo temporanee capanne fatte di pali, bambù ed erba nella parte protetta di spiagge remote. Durante questo periodo riparano e costruiscono barche, mentre ancora estorcono la sopravvivenza dall’impetuoso, inospitale oceano.
I Moken della Thailandia sono stati sistemati in villaggi permanenti, due dei quali si trovano sull’isola di Phuket, con un’altro a Phi Phi. Questi villaggi sono poveri, sporchi e immersi in un’atmosfera deprimente. Alcune compagnie senza scupoli usano il villaggio dei Moken di Rawai come uno zoo umano, portando i turisti in bus per guardare con aria stupida e puntare le loro macchine fotografiche alla gente vestita in maniera frammentaria e bruciata dal sole. I bambini implorano i turisti, anche acchiappando da loro qualcosa. E’ la vista di un popolo spogliato delle loro tradizioni e della dignità. Il governo ha cercato di attirare i bambini dei Moken a scuola, uno sforzo che è ampiamente fallito. Non appena le condizioni sono buone per andare a pesca i bambini disertano le lezioni per unirsi ai loro genitori a mare.
Solo nell’arcipelago Mergui di Myanmar sono stati trovati Moken che vivono la loro vita tradizionale sulle barche in mare. La miriade di isole qui dà rifugio forse a poche migliaia di loro. Anche qui le autorità hanno avviato uno sforzo per sistemare i Moken in un villaggio permanente nell’isola di Pu Nala.



The Moken

They live on their boats
Made of simple wood,
Nobody knows them
But maybe we should. /

They’re born in the water,
They don’t need any help,
‘cause they swim and dive
Before their first step. /

They go huntin’ & fishin’
usin’ utensils and nets,
They don’t know richness
But they have no regrets. /

They’re in a separate world,
Sea gypsies, strange folk,
Speakin’ their language
That nobody can talk. /

Goin’ free in the nature
They live since their birth,
Just wearin’ short pants
An’ some poor lousy shirt. /

They don’t keep up with fashion,
They don’t wear good dresses,
But what an excellent sight!
Sure they need no glasses. /

For the strangers ain’t easy
To have some approach,
They can talk for hours,
they don’t use any watch. /

They’re in special tems
With the ocean, they treat.
So they spared their lives
When the tsunami hit. /

The god of the sea said
to their old wise chief,
"I must purge the earth,
I’ll steal worse than a thief ". /

So when the ocean receded,
They climbed with no stop,
The big wave from the mount
They watched safe on the top. /

Yes, they’re really strange
And so different from us,
We can only mock them
While tourin’ with bus. /

We are superior beings,
We’re convinced, it’s true,
They became our attraction,
Like the bears at the zoo. /

We don’t miss anythin’,
Yes, we’re happy and free,
But we live in a cage
that we can’t even see. /

We’re prisoners of fears
Which remain unspoken,
That’s why I wish to live
The easy life of the Moken.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

..i MOKEN?...ma cu cazzu su?

Anonimo ha detto...

non capiscia nenti.

Anonimo ha detto...

mi giru e mi votu ma non capisciu, adesso ho capito, ma sti moken cu su i figghhi i massiminu ra marina? credo di si....adesso sto meglio!!!

Giulio.

Anonimo ha detto...

ho letto, ho riletto, l'ho stampata e riletta ancora....ma ancora non capiscia cu minchia su